NERI, Filippo
– Nacque il 25 luglio 1897 a Santa Sofia (Forlì) da Giuseppe, maestro elementare di grado superiore e poi ispettore scolastico a Perugia, e da Silvia Zazzeri, anch’essa impegnata nell'istruzione elementare.
Ricevette l’educazione primaria a Perugia, dove si diplomò nel 1914, presso il Regio Istituto tecnico; si iscrisse poi all'Università di Roma, nella facoltà di matematica (per aspiranti ingegneri) e vi compì il biennio propedeutico nel 1916. Allo scoppio del prima guerra mondiale rispose alla chiamata alle armi e nell’ottobre 1916 entrò all’Accademia militare di Torino come allievo ufficiale. Il 1° aprile 1917 fu inviato al fronte, dove rimase fino alla fine del conflitto, distinguendosi per le sue capacità tecniche e organizzative tanto da meritarsi una medaglia di bronzo al valor militare e una croce al merito di guerra. Ripresi gli studi presso il Politecnico di Milano, conseguì il diploma di laurea di ingegnere industriale (sezione elettricisti) il 6 ottobre 1921. L’anno successivo, a Roma, conseguì l’abilitazione all’insegnamento dell’elettrotecnica nelle scuole industriali di secondo e terzo grado. Della commissione esaminatrice faceva parte Ugo Bordoni che, all'inizio del 1923, dopo aver assunto l’incarico dell’insegnamento di misure elettriche presso la Scuola di applicazione per gli ingegneri, a Roma, lo chiamò come assistente. Da allora non lasciò più l'Ateneo romano, dove svolse tutta la sua attività scientifica e didattica.
Su proposta del consiglio dei professori gli fu conferito l’insegnamento nel corso di impianti elettrici, che tenne dal 1923 al 1928. Successivamente, nell’ambito di una diversa organizzazione, questo corso fu abbinato a quello di misure elettriche, costituendo un’unica materia sotto la denominazione di Impianti e misure elettriche. Nel 1937, quando le due materie con disposizione di legge furono di nuovo separate, Neri scelse il corso di misure elettriche.
Come egli stesso scrisse, optò «per la materia più affine al proprio spirito ed alla quale sentiva di poter portare più efficacemente il contributo del proprio lavoro e della propria esperienza» (Notizie sulla carriera didattica, operosità scientifica, attività professionale e varia del prof. F. N., nota datata 1° giugno 1937, predisposta per il concorso alla cattedra di misure elettriche, p. 2).
Il 9 marzo 1931 conseguì l’abilitazione alla libera docenza in elettrotecnica. Nel dicembre dello stesso anno, su proposta di Luigi Lombardi, direttore dell’Istituto di elettrotecnica, approvata unanimemente dal consiglio dei professori, gli furono conferite le funzioni di aiuto del gabinetto di elettrotecnica. Il 13 ottobre 1937 vinse il concorso a professore straordinario alla cattedra di misure elettriche dell'Università di Roma, che ricoprì dall’anno accademico 1938-39.
La commissione giudicatrice era costituita da Lombardi (presidente), Angelo Barbagelata, Balbino Del Nunzio, Basilio Focaccia e Michele Paris. Quando la direzione dell’Istituto passò a Focaccia, a Neri fu affidata la sua riorganizzazione. Fu un lavoro molto impegnativo, che riguardò anche la sistemazione dei locali, la loro ripartizione funzionale, la sistemazione del macchinario, l’approntamento e l’attrezzatura delle sale di lavoro, la revisione completa dell’inventario.
Nonostante gli impegni, svolse la sua attività didattica e scientifica con risultati tali che, nel marzo 1941, la commissione giudicatrice, costituita da Focaccia, Enzo Calevaro e Giuseppe Revessi, non esitò a proporre all’unanimità la sua promozione a professore ordinario di misure elettriche. Nell’ottobre 1941 il ministero dell’Educazione nazionale dispose il suo trasferimento alla cattedra di impianti industriali elettrici, ma mantenne, per incarico, l’insegnamento di misure elettriche.
