DIONISI (Dionigi), Filippo Lorenzo
Nacque a Roma il 9 ag. 1712 (e non nel 1711, come asserito da alcuni biografi), da Giovan Battista e da Anna Perelli, persone "di mediocre condizione". Compiuti i primi studi in patria, fu accolto come convittore nel seminario di Rieti, dove si distinse nelle lettere antiche e per la religiosità. Licenziatosi con lode il 10 nov. 1726, rientrò a Roma e, attratto dal sacerdozio, vi continuò gli studi più adatti a quello stato quali la teologia, la filosofia, le sacre scritture, la liturgia, i sacri canoni, la storia ecclesiastica e quella medioevale. Onde meglio accedere alle fonti, si applicò con passione all'approfondimento della conoscenza del latino e all'apprendimento del greco e dell'ebraico, ottenendo risultati non mediocri, che gli meritarono l'apprezzamento degli ambienti eruditi della città, tanto che il cardinale A. Albani, arciprete della basilica vaticana, lo nominò a soli ventuno anni (il 21 dic. 1733) chierico beneficiato di quella basilica, consentendogli con questa prebenda la continuazione degli studi. Ordinato sacerdote nel 1736, venne nominato suo teologo dal cardinale P. Colonna Pamphili, abate commendatario delle Tre Fontane alle Acque Salvie, assumendo la guida spirituale del clero da quello dipendente. In seguito, da Benedetto XIV ottenne la carica di qualificatore del S. Offizio, e il 22 dic. 1751 fu aggregato al collegio dei beneficiati della basilica vaticana.
Il D. abitò per gran parte della sua vita e fino alla morte nella parrocchia dei Ss. Celso e Giuliano, presso cui prestò la sua opera catechistica e di confessore, specialmente tra i giovani. Era visitatore assiduo dei malati del vicino ospedale di S. Spirito in Sassia e "molto limosiniero", come anche "puntualissimo al coro, fervoroso nel celebrare, composto nella persona" (A. Mariotti, Elogio latino dell'abate D., in Antologia romana, 1797, n. 45, pp. 353-58).
Queste attività nel campo ecclesiastico e pastorale non sembrano però aver intralciato il suo lavoro di ricerca e di studio: per anni egli si applicò con perseveranza e meticolosità alla raccolta, controllo e classificazione dell'immensa mole di bolle pontificie che in qualche modo concernessero la basilica vaticana. Nel 1747, in collaborazione con A. Martinetti e G. Cenni, pervenne alla pubblicazione della Collectio Bullarum Sacro-sanctae Basilicae Vaticanae (tre tomi, in folio, Romae 1747).
Da una polemica insorta fra i coautori (scatenata dal Cenni con alcuni articoli apparsi nel Giornale dei letterati di Roma del 1753, cui rispose il D. con l'opuscolo Risposta alla censura riferita negli articoli XII, XVII, XXIII…, Roma 1753) si può conoscere con certezza che fatica personale del D. fu quasi tutto il primo tomo, e precisamente la prefazione, la parte concernente le abbazie e i monasteri, e quella che si riferisce all'interno dell'Urbe.
Nel 1773, dopo anni di intense indagini, il D. pervenne alla pubblicazione della sua opera principale, uno studio assai accurato di carattere archeologico ed epigrafico sugli strati inferiori della basilica vaticana, dal titolo Sacrarum Basilicae Vaticanae cryptarum monumenta aeneis tabulis incisa et a Philippo Laurentio Dionisio eiusdem basilicae beneficiario commentariis illustrata, curante Angelo de Gabriellis..., Romae 1773.
Questo lavoro, dedicato a Clemente XIV, ebbe vasta e durevole fama (fu rist. a Roma nel 1828), e merita ancor oggi considerazione, sia per l'accuratezza delle 83incisioni, sia per l'apparato erudito dei commentari (pp. 1-224). Nel 1840E. Sarti e G. Settala pubblicheranno in Roma un pregevole Ad Philippi Laurentii Dionisii opus de Vaticanis Cryptis Appendix..., che completerà l'opera del Dionisi.
Nel 1780 il D., quasi settantenne, pubblicò la sua ultima fatica, emblematica di un altro aspetto della sua erudizione, forse il più datato e meno fruibile, quello che si compiace di minuziosissime questioni di antichità ecclesiastiche o di rare forme di liturgia, Antiquissimi vesperarum Paschalium ritus expositio de sacro inferioris aetatis processu Dominica Resurrectionis Christi ante vesperas in Vaticana basilica usitato coniectura, Romae 1780, che tratta in undici capitoli di una particolare processione, detta delle tre Marie, che prima dell'esilio avignonese aveva luogo anche in S. Giovanni in Laterano e le cui oramai pallide vestigia, appena riconoscibili, venivano allora accennate solo in S. Pietro dal clero di quella basilica, il pomeriggio del giorno di Pasqua, prima dei vespri.
