PALADINO, Filippo
Pittore, nato circa il 1544 a Casi, in Val di Sieve, morto, a quanto si crede, nel 1614 a Mazzarino in Sicilia. Nel 1586 esercitava la pittura in Firenze, ma, processato per tentato ferimento, venne inviato in galera a Pisa, e poi esiliato a Malta, dove eseguì pitture e donde poi passò in Sicilia. Alla fine del '500 richiama ancora forme di Andrea del Sarto, insieme con altre del Cigoli, e, forse attraverso questo maestro, del Baroccio, nei disegni del Museo di Siracusa, raccolti in due volumi. Lavorò nella cattedrale di Pisa, nella chiesa dei Ss. Cosma e Damiano a Livorno e nell'altra di S. Iacopo in Campo Corbolini a Firenze. Dopo il 1601 la sua attività si svolge in Sicilia, a Palermo, Vizzini, Mineo, Messina ed Enna. Fra le sue opere migliori è l'Assunta della chiesa madre di Enna, con evidenti reminiscenze di tipi e di atteggiamenti di Andrea del Sarto. Il modulo delle forme è allungato, tipico il modellato dei corpi a larghe sfaldature lignee, squadrate crudamente le figure da luce e ombra nei primi piani, attenuate verso il fondo, in gradazioni chiaroscurali vaporose, con pochi effetti luministici. Nel quadro di Enna il pittore toscano mostra di aderire alla tendenza del tardo Cinquecento fiorentino verso effetti pittorici e verso l'attenuazione di compattezza formale.