FILIPPO III re di Spagna
Nacque il 14 aprile 1578 a Madrid, da Anna d'Austria e da Filippo II. Successo ventenne al padre (13 settembre 1598), lasciò subito le redini del governo a Francesco Sandoval y Rojas duca di Lerma (v.), uomo non capace di far fronte alle difficili circostanze in cui la Spagna si trovava. Dal padre Filippo il nuovo re ereditava la guerra con i Paesi Bassi e con l'Inghilterra. Nel 1600 l'arciduca Alberto, cognato del re, veniva sconfitto a Nieuport, e Ostenda capitolò, ma solo dopo un lungo assedio, il 20 settembre 1604. Tuttavia le perdite e l'avvilimento erano tali, che la Spagna dové conchiudere all'Aia una tregua di 12 anni (9 aprile 1609), per la quale riconosceva l'indipendenza delle Provincie Unite. La guerra con l'Inghilterra non fu più fortunata: nel 1599 una flotta veniva distrutta dalla tempesta, un'altra, comandata da Martín de Padilla, doveva tornare indietro nel 1601. Nel 1602 si sperò nella rivoluzione irlandese; ma questa fu soffocata; se gli Spagnoli riportarono qualche successo, dovettero poi rilasciare le città conquistate di Kinsale e Baltimora. Solo dopo la morte di Elisabetta, la gran nemica della Spagna, fu possibile conchiudere la pace (1604) con Giacomo I Stuart.
Con la Francia, invece, la morte di Enrico IV, nel momento in cui allestiva una guerra contro la Spagna, favorì la politica spagnola: la reggente Maria de' Medici, partigiana di Spagna, accolse le proposte di nozze dell'erede di Spagna con la sua figliuola Isabella e dell'erede di Francia con Anna, figlia del re di Spagna. Le nozze furono conchiuse nel 1615. Inorgoglita, la Spagna si rivolse contro il ducato di Savoia e contro Venezia, alleati di Enrico IV. Nella questione della successione del Monferrato essa appoggiò il duca di Mantova contro Carlo Emanuele di Savoia. Questi fu vinto; ma nel 1617 l'intervento francese in suo favore obbligò la Spagna alla pace di Pavia, per la quale venivano restituite al Savoiardo tutte le sue terre. Il Monferrato veniva però aggiudicato al duca di Mantova. Levò molto scalpore l'anno dopo (1618) la notizia della congiura di Bedmar (v. bedmar, alonso).
Altre imprese guerresche del tempo di Filippo III furono la partecipazione di truppe spagnole, comandate dallo Spinola, in favore dell'Impero nei primi anni della guerra dei Trent'anni, e l'aiuto dato dal governatore di Milano, duca di Feria, ai Valtellinesi contro i Grigioni. Fortunate furono in complesso anche le azioni guerresche contro i barbareschi.
Il più celebre e più biasimato atto del governo di Filippo III è la cacciata dei Mori dalla Spagna. Li si accusava di accordi con la Francia e con i barbareschi; ma in realtà la loro cacciata fu dovuta alla gelosia, alla rapacità e all'odio religioso. Il papa Paolo V aveva proposto che una Giunta deliberasse sul da fare; ma il duca di Lerma ruppe ogni indugio e fece emanare il bando del 22 settembre 1609, per cui ai Mori venivano concessi tre giorni di tempo per lasciare la Spagna. Persecuzioni e sterminio aggravarono l'atto inumano, che si risolse però a rovina di coloro che lo permisero: oltre alla condanna morale gravissima che su di essi cadde, la Spagna perdette la parte più industriosa e più fattiva della sua popolazione.
Nel 1618 il duca di Lerma perdé il favore del re per intrighi di corte che facevano capo al figlio di lui, duca di Uceda: uomo insignificante costui, che successe nel favore del re. Ma poco poté egli goderne: il 4 dicembre 1619 il re si ammalava in Portogallo, il 31 marzo 1621 moriva. Nel 1599 aveva sposato Margherita d'Austria.
Il regno di Filippo III non è favorevolmente giudicato. In tutto diverso dal padre, fu impari alle difficili circostanze dei tempi e contribuì a spingere la Spagna verso la rovina, iniziandovi l'epoca infelice delle camarille e del governo dei favoriti.
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