FILIPPO
Vescovo di Troia in Puglia dal 1212, fu uno dei protagonisti della politica pontificia nei primi anni del sec. XIII. Tanto la sua fortuna improvvisa come la sua successiva eclissi furono legate alla figura di Innocenzo III.
La data della nascita di F. ci è sconosciuta, come pure sconosciute sono le sue origini e il rango della sua famiglia; le prime notizie su di lui risalgono all'anno 1196, quando le fonti lo menzionano come magister e notaio della Chiesa romana. Nello stesso periodo venne creato dall'arcivescovo di Otranto, Guglielmo, cantore del duomo di quella città in sostituzione del canonico Tommaso, che era stato deposto e scomunicato. F., tuttavia, non poté beneficiare della nomina perché il predecessore non cedeva la carica. Appena divenuto papa (22febbraio 1198), Innocenzo III ordinò una nuova, definitiva inchiesta; ma proprio con la sua ascesa al soglio pontificio la questione del cantorato di Otranto dovette passare in secondo piano agli occhi dello stesso F., il cui ruolo nell'ambito della Cancelleria papale divenne immediatamente di maggior importanza. A F. venne infatti affidato ben presto un incarico di rilievo: dalla regina di Sicilia e imperatrice Costanza d'Altavilla (27 nov. 1198) fu incaricato di accompagnare il cardinale Giovanni di S. Stefano nella sua missione in Terra di Lavoro, con il duplice scopo di preparare il viaggio del papa nel Regno di Sicilia e di organizzare la resistenza contro Markward von Annweiler (fine 1198 - inizio 1199).
Nel 1200 Innocenzo III inviò F. in Inghilterra per raccogliere il denaro destinato al finanziamento della crociata; in questa circostanza, a quanto pare, l'operato di F. fu tale da provocare numerose controversie e da suscitare notevole risentimento contro la Chiesa di Roma. Nessun risentimento, tuttavia, dimostrò nei confronti di F. il sovrano inglese Giovanni Senzaterra, il quale gli assegnò anzi una rendita di 30 marchi d'argento, che fu regolarmente corrisposta fino al 1206. Nemmeno Innocenzo III perse fiducia in F., dal momento che nel gennaio del 1201 lo incaricò di accompagnare il cardinale Guido di Palestrina in Germania per trattare i termini politici dell'appoggio della Sede apostolica a Ottone duca di Brunswick (il futuro imperatore quarto di questo nome), allora in lotta per la corona di Germania contro il duca di Svevia Filippo. F. trascorse tutto l'anno in Germania, ricevendo personalmente il giuramento di fedeltà alla Chiesa romana prestato da Ottone prima che il legato pontificio annunciasse solennemente a Colonia, il 3 luglio 1201, che Innocenzo III aveva riconosciuto Ottone come re di Germania. Dopo vari altri colloqui con Ottone F. lasciò la Germania per recarsi in Francia (marzo 1202), con il difficile compito di guadagnare il re Filippo II Augusto alla causa del nuovo sovrano tedesco. Nell'autunno dello stesso anno fece ritorno a Roma.
F. riprese il suo posto nella Cancelleria pontificia, percorrendo rapidamente la carriera all'interno del Collegio dei notai: già nel 1205, infatti, lo troviamo attestato con il titolo di primus notariorum. All'inzio del 1206 Innocenzo III nominò F. suo vicarius in Apulia et Terra Laboris, col compito di pacificare la regione. Per prima cosa F. concesse il perdono a Dipoldo di Schweinspeunt di Acerra, capo del partito filo-imperiale in Terra di Lavoro, il quale, allo scopo di consolidare le proprie posizioni politico-militari nella regione, si era deciso per un accordo con il papa. Nel corso dello stesso anno F. ricoprì anche l'incarico di rector della città di Benevento. La sua missione nel Regno venne bruscamente interrotta verso la fine del 1206, quando egli venne catturato dal fratello di Dipoldo, Sigfrido, come ritorsione per l'arresto dello stesso Dipoldo, che si era recato in Sicilia per ottenere la liberazione del giovane re Federico di Svevia. F. venne rilasciato dopo il pagamento di un forte riscatto; sembra che sia riuscito a far ritorno alla Curia romana soltanto nel marzo del 1208.
Innocenzo III gli affidò poco dopo una missione diplomatica presso Ottone di Brunswick, il quale, in seguito all'assassinio del suo grande avversario Filippo di Svevia (21 giugno 1208), era stato riconosciuto re di Germania da tutti i principi tedeschi (11 nov. 1208). Quando Ottone mosse verso l'Italia per l'incoronazione imperiale, F. venne inviato presso di lui, insieme con il prefetto di Roma Pietro di Vico. Nella seconda metà del 1212 F. venne elevato alla cattedra di Troia.
La promozione all'episcopato ed il rilievo che ad essa intese dare il pontefice presiedendo al rito non rappresentarono soltanto una ricompensa per i servizi resi sino allora da F. alla Chiesa di Roma. Essi rivelano tutta la loro portata se inseriti nel quadro del contrasto apertosi, dopo l'incoronazione romana del 4 ott. 1209, fra Ottone di Brunswick ed Innocenzo III a causa della politica meridionale avviata dal nuovo imperatore.
