NESTI, Filippo
– Nacque a Firenze il 25 ottobre 1780 da Angiolo e da Annunziata Cherubini.
Per assecondare la volontà paterna condusse studi letterari e filosofici nel seminario di Firenze, occupandosi al contempo dell’insegnamento privato ai figli del celebre scienziato Ottaviano Targioni Tozzetti e rivestendo l’incarico di maestro dei chierici del duomo. In seguito si iscrisse all’Università di Pisa per dedicarsi allo studio del diritto, ma si applicò anche alle discipline scientifiche sotto la guida di Gaetano Savi e Francesco Pacchiani, ricevendo da quest’ultimo l’incarico di preparatore degli esperimenti di fisica. In tale periodo ebbe modo di guadagnarsi la stima di Lorenzo Pignotti, auditore dell’Università.
Nel febbraio 1807 Maria Luisa di Borbone, reggente del Regno di Etruria, dietro impulso di Girolamo de Bardi, direttore del Museo di fisica e storia naturale di Firenze, istituì presso tale museo il R. Liceo, che comprendeva le cattedre di astronomia, fisica, chimica, anatomia comparata, botanica, zoologia e mineralogia. L’insegnamento di zoologia e mineralogia fu assegnato ad Attilio Zuccagni, già gravemente malato, e Nesti, grazie all’interessamento di Pignotti, fu da subito nominato suo supplente, divenendo titolare della cattedra nell’ottobre dello stesso anno, alla morte di Zuccagni. Non avendo ancora compiuto il terzo anno di università, non poté portare a termine i suoi studi; ottenne ugualmente la laurea per decreto sovrano, insieme al titolo di professore onorario di diritto nell’Università di Pisa.
Sin dalle prime mosse della sua carriera scientifica, si rivolse allo studio della paleontologia, basandosi sui principi dell’anatomia comparata e considerando lo studio dei fossili parte integrante della zoologia, in disaccordo con la tendenza del tempo di ritenerlo pertinente la mineralogia. Dai resoconti annuali sulla docenza, pubblicati negli Annali del Museo imperiale di fisica e storia naturale di Firenze (1808, 1810), si evincono i criteri adottati nelle sue pubbliche lezioni di zoologia, nelle quali si rifece alla sistematica di Johann Friedrich Blumenbach, lievemente modificata per i mammiferi in base alle idee di Étienne Geoffroy Saint-Hilaire, Georges Cuvier e Bernard Lacepede, e trattò nell’ambito delle singole classi anche le specie conosciute solo grazie ai fossili.
Nella sua prima memoria a carattere paleontologico, intitolata Di alcune ossa fossili di mammiferi che s’incontrano nel Valdarno (ibid., I, 1808),descrisse, secondo un approccio moderno basato sull’anatomia comparata, resti fossili di mastodonte e di elefante reperiti in Valdarno. Tale contributo, primo di una serie dedicata all’illustrazione dei vertebrati fossili del Valdarno Superiore, fu accolto con grande interesse da parte della comunità dei paleontologi italiani ed esteri e riscosse il plauso di Giovanni Battista Brocchi e di Cuvier.
Con quest’ultimo Nesti ebbe rapporti diretti a partire dal 1809, quando Cuvier giunse a Firenze in veste di ispettore generale per l'educazione pubblica e per studiare i fossili del Valdarno. Nesti, che lo accompagnò nelle escursioni paleontologiche e lo guidò nelle collezioni del Museo, riscosse sempre grande stima da parte dello scienziato francese il quale lo ricordò nei suoi scritti come uno dei sette scienziati contemporanei che maggiormente avevano contribuito ai progressi della paleontologia.
Nel 1814 con la restaurazione granducale, il Liceo di fisica e storia naturale fu chiuso e le cattedre furono soppresse. Nesti rimase al Museo come conservatore, incaricato della classificazione delle collezioni scientifiche con decreto del 1817 e a partire dal 1819 con la nomina di prefetto. Nel 1833, con l’istituzione di nuove cattedre presso il Museo, fu reintegrato nel ruolo di professore con l’insegnamento della geologia e della mineralogia.
Dette un fondamentale contributo all’organizzazione della collezione paleontologica del Museo, redigendone i cataloghi, curando l’acquisizione di nuove collezioni, come quella dei Targioni Tozzetti, e contribuendo moltissimo anche al suo arricchimento. Mantenne infatti una fitta rete di contatti per l’acquisto dei fossili presso i contadini del Valdarno che cercò di sensibilizzare al valore di questi oggetti perché, quando rinvenuti casualmente, non fossero abbandonati o rotti per essere utilizzati come materiali, ma venissero, con maggior profitto, venduti agli studiosi.
Sebbene la paleontologia rappresentasse la scienza su cui poggiavano le principali confutazioni delle sacre scritture e Nesti fosse animato da profonda fede cattolica, i due aspetti non entrarono mai in conflitto, perché, proprio in virtù della sua ferma fede, era convinto che il progredire delle conoscenze potesse solo portare a un quadro cognitivo completo, in grado di confermare le verità religiose
Fu un fervente fautore dell’istruzione alle classi meno abbienti, e tale impegno caratterizzò gran parte della sua attività. A questo proposito, nel 1818, presentò all’Accademia dei Georgofili una memoria dal titolo Sui sistemi di istruzione da darsi ai poveri, che, insieme a quelle lette nella medesima istituzione sullo stesso argomento da Cosimo Ridolfi, Luigi Serristori e Ferdinando Tartini-Salvatici, fu compresa nell’opuscolo Della necessità d'introdurre nelle scuole primarie toscane il metodo di Bell e Lancaster (Pistoia 1818), del quale fu subito pubblicata anche una traduzione in francese (Milano 1818). Il metodo, inventato dal reverendo Andrew Bell negli ultimi anni del Settecento per gli orfani militari e successivamente perfezionato da Joseph Lancaster, consisteva nel far istruire i fanciulli da loro stessi nella lettura, nella scrittura e nel calcolo, attraverso il mutuo insegnamento. Erano gli studenti più capaci a fungere da precettori per i compagni, sotto la direzione di un unico istruttore. Al corrente di positive esperienze realizzate in altre città italiane, Nesti e colleghi propugnavano il sistema anglosassone sulla scorta di valutazioni non solo didattiche, ma anche economiche, evidenziando come, a parità di spesa, il numero di beneficiari l’istruzione potesse venire significativamente ampliato.
