Marinetti, Filippo Tommaso
Scrittore (Alessandria d’Egitto 1876-Bellagio 1944). Compì gran parte dei suoi studi a Parigi e si affermò dapprima come poeta in lingua francese. Nel 1905 fondò a Milano la rivista Poesia, bandendo, fra l’altro la celebre Inchiesta internazionale sul verso libero, in cui pubblicizzava la struttura e la fisionomia del verso libero, aprendo su di esso un ampio dibattito. Nel 1909, con un «manifesto» apparso sul Figaro di Parigi, diede vita al movimento futurista (➔ ); nel 1910 pubblicò, in francese e in italiano, il romanzo Mafarka il futurista, che suscitò clamorose polemiche, e nel quale è già in atto la poetica delle «parole in libertà» che, perseguendo l’immediatezza e il dinamismo dell’espressione, esaspera fino al meccanicismo onomatopeico il dannunziano «amor sensuale della parola». Interventista (Guerra sola igiene del mondo, 1915), e combattente della Prima guerra mondiale, dopo aver partecipato per una prima fase all’occupazione di Fiume, M. fu accanto a Mussolini fin dalle origini del fascismo, aderendovi col suo Partito politico futurista. Dopo un temporaneo attenuarsi delle sue simpatie verso il fascismo, in conseguenza del compromesso tra Mussolini e la monarchia, e un breve soggiorno a Parigi, M. si riaccostò al regime, che lo ricompensò con una serie di cariche onorifiche. Tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali fascisti (1925), M. fu poi membro della neonata Accademia d’Italia (1929). Nonostante alcuni timidi segnali di dissenso rispetto all’antisemitismo e alle leggi razziali, l’adesione di M. al fascismo e il suo permanente bellicismo lo condussero prima volontario nell’aggressione all’Etiopia (1936), e poi nella spedizione dell’ARMIR contro l’Unione Sovietica durante la Seconda guerra mondiale. Rientrato in Italia, e dopo aver aderito alla Repubblica di Salò, morì di lì a poco per una crisi cardiaca.