Fin dall'inizio del suo episcopato F. dovette fronteggiare una situazione difficile. La città di cui era vescovo non si era infatti piegata alle direttive del papa e persisteva a riconoscere come suo legittimo sovrano non il giovane Federico di Svevia ma Ottone, scomunicato dal papa per le sue rivendicazioni sul Regno. F. scelse allora di recarsi nella vicina Foggia, che si manteneva invece fedele a Federico ed al papa (novembre del 1212). A Foggia rese di pubblica ragione un documento con cui Innocenzo III ordinava di trasferire colà la sede episcopale, qualora Troia non fosse tornata alla fedeltà di Federico entro il successivo maggio (Niese, doc. 6, p. 249). Non sembra, però, che abbia dato seguito alla minaccia, se nel maggio del 1214 F. si trovava ancora costretto a risiedere fuori città, presso il casale di S. Lorenzo in Carmignano.
La situazione, verosimilmente, mutò soltanto dopo la sconfitta di Ottone IV a Bouvines (luglio 1214), quando anche gli abitanti di Troia furono costretti a riconoscere come loro sovrano il re di Sicilia Federico di Svevia, secondo la volontà del papa, e ad accogliere il vescovo inviato da Roma.
Ad ogni modo lasciò presto la sua sede per recarsi a Roma, dove prese parte al concilio lateranense IV aperto l'11 nov. 1215. Nel 1216 venne per la seconda volta nominato rector di Benevento, certo ancora dal papa Innocenzo III. Alla morte improvvisa di quest'ultimo (16 luglio 1216), il card. Cencio Savelli eletto al soglio di Pietro col nome di Onorio III (luglio 1216), non tardarono a manifestarsi tensioni tra il vescovo di Troia ed il nuovo pontefice. Onorio III infatti non soltanto rimosse F. dall'incarico di rettore di Benevento, ma fece anche avviare un'inchiesta per accertare se nella amministrazione di questa città avesse operato in modo conforme agli interessi della Sede apostolica (1217). Nello stesso anno, inoltre, Onorio III aprì un secondo procedimento contro F., accusato da un suo canonico di aver alienato alcuni beni della Chiesa di Troia senza l'autorizzazione del capitolo di quella città. Il papa accolse il ricorso del canonico e fece revocare le concessioni fatte dal vescovo di Troia.
Il papa accolse il ricorso e fece revocare le concessioni fatte da Filippo. F. non solo si piegò alla decisione del pontefice, ma finì con l'allinearsi sulle medesime posizioni di intransigenza del suo capitolo quando si riaprì il conflitto con i cittadini e il clero di Foggia che rivendicavano l'esenzione dalla giurisdizione del vescovo di Troia. Rivelatosi inutile anche l'intervento di un legato papale, F. si rivolse al re di Sicilia, il giovane Federico di Svevia, da poco assurto alla corona imperiale: nel 1220 lo troviamo ad Innsbruck, dove ottenne dal sovrano la conferma di una donazione effettuata dieci anni prima a favore del suo predecessore, il vescovo Odorisio, e l'anno seguente presso la corte di Capua, dove riuscì ad ottenere il riconoscimento del diritto della Chiesa di Troia ad esigere decime a Foggia, nella misura in cui venivano pagate prima dell'inizio della disputa. Contemporaneamente veniva portato avanti anche il processo presso la Curia romana: il cardinale Tommaso di S. Sabina ascoltò le parti e quindi, sulla base delle conclusioni da lui raggiunte, Onorio III nel 1224 diede ragione su tutta la linea al vescovo ed al capitolo di Troia.
Tuttavia pochi mesi prima di questa sentenza il prestigio di F. aveva subito una grave umiliazione: il papa, infatti, preoccupato per la massa di debiti che gravavano sulla Chiesa di Troia, aveva aperto un'inchiesta e temporaneamente sospeso F. dall'amministrazione finanziaria della diocesi, nominando come procurator in sua vece l'abate del monastero cistercense di S. Spirito di Golfignano. A F. furono per il momento, garantiti soltanto i mezzi necessari per il sostentamento suo e di un piccolo seguito. Non sappiamo di preciso quanto a lungo sia durata l'inchiesta, né quali risultati essa abbia avuto: gli elementi desumibili dall'ultimo gruppo di fonti note in cui appaia citato F. non ci consentono infatti di giungere a conclusioni certe.
L'11 marzo 1228 il nuovo papa, Gregorio IX, confermando la sentenza pronunziata quattro anni prima contro le pretese della città di Foggia, intese forse dare nuova autorità al vescovo di Troia. Dopo questa data più nulla riferiscono su F. le fonti note.
F. morì certamente prima dell'ottobre del 1233,quando è testimoniato come vescovo di Troia Guglielmo, probabilmente suo immediato successore.
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