ZAMBONI, Filippo
Patriota e letterato, nato a Trieste il 21 ottobre 1826, morto a Vienna il 30 maggio 1910. Volontario nel 1848 e, nel 1849, a Roma, insegnò poi lettere italiane nell'Accademia commerciale di Vienna. Irrequieto, viaggiò per l'Europa, l'Asia, l'Africa.
Oltre alle Memorie autobiografiche (sparse; poi Trieste 1906), scrisse liriche, tragedie, prose varie, e lasciò scritti e abbozzi che furono editi postumi: Pandemonio; Il bacio nella luna: ricordi e bizzarrie (in parte ristampe, Roma 1912); Universo: impressioni (ivi 1912), ecc. Due poemi drammatici, Roma nel Mille (Firenze 1875), Sotto i Flavii (ivi 1885), non mancano di vena né di tratti d'una certa forza eloquente. Quel Bacio nella luna (lo Z. voleva far vedere a tutti nel pianeta due teste baciantisi e ne diffondeva in ogni modo la visione) mostra la sua bizzarria, ma anche, come fu ben detto, il suo romanticismo scientifico, onde era attratto alle esperienze dell'ipnotismo e alle teorie spiritistiche. Quando il Carducci lo chiamò "onore domestico d'Italia in paese straniero" principalmente rammentò, oltre i meriti del 1848-49, il volume Gli Ezzelini,. Dante e gli schiavi (Roma e la schiavitü personale domestica), che lo Z. aveva stampato a Vienna nel 1870 e ristampato (Firenze 1897) con documenti nuovi, una bibliografia della schiavitù, e le suddette Memorie. Quivi, fra materia soverchia e mal coor. dinata al fine, si trova infatti non poco che fu, e può tuttavia, riuscire utile.
Bibl.: A. Gentile, F. Z., in Archeografo triestino, s. 3ª, VI (1911); E. Giannelli, Lettere di F. Z., Trieste 1911; F. Pasini, Quando non si poteva parlare... ed altri discorsi, ivi 1922, pag. 75 segg.; G. Carducci, Opere, XII, pag. 533; per le relazioni tra il Carducci e lo Zamboni, F. Barberio, L'anima eroica di G. Carducci, Bari 1914.