Dal maggio 1942 al settembre 1943 per conto del ministero dell’Interno diresse il laboratorio di elettrotecnica istituito presso le Scuole centrali dei servizi antincendi e tenne cicli di lezioni agli ufficiali e allievi ufficiali dei vigili del fuoco. Nel periodo 1944-46 fu membro del Consiglio di amministrazione dell’Università di Roma. Fu preside della facoltà di ingegneria dal 1947 al 1950.
Furono anni caratterizzati dall'intensa attività postbellica. Come Neri stesso ebbe a scrivere, si trattò «di un complesso lavoro rivolto a normalizzare e a ricondurre sul binario della stretta legalità la vita accademica, così duramente provata e turbata dagli eventi bellici» (relazione sull’attività svolta nel triennio dal 1947-48 al 1949-50, allegata al verbale del consiglio di facoltà del 27 ottobre 1950).
Dal 6 aprile 1961 fino al 1964 fu direttore dell’Istituto di elettrotecnica, succedendo a Focaccia. Nello stesso periodo fu nominato nuovamente preside della facoltà di ingegneria, carica che conservò fino alle dimissioni, nel 1965.
Il problema di una sede degna per la facoltà fu il suo principale pensiero. Dopo aver chiesto con insistenza aree limitrofe a quella dove essa si trovava, sostenuto dall’unanime consenso dei colleghi rivolse i suoi sforzi all’area demaniale dell’ex aeroporto di Centocelle, che il 12 febbraio 1963 ricevette in consegna provvisoria, firmando il 5 febbraio 1965 l’atto definitivo di cessione in uso gratuito e perpetuo. Il suo sogno di un ‘Politecnico di Roma’ pareva potersi avverare, ma l'opera non ebbe gli sviluppi da lui previsti.
Con decreto del presidente della Repubblica Antonio Segni, il 2 giugno 1962 gli fu conferito il diploma di prima classe ai benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte, con la facoltà di fregiarsi della relativa medaglia d’oro.
Declinato − come si evince da una sua lettera inviata al preside della facoltà Gino Parolini, del 17 maggio 1966 − l’invito dei colleghi ad assumere la carica di rettore, il 1° novembre 1967 andò fuori ruolo. Fu nominato consigliere di amministrazione dell’Università per l’esame del programma edilizio universitario, ma nell’aprile 1968 presentò le dimissioni, nonostante le insistenze del rettore, Pietro Agostino D’Avack. Dal febbraio 1969 chiese l'anticipato collocamento a riposo, anche per l’amarezza destata in lui dalle manifestazioni di declino dell’Università che cominciavano a delinearsi. Il 16 aprile 1969 il consiglio di facoltà propose la sua nomina a professore emerito, formalmente giunta con lettera del presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat, il 18 settembre 1969.
Parallelamente all'attività didattica, che restò sempre il suo impegno fondamentale, ricoprì numerosi incarichi professionali in importanti realtà industriali del paese e alte cariche in enti pubblici.
In relazione alle attività professionali conosceva «la importanza di primo ordine che ha un tale fattore sulla preparazione stessa di un insegnante che debba svolgere un corso di materia prettamente applicativa a dei futuri ingegneri, e dell’efficacissimo contributo che la vita professionale, sanamente intesa e vissuta, può portare alla Scuola col porre o suggerire dei problemi di carattere tecnico o scientifico che nella Scuola stessa si hanno talora i mezzi e la possibilità di risolvere ma che, senza il diretto contatto, rimarrebbero fatalmente ignorati ovvero sarebbero conosciuti con molto ritardo» (Notizie sulla carriera didattica…, cit., p. 7).
Redattore dal 1931 della rivista L’Elettrotecnica, su richiesta dell'Associazione elettrotecnica italiana, presieduta da Bordoni, dal 1933 fu membro del Comitato elettrotecnico italiano (CEI, presieduto da Lombardi) e nel quale operò per molti anni. Il 28 luglio 1933 il Consiglio nazionale delle ricerche, d’accordo con la Direzione generale delle antichità e belle arti del ministero della Pubblica Istruzione, lo chiamò a far parte di un'apposita commissione per la definizione delle norme per la prevenzione dei pericoli provenienti da impianti tecnici nei musei ed edifici monumentali.