Il D. ebbe, al di fuori della ricerca erudita, interessi e curiosità anche bizzarri, quali lo studio della psicologia degli individui attraverso il disegno delle rughe del volto, o la poesia burlesca, come rivelano alcune delle sue carte pervenuteci (Arch. del Capitolo di S. Pietro, arm. 44, cart. 74). Fu in rapporto di amicizia con monsignor S. Borgia e con G. A. Orsi, entrambi futuri cardinali, nonché con G. Bianchini, A. Giorgi e altri dotti romani tra cui l'abate G. Calidi, anch'egli beneficiato di S. Pietro, che alla morte del D. provvide alla copiatura di una parte dei manoscritti da lui lasciati (lettera del Collegio inglese a G. Calidi, 22 apr. 1790, ibid., cart. 79).
Il D. morì a Roma il 19 marzo 1789 (Roma, Arch. del Vicariato, Parrocchia dei Ss. Celso e Giuliano, Reg. dei morti, n. 9). Lasciò una quantità notevolissima di manoscritti, la maggior parte già dispersi o in mani private nel 1797 (e si sospettò venissero sfruttati da plagiari), quando furono elencati dal Mariotti, che ne aveva avuto notizia dall'abate Calidi.
Nell'Arch. del Capitolo di S. Pietro, depositato nella Bibl. apost. Vaticana, esistono nove cartelle contenenti carte del D. con il titolo: Dionisi, materie religiose ed erudite mezzi fogli sciolti. Esse contengono: cart. 71: 1) Revisione del breviario e messale romano; 2) Miscellanea teologica, con un ampio studio sulla bolla Unigenitus; 3) Officia Sanctorum; 4) Adnotationes in ordines Romanos e Mabillonio editas (opera organica, l'unica ancora presente della lista del Calidi); 5) fogli sciolti con massime e moralità (forse base di prediche); cart. 72: 1) Materie religiose varie; 2) Varia teologica; 3) Idem; 4) Pratica della Curia Romana; 4) Dissertazione sulla Penitenza e l'Estrema Unzione; 6) De subdiaconatu; 7) De panibus ad Sacrificium adhibitis; 8) voluminoso manoscritto su G. Galilei; cart. 73: 1) De Romano Pontifice, Monarchia Ecclesiastica, Curia, etc. (sunt excerpta pro opere perficiendo); 2) De Baptismate adnotationes; cart- 74: 1-2) Note di erudizione ecclesiastica; 3) Bibliografia e schede; 4) Materie liturgiche (abbozzo di lavoro organico); 5) De Gruce altari imposita; 6) Note sparse sulla Chiesa gallicana; 7) Ius civile 1748-49; 8) Scritti sugli errori di Voltaire; cart. 75: Casi morali ordinati per annate; cart. 76: 1) Santo Uffizio; 2) Carte dell'abate Calidi; cart. 77: De Sacramento; cartt. 78-79: 1) Questioni teologico-cerimoniali; 2) Varia erudizione su S. Pietro; 3) Basilica Vaticana; 4) Pareri dati come esaminatore pro-sinodale; 5) Ss. Reliquie.
Fonti e Bibl.: Arch. della Basilica Vaticana, Diario della Basilica Vaticana, vol. 84, p. 1258, "chierico beneficiato", n.561; Roma, Arch. del Vicariato, Stato d'anime della Parr. dei Ss. Celso e Giuliano, 1788, p. 45; Efemeridi letter. di Roma, II (1773), 10 aprile, coll. 113 ss.; 24 aprile, coll. 129 s.; 1° maggio, coll. 137-41; Novelle letter. (Firenze), n. s., XX (1789), coll. 226-29 (necrologio); G. B. Corniani, I secoli della letter. ital. dopo il suo risorgimento, II, Milano 1833, p. 354; E. De Tipaldo, Biogr. degli Ital. illustri, V, Venezia 1836, pp. 168-72 (articolo di F. Fabi Montani); Bibliografia romana. Notizie della vita e delle opere degli scrittori romani dal sec. XI fino ai nostri giorni, con prolegomeni di G. Amati, Roma 1880, I, p. 109; G. Gasperoni, Il Settecento ital., I, L'abate G. C. Amaduzzi, Padova 1941, p. 299; E. Dammig, Il movimento giansenista a Roma nella seconda metà del secolo XVIII, Città del Vaticano 1945, p. 209; C. Galassi Paluzzi, La Basilica di S. Pietro, s. 1, 1975, pp. 234, 265, 34; G. Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, ad Indicem.