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Velluti, Filippo

di Arnaldo D'addario - Enciclopedia Dantesca (1970)
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Velluti, Filippo (Lippo)

Arnaldo D'addario

Figlio di Bonaccorso di Pietro V., mercante di panni (da cui forse il cognome). Capo della ditta commerciale di Oltrarno, si unì alla congiura che provocò la cacciata di Giano della Bella da Firenze, mal tollerandone il predominio politico.

Più tardi si vantò di essere stato, insieme con Palmieri Altoviti, l'anima del movimento che aveva provocato la caduta del tribuno (D. Velluti Cronica, ediz. 1731, 14 e 32). Il fatto che egli fosse stato eletto priore per il quartiere di Oltrarno per il bimestre 15 febbraio-15 aprile 1295 era stato già il sintomo della decadenza politica di Giano, non più influente al punto di poter determinare la scelta di signori a lui favorevoli. Il Villani (VIII 8) annota che il Della Bella dopo la condanna finì per rifugiarsi (Salvemini ritiene che ciò avvenisse dopo il 1302) in Francia, dove si diede alla mercatura come socio dei Pazzi. Qui ebbe modo di vendicarsi dei V. a spese del congiunto Donato, il quale nella Cronica (p. 14) ricorda come, trovandosi a Parigi per trattare la vendita di cavalli importati da Padova, egli avesse ucciso un giovane stalliere dei Franzesi che lo aveva provocato all'ira. Spalleggiati da Giano, i Franzesi chiesero e ottennero dal re un'esemplare punizione del V., costringendolo a pagare ben 10.000 fiorini di multa per aver salva la vita. Il cronista imputa la severità della pena all'intervento di Giano, che avrebbe appoggiato le istanze dei Franzesi, " vogliendosi vendicare di noi, essendo stato Filippo mio avolo principale... a cacciarlo e farlo cacciare da Firenze " .

Per quanto il V. sia contemporaneo di D. e abbia partecipato alla vita politica cittadina in epoca assai vicina a quella di D., non troviamo alcuna menzione esplicita di lui nell'opera del poeta. Un riferimento indiretto a Lippo V. è stato visto dal Del Lungo, poi dal Casini, in Pd XVI 61-63 tal fatto è fiorentino e cambia e merca, / che si sarebbe vòlto a Simifonti, / là dove andava l'avolo a la cerca; questa ipotesi si fonda sia sul fatto che l'espressione dantesca è troppo esplicita per non essere rivolta a una persona reale, sia sulla considerazione che la famiglia V. era originaria di Semifonte (v.) e che i suoi membri erano dediti alla mercatura che a quell'epoca generalmente era unita all'attività bancaria. Attribuendo poi all'espressione ‛ andare alla cerca ' il significato militare (v. CERCA), si avrebbe un ulteriore elemento di conferma di quest'interpretazione in quanto il padre (non l'avolo quindi!) di Lippo fu uno strenuo uomo d'armi; ma in effetti questi sono elementi troppo tenui per sostenere un'identificazione precisa del tal nel Velluti.

Bibl. - I. Del Lungo, Dal secolo e dal poema di D., Bologna 1898, 479; Davidsohn, Storia II II 720, 728, 735; G. Salvemini, Magnati e popolani in Firenze dal 1280 al 1295, Torino 19602, 254.

Vocabolario
filippo
filippo s. m. – 1. Antica moneta d’oro (gr. Φιλίππειος, lat. Philippēus e anche Philippus), del valore di 20 dramme, coniata dapprima da Filippo II di Macedonia; usata poi come moneta circolante in tutto il mondo ellenistico e romano, il...
vèllo
vello vèllo s. m. [dal lat. vellus (-ĕris); forse incrociato con vĭllus «villo»]. – 1. a. Il mantello degli animali produttori di lana, che, in zootecnia, si distingue in aperto, semiaperto o chiuso, a seconda che i singoli fiocchi siano...
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