TERZI, Filippo
Architetto e ingegnere militare. Nacque a Bologna verso il 1520, morì a Lisbona nel 1597. Giovinetto, insieme col padre Bartolommeo e col fratello Lodovico, si trasferì a Pesaro, dove frequentò la scuola di matematica e d'ingegneria militare che il duca Guidobaldo II della Rovere aveva aperto in quella città, sotto la guida del celebre Raineri del Monte. Impiegato ben presto in lavori di varia natura, divenne uno degl'ingegneri preferiti dal duca. L'opera più importante di lui in questo periodo è il Palazzo comunale di Fossombrone. Trasferitosi a Roma, vi ebbe dall'amministrazione apostolica l'incarico di sorvegliare ponti e strade, e nel 1576 ricevette dall'ambasciatore di Portogallo l'invito di recarsi a Lisbona, al servizio del re Don Sebastiano, il quale stava apparecchiando la sua spedizione d'Africa, che doveva sortire esito così infelice nella battaglia di Alcacer Quibir (4 agosto 1578). In quella giornata il T., che aveva il comando delle artiglierie, fu ferito e cadde prigioniero dei Mori. Riscattato dal cardinale Don Enrico, successore di D. Sebastiano, ma col pericolo di dover rimanere nel Marocco al servizio del sultano, fuggì in Portogallo.
Poco operò durante il breve regno del cardinale Enrico, ma quando Filippo II di Spagna decise d'invadere il Portogallo, il T. fu impiegato nelle operazioni militari della campagna e poi nella sistemazione del castello di Tomar, dove avvenne l'incoronazione solenne del re (16 aprile 1581), e nella costruzione del Palazzo reale di Lisbona, poi travolto dal terremoto del 1755.
Con lo stabilimento della monarchia spagnola in Portogallo, il T. divenne, si può dire, l'architetto di fiducia di Filippo II. Prese parte ai preparativi della Armada invencible, fortificò le coste della penisola, dal Minho all'Algarve, per difenderle dagli attacchi degl'Inglesi, costruì acquedotti, chiese, palazzi. È suo l'acquedotto di Coimbra e quello di Vila do Conde; sono suoi i forti di Santiago a Viana di Castello, di San Filippo a Setubal e di Capo San Vicente. Tra le costruzioni religiose gli vengono assegnate la basilica di San Vicente de Fora a Lisbona. che nella grandiosa e robusta vòlta dell'unica nave ricorda il duomo di Pesaro, ricostruito dal Genga; la certosa di Évora e il chiostro della Misericordia a Coimbra. Ma il suo capolavoro è probabilmente il chiostro grande, detto di Filippo II, a Tomar (v.), nel castello dei Cavalieri di Cristo. Questo chiostro, di una squisita eleganza palladiana, è giustamente considerato il capolavoro dell'architettura del Rinascimento italiano nella Penisola Iberica.
Bibl.: G. Battelli, F. T. in Portogallo, in Rivista storica del Genio, Roma 1935; tutte le lettere dal Portogallo furono pubblicate da G. Battelli e Trindade Coelho nel vol. III dei Documentos para o estudo das relaçoes culturais entre Portugal e Italia, Firenze 1935. Per il palazzo di Fossombrone v. A. Vernarecci, Fossombrone, Fossombrone 1907.