Masci, Filippo
Filosofo italiano (Francavilla a Mare, od. prov. Chieti, 1844 - Napoli 1922). Allievo di B. Spaventa, si dedicò inizialmente allo studio della filosofia hegeliana, ma presto orientò il suo interesse soprattutto su Kant, e divenne uno dei principali rappresentanti del neokantismo italiano, proseguendo così la tradizione iniziata da Francesco Fiorentino, cui successe nella cattedra (1885) presso l’univ. di Napoli. In nome del kantismo, M. si contrappone a positivisti ed empiristi, difendendo il principio dell’apriorità delle forme conoscitive, tuttavia considera la sintesi kantiana come una funzione, interpretando il dualismo kantiano di realtà noumenica e soggetto pensante nel senso di un parallelismo psicofisico. Le sue opere principali sono: Le forme dell’intuizione (1881); Le idee morali in Grecia prima d’Aristotele (1882); Coscienza, volontà, libertà (1884); L’idealismo indeterminista (1898); Il materialismo psicofisico e la dottrina del parallelismo in psicologia (1901), che è l’opera più notevole; Filosofia, scienza, storia della filosofia (1902); E. Kant (1904).