In quegli anni ebbe molteplici incarichi tecnici da parte di ministeri, enti pubblici e società private (collaudo di complessi sistemi di misura, collaudo di impianti ospedalieri, esame di bandi di concorso per apparecchi elettrici di segnalazione di allarme durante il periodo bellico e altro) ottenendo sempre il vivo compiacimento dei committenti. Nel 1937, su proposta del Comitato centrale protezione antiaerea del ministero della Guerra, fu insignito della Croce di cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia, per la preziosa e disinteressata collaborazione più volte offerta.
Il 1° aprile 1939 fu nominato componente del Comitato nazionale per la fisica e la matematica applicata del CNR. Nel 1939-42 fu presidente della sezione di Roma dell’Associazione elettrotecnica italiana (AEI). Su designazione del CEI fece parte del gruppo di esperti della Commissione aeronautica (in seno all’Ente nazionale per l’unificazione , UNI) per l’unificazione nel campo degli impianti e delle installazioni elettriche a bordo dei velivoli (1942). Nel 1943, per decreto reale, divenne membro esperto del Consiglio superiore dei lavori pubblici e fu assegnato alla IV sezione, nella quale operò fino al 1952. Nel 1944, nell’ambito del CNR, fu eletto presidente del Comitato nazionale per l’ingegneria e, nel 1946, presidente della Commissione di studio per l’energia elettrica. Nel 1947 fu proclamato socio benemerito dell’AEI.
Il 21 ottobre 1948, su proposta del ministero dei Trasporti, ebbe la nomina di consigliere di amministrazione delle Ferrovie dello Stato, carica confermata per due trienni successivi. Nella seconda metà degli anni Cinquanta fu membro del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione. Fece parte del Collegio nazionale degli ingegneri ferroviari italiani e, nel 1958, fece una generosa donazione come fondo premi o borse per i figli dei ferrovieri. Il 2 giugno 1955 il presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi, gli conferì l’onorificenza di Grande Ufficiale al merito della Repubblica italiana.
Tra i lavori svolti nel periodo postbellico sono da ricordare i collaudi di alcuni dei più grandi impianti idroelettrici realizzati dalla società Terni sui fiumi Nera e Vomano, nonché dell’impianto di Valpelline del Consorzio idroelettrico del Boutier.
Nel marzo 1959 la Società mineraria carbonifera sarda chiese la sua consulenza per lo studio e l’elaborazione del progetto esecutivo della centrale termoelettrica di Portovesme e del collegamento in corrente continua a 200 kV tra la Sardegna e l’Italia. Dal febbraio 1961 al 1° ottobre 1963 fu componente del Consiglio di amministrazione della stessa società.
Negli anni 1963-64, su designazione del ministero per l’Industria e il commercio, partecipò ai lavori della Commissione per il giudizio sugli impianti elettrici da trasferire all’Ente nazionale per l'energia elettrica (ENEL). Negli anni Sessanta, su designazione dello stesso ministero, svolse opera proficua in seno al Comitato centrale metrico.
Oltre ai pregevoli e chiarissimi testi di misure e impianti elettrici (Lezioni di impianti elettrici, I Richiami, generalità, preliminari, II La trasmissione dell’energia elettrica, III La distribuzione dell’energia elettrica, Roma 1930-32; Corso di misure elettriche, I Misura delle grandezze elettriche, II Prove di collaudo sulle macchine elettriche, ibid. 1947-48, nuova ristampa 1960; Corso di impianti industriali elettrici, ibid. 1959), pubblicati in varie edizioni sempre aggiornate, per studenti universitari e utile strumento di consultazione, fu autore di una trentina pubblicazioni, che abbracciano tutto il vasto campo della costruzione e dell’esercizio degli impianti elettrici e, soprattutto, delle misure elettriche. Si tratta di opere caratterizzate da grande chiarezza e profondità di indagine, che ben evidenziano le sue peculiari attitudini a escogitare mezzi adatti a risolvere problemi nuovi, a sviluppare nuovi procedimenti di misura e a condurne a termine la pratica realizzazione.
