SPINELLI, Filippo. –
Primo dei cinque figli di Carlo, duca di Seminara e principe di Cariati, e di Ippolita di Capua dei conti di Palena, nacque a Napoli nel 1566. Apparteneva a una delle più cospicue famiglie aristocratiche ascritte al seggio di Nido. Non vi sono notizie certe sul suo percorso di studi, anche se sembra verosimile una formazione effettuata nel collegio dei gesuiti di Napoli dove, nella seconda metà degli anni Ottanta, Pietro Antonio Spinelli fu rettore prima di passare a dirigere il Collegium Germanicum di Roma.
Intraprese una carriera curiale entrando a far parte dei chierici della Camera apostolica e il 22 aprile 1592 fu consacrato vescovo di Colossi e di Rodi e coadiutore di Ferdinando Spinelli che allora era a capo della diocesi di Policastro. Nonostante gli impegni romani, non si sottrasse alla cura pastorale, tanto che, nel 1597, promosse l’istituzione del nuovo seminario diocesano nel palazzo vescovile.
Furono questi gli anni in cui la sua carriera diplomatica e curiale lo portò a ricoprire ruoli di grande rilievo. Nominato nunzio apostolico presso la corte imperiale di Rodolfo II il 26 agosto 1598, si trovò a sostenere la politica tedesca di Clemente VIII, impedendo che gli esponenti dell’aristocrazia protestante prendessero il sopravvento a corte. Dopo un solo anno ottenne la sostituzione del vicecancelliere Kryštof Želinský ze Sebuzína e del presidente della Camera imperiale Ferdinand Hoffmann von Gruenpüchel und Strechau, rafforzando così le posizioni dei cattolici in due cariche strategiche della politica asburgica. La qualità del suo impegno, oltre al consolidamento della sua collocazione negli ambienti della Curia, gli valse la considerazione dell’imperatore che più volte scrisse al pontefice per caldeggiare per lui la berretta cardinalizia.
Il 24 aprile 1603, intanto, Spinelli ottenne la nomina di vicelegato a Ferrara, incorporata allo Stato ecclesiastico dopo la morte di Alfonso II d’Este. Anche qui egli svolse il suo compito, guadagnandosi il vivo apprezzamento di Roma, tanto che nel Concistoro di giugno del 1604 fu elevato al cardinalato con il titolo di S. Bartolomeo all’Isola, per poi passare, il 10 settembre 1608, a quello di S. Maria sopra Minerva.
Nel 1605, alla morte di Ferdinando Spinelli, gli successe a pieno titolo a capo della diocesi di Policastro, ma il 6 luglio dello stesso anno fu trasferito a reggere il vescovato di Aversa.
Partecipò ai due conclavi del 1605. Legato agli Aldobrandini, fu uno dei sostenitori di Alessandro de’ Medici (Leone XI) e poi, dopo il brevissimo pontificato di quest’ultimo, si schierò tra gli elettori di Camillo Borghese (Paolo V).
Nonostante i suoi legami romani, però, non fu in grado di ottenere le entrate finanziarie necessarie per sanare le pressanti difficoltà economiche, aggravate da una salute malferma, che gli procuravano serie preoccupazioni a seguito degli ingenti debiti contratti per sostenere le spese del soggiorno presso la corte imperiale e, di seguito, a Ferrara.
Ligio al suo impegno pastorale, si trasferì comunque a Napoli, da dove seguiva attentamente la diocesi che governava, tanto che la morte lo colse nel pieno svolgimento di una visita pastorale ad Aversa il 25 maggio 1616.
Sepolto nella chiesa dei gesuiti a Napoli, nel 1636 la sua salma fu traslata in S. Domenico Maggiore per iniziativa dell’arcivescovo di Rossano Pietro Antonio Spinelli e deposta nella cappella di famiglia.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Napoli, L. Serra di Gerace, Genealogia, VI, c. 2089; Die Hauptinstruktionen Clemens VIII für die Nuntien und Legaten an der europäischen Fürstenhöfen, 1592-1605, a cura di K. Jaitner, I, Tübingen 1984, p. CCLIII.
S. Mazzella, Descrittione del Regno di Napoli, Napoli 1601, p. 737; B. Aldimari, Memorie historiche di diverse famiglie nobili, I, Napoli 1691, pp. 151-153; M. Battaglini, Annali del sacerdozio, e dell’imperio intorno all’intero secolo decimosettimo, I, Venezia 1701, p. 51; L. Cardella, Memorie storiche de’ cardinali della Santa Romana Chiesa, VI, Roma 1793, p. 96; S. D’Aloe, Tesoro lapidario napoletano, I, Napoli 1835, p. 281; G. Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni, LXVIII, Venezia 1854, pp. 289 s.; H. Biaudet, Les nonciatures apostoliques permanentes jusqu’en 1648, Helsinki 1910, p. 287; P.B. Gams, Series episcoporum ecclesiae catholicae, Graz 1957, pp. 855, 912; C. Eubel - P. Gauchat, Hierarchia Catholica Medii et Recentioris Aevi, IV, Padova 1960, pp. 7, 40, 45, 106, 283, 296; N.M. Laudisio, Sinossi della diocesi di Policastro, Roma 1976, pp. 80, 139; C. Weber, Legati e governatori dello Stato Pontificio 1550-1809, Roma 1994, pp. 249, 925 s.; D. Squicciarini, Nunzi apostolici a Vienna, Città del Vaticano 1998, pp. 97 s.; C. Weber - M. Becker, Genealogien zur Papstgeschichte, II, Stuttgart 1999, p. 908.