MALAVOLTI, Filippo
Figlio di Malavolta di Filippo, fratello di Fortebraccio e di Arrigo, nacque poco prima del 1150 probabilmente a Siena o nei suoi dintorni.
Il padre del M. aveva partecipato ai numerosi patti stretti dal vescovo Raniero con i poteri signorili del comitato.
Il M. è attestato una prima volta il 10 marzo 1168 in occasione della donazione da parte degli Ardengheschi del castello di Orgia al Comune senese. Dopo la pace di Costanza, nel 1186, il M. fu console per la prima volta e, quando Enrico di Svevia, il futuro imperatore Enrico VI, pose l'assedio a Siena egli guidò le milizie cittadine, che il 30 maggio furono sconfitte a Rosaio, nei pressi della città. Di lì a poco, nel 1188, come narra Orlando Malavolti, 500 giovani senesi salparono ai suoi ordini con le galee pisane per la terza crociata. Il M. fu con i Pisani agli assalti di San Giovanni d'Acri del 1189 e del 1190, ma non alla presa della città, perché tornò presto a Siena, dov'è attestato console nel 1191.
Della spedizione rimase eco nella memoria senese testimoniata, come vuole la tradizione, dall'erezione di una torre sul poggio dei Malavolti.
Fu nuovamente console nel 1194. Dopo la morte di Enrico VI, nel 1197, Siena riprese la sua politica di espansione con la guerra a Montalcino. Nel maggio del 1200 il M. guidò le milizie contro il castello, ma l'impresa, oggettivamente difficile, si trascinò senza esito.
Nell'autunno di quell'anno risulta podestà: il 13 novembre il camerlengo del Comune di Siena ricevette una donazione "pro Philippo Senensi potestate" (Il Caleffo vecchio, n. 72). La soluzione per Montalcino giunse con l'accordo di Fonterutoli del 29 marzo 1201 tra Filippo e il podestà fiorentino: il patto che dava mano libera reciproca su Semifonte e Montalcino, che fu conquistata il 28 sett. 1201.
Il successo dell'impresa fu tramandato nei versi celebrativi del Kalendarium del duomo di Siena che precisano la durata della guerra, "Montis Lucini castrum [(] / urbs Sena devincens [(] / per sedecim menses obsessum" e la data della capitolazione, "Anni sunt Domini, si queris, mille ducenti Unus".
Probabilmente il M. prese parte anche alle ostilità che presto si riaccesero tra Siena e Firenze. Fu presente il 4 giugno 1203 al solenne arbitrato di Ogerio, podestà di Poggibonsi, che chiuse il dissidio per Tornano e ne definì le giurisdizioni territoriali.
Non si hanno notizie per gli anni immediatamente successivi. Dal 1210 al 1213 il M. ebbe parte in atti di garanzia, come nel caso del dissidio del 31 dic. 1210 per un cospicuo indennizzo da parte del Comune a Guido da Palazzo e Gregorio Belli per Tornano e nei patti imposti agli Scialenghi e Ardengheschi, a Ugo e Raniero di Valcortese, all'abbazia del S. Salvatore del monte Amiata.
All'impegno di Siena per il controllo di Montepulciano rimanda una delle ultime attestazioni del M. che, il 25 nov. 1214, in possesso con i fratelli del castello di Ciliano, s'impegnò a non alienarlo, a tenerlo contro Montepulciano in nome del Comune di Siena e a costruirvi una casatorre condividendone le spese con il Comune stesso. Un "castello aperto" che sembra esprimere il rapporto tra aristocrazia feudale e ceti cittadini: l'integrazione sociale per l'acquisto e la conservazione del dominio della civitas. Nel dicembre 1214 cedette terre con i fratelli al Comune senese in occasione di acquisti per importanti opere a Quercegrossa, il castello sul confine con il territorio fiorentino.
Il M. doveva essere già morto il 30 maggio 1218 quando, nella cattedrale senese, il legato apostolico Ugolino di Segni (il futuro papa Gregorio IX) emise la sentenza di scomunica nei confronti delle societates iniquas.
In quell'occasione, accanto al vescovo senese Bonfiglio, vi erano il figlio del M., Ranuccio, e il nipote Uguccione di Fortebraccio (Il Caleffo vecchio, n. 106), presenze che segnalano l'appartenenza del casato del M. alla vecchia oligarchia nobiliare dei milites, ormai saldata alla fazione più moderata del popolus, e in grado di superare un momento cruciale di assestamento interno, stabilizzandosi ormai su quella che il Sestan indicava come la via "presegnata" della politica interna ed estera senese.
Fonti e Bibl.: Siena, Biblioteca comunale, Mss., B.VI.11: Spoglio di strumenti dal 1189 al 1508, XI, cc. 12v-14v, 96 s.; Kalendarium Ecclesiae metropolitanae Senensis, a cura di A. Lisini - F. Jacometti, in Rer. Ital. Script., 2a ed., XV, 6, pp. 21, 181 s.; Il Caleffo vecchio del Comune di Siena, I, a cura di G. Cecchini, Siena 1931; II, a cura di G. Cecchini, ibid. 1934; V, Indice generale, a cura di M. Ascheri et al., ibid. 1991, s.v. Malavolta Filippi, Filippus Malavolte, Quercegrossa, Cilianum castrum; A. Lisini, Inventario delle pergamene conservate nel Diplomatico dall'anno 736 all'anno 1250, in Bull. senese di storia patria, XIV (1907), pp. 197, 199 s.; Regestum Volaterranum, a cura di F. Schneider, Roma 1907, n. 191; Regestum Senense, I, a cura di F. Schneider, Roma 1911, nn. 238, 364, 395; O. Malavolti, Dell'historie di Siena, I, Siena 1599, pp. 25b, 37n-41; G. Müller, Documenti sulle relazioni delle città toscane coll'Oriente cristiano e coi Turchi fino all'anno 1531, Firenze 1879, pp. XV, 411; V. Passeri, Genesi e primo sviluppo del Comune di Siena, in Bull. senese di storia patria, LI-LIV (1944-47), pp. 71, 77-81; E. Sestan, Siena avanti Montaperti, ibid., s. 3, XX (1961), pp. 56 s.; U. Morandi, Il Castellare dei Malavolti a Siena, in Quattro monumenti italiani, Roma 1969, pp. 81 s.; R. Davidsohn, Storia di Firenze, I, Firenze 1972, pp. 857-859, 868 s., 938-940; II, ibid. 1972, pp. 237 s.; F. Schneider, L'ordinamento pubblico nella Toscana medievale, Firenze 1975, p. 275; O. Redon, Uomini e Comunità del contado senese nel Duecento, Siena 1982, pp. 33-42; P. Cammarosano - V. Passeri, Città, borghi e castelli dell'area senese-grossetana. Repertorio delle strutture fortificate dal Medioevo alla caduta della Repubblica senese, Siena 1984, pp. 110, 212 e ad ind.; O. Redon, Un podestat déplacé et les aléas du gouvernement communal. Sienne 1218, in Bull. senese di storia patria, CI (1994), pp. 23-28; M. Pellegrini, Chiesa e città. Uomini, Comunità e istituzioni nella società senese del XII e XIII secolo, Roma 2004, pp. 116 s.; V. Castelli - S. Bonucci, Antiche torri di Siena, Siena 2005, pp. 150-153.