Morì a Roma il 1° agosto 1976.
Opere: Alcune osservazioni intorno alla regolazione della tensione, La Spezia 1924; Su certe proprietà elettriche ed applicazioni delle lampade a luminescenza catodica, in L’Elettrotecnica, 1927, pp. 512 ss.; Alcune proprietà ed applicazioni delle lampade al neon, in Rendiconti dell’Accademia nazionale dei Lincei, 1927; Sul calcolo meccanico dei conduttori bimetallici, in L’Energia elettrica, 1927, n. 12; Brevi cenni sul calcolo dei conduttori per gli impianti interni di illuminazione, Roma 1928; Un diagramma a punti allineati per lo studio delle trasmissioni di energia, in L’Energia elettrica, 1928, n. 12; Sul fenomeno di autoeccitazione di un tipo di macchina asincrona auto compensata, in L’Elettrotecnica, 1929, pp. 517 ss.; Un metodo balistico per la determinazione del coefficiente di Poitier nelle macchine sincrone, ibid., pp. 617 ss.; Sulla autoeccitazione delle macchine asincrone auto compensate, in Rendiconti della Accademia nazionale dei Lincei, 1929; Problemi ed orientamenti relativi al funzionamento ed alla stabilità delle macchine nelle centrali termiche, in Rendiconti della XXXV riunione dell’AEI, Trieste 1930; Fenomeni transitori nei trasformatori in relazione all’esercizio delle linee e delle reti, in Rendiconti della XXXVI riunione dell’AEI , Perugia 1931; Su alcune proprietà e possibilità di un circuito a triodi, in L’Elettrotecnica, 1934, pp. 58 ss.; Sull’uso delle induzioni mutue per il controllo dei trasformatori di corrente, ibid., pp. 69 ss.; Un comparatore per la taratura dei trasformatori di corrente, ibid., 1936, pp. 2 ss.; Un analizzatore armonico, ibid., pp. 66 ss.; Su un dispositivo a differenziazione magnetica per il paragone delle impedenze, ibid. 1937, pp. 190 ss.; Su un metodo per la verifica dei trasformatori di tensione, ibid., pp. 230 ss.; Su un comparatore a usi multipli, ibid., pp. 262 ss.; Una possibile estensione del metodo a differenziazione magnetica per la misura delle impedenze, ibid., pp. 366 ss.; Sur quelques application d’un dispositif à differentiation magnetique, in Comptes rendus de la Conférence internationale des grands réeseaux électriques à haute tension, Paris 1937; Allora ed ora. 1914-1939: i trasformatori di misura, in L’Elettrotecnica, 1939, pp. 34 ss.; Un comparatore a lettura diretta per la verifica dei trasformatori di misura, ibid., 1947, pp. 166 ss.; Osservazioni tecnico-economiche sul provvedimento del Comitato interministeriale Prezzi n° 416 in data 5 aprile 1954 nel quadro della situazione e dello sviluppo degli impianti elettrici in Italia e di quelli propri della Soc. “Terni”, Roma 21 febbraio 1955; Un dispositivo per la esecuzione delle prove di rallentamento, in L’Energia elettrica, XXXII (1955), 9; Alcune esperienze ed osservazioni sui dispositivi a comparazione, ibid., 11; Un frequenzimetro indicatore e registratore per uso industriale, ibid., XXXIII (1956), 2; Su alcuni impieghi dei modulatori a secco nella tecnica delle misure, ibid., XXXIV (1957), 6; Ugo Bordoni, Bologna 1953.
Fonti e Bibl.: A.M. Angelini, Rievocazione del prof. F. N., conferenza tenuta a Roma il 23 maggio 1978 (estr. in L'Elettrotecnica, 1978, n. 6); Id., F. N., in Annuario per l'anno accademico 1980-81, Università degli studi di Roma, pp. 878-881.