La scuola di mutuo insegnamento, che condusse ad altre dello stesso genere, fu aperta a Firenze nel 1819 dal conte Girolamo de Bardi che, grande amico di Nesti, lo volle alla direzione del nuovo istituto di insegnamento. Nesti si dedicò anche alla stesura dei libri da adottare in questa sede, pubblicando un Sillabario (Firenze 1820) e due testi dal carattere marcatamente morale: il Catechismo istorico (ibid. 1820) e le Letture elementari per i ragazzi (ibid. 1820).
Nel 1829, poco prima di morire lo stesso Bardi nominò Nesti suo esecutore testamentario, insieme a Vincenzo Antinori e Giuseppe Gazzeri, avendo destinato una cospicua somma in denaro e le sue collezioni scientifiche di strumenti e oggetti naturalistici alla creazione e al funzionamento di un istituto nel quartiere di S. Spirito nell’Oltrarno per l’istruzione gratuita degli artigiani, dove si insegnassero le scienze applicate alle arti. Anche in questo caso, per espressa volontà del testatore, fu Nesti a dirigere la nuova scuola. Le lezioni ebbero avvio nel 1844, in orario serale, e Nesti dedicò grandi energie al progetto sostenendolo in ogni modo e giungendo persino a ospitare l’istituto nella sua abitazione di via S. Spirito nel 1849 quando le truppe austriache, venute in Toscana a sostegno della dinastia lorenese, ne avevano occupato la sede.
Oltre a essere ascritto a varie accademie scientifiche, appartenne anche all’Accademia della Crusca, in seno alla quale intervenne varie volte, in particolare su aspetti legati alla lingua italiana nelle scienze. Collaborò anche alla traduzione italiana del Dizionario delle scienze naturali, pubblicata a Firenze da V. Batelli e figli tra il 1830 e il 1850, la cui edizione originale era stata redatta in Francia dai più celebri scienziati del tempo, Cuvier incluso.
Morì a Firenze il 29 novembre 1849.
Opere: Oltre a quelle già citate, si ricordano: Rapporto del professore di zoologia e di mineralogia, in Annali del Museo imperiale di fisica e storia naturale di Firenze per il MDCCCVIII, I, 1808; Rapporto del corso di mineralogia, ibid.; Sopra alcune ossa fossili di rinoceronte. Lettera del Prof. Filippo Nesti al signor dott. Gaetano Savi professore di botanica nello Studio di Pisa, Firenze 1811; Mémoire sur les systèmes d’instruction à donner aux pauvres, in De la nécessité d’introduire dans les Écoles primaires de Toscane la méthode de Bell et Lancaster. Mémoires de messieurs F. Nesti, L. Serristori, F. Tartini-Salvatici et C. Ridolfi, Milano 1818; Sillabario italiano del quale si fa uso nella scuola esperimentale di mutuo insegnamento fondata in Firenze il 3 dicembre 1818, ed aperta il 3 febbrajo 1819 in vantaggio dei poveri fanciulli di detta città, dal conte Girolamo de Bardi a tutte sue spese, Firenze 1820; Descrizione osteologica dell’ippopotamo maggiore fossile dei terreni mobili del Valdarno superiore in Toscana, in Memorie di matematica e di fisica della Società italiana delle scienze, XVIII (1820), pp. 415-435; Lettere sopra alcune ossa fossili del Valdarno non per anco descritte. Sulla nuova specie di elefante fossile del Valdarno all’illustrissimo sig. dott. prof. Ottaviano Targioni Tozzetti. Lettera prima, in Nuovo Giornale de’ letterati, parte scientifica, XI (1825), 24, pp. 195-216; Lettera seconda del sig. prof. F.Nesti. Dell’osteologia del Mastodonte a denti stretti. Al sig. prof. Luigi Canali di Perugia, ibid., XII (1826), 25, pp. 17-34; Lettera terza del sig. prof. F. Nesti. Sopra alcune ossa fossili non per anco descritte. Al sig. prof. Paolo Savi, ibid. XIII (1826), 28, pp. 3-20.
Fonti e Bibl.: All’Università di Firenze, presso la Biblioteca di Scienze, sede di geomineralogia, e nella Sezione di geologia e paleontologia del Museo di Storia naturale, si conservano manoscritti, lezioni e appunti di mineralogia, zoologia, geologia, oltre a cataloghi di rocce, lettere e documenti riguardanti la direzione e le collezioni del Museo. Scritti biografici di vario respiro dedicati a Nesti sono: F. Bronzuoli, Orazione detta nella sera del di 17 febbraio 1850 dall'ill. e rev. monsignore Francesco Bronzuoli, vescovo di Fiesole, nella v. confraternita delle stimate in Firenze in occasione delle solenni esequie del prof. F. N. [Firenze 1850]; U. Peruzzi, Elogio del prof. F. N., letto ... nell’adunanza del 4 gennaio 1857, in Continuazione degli Atti della R. Accademia economico-agraria dei Georgofili di Firenze, n. s., IV (1857), pp. 34-59 (con elenco completo delle pubblicazioni di Nesti).