GALASSI, Filippo
Nacque a Roma il 7 febbr. 1856 da Luigi, professore di patologia medica, e da Clotilde Cicognani. Studiò all'Archiginnasio romano e alla Scuola di applicazione per ingegneri, dove nel 1876 conseguì la laurea in ingegneria civile. Fu allievo di F. Azzurri e di G. Riggi, con il quale collaborò ai progetti dell'ambasciata britannica presso porta Pia e del palazzetto Stroganoff in via Sistina. Nel 1880 fu assistente di A. Sfondrini nei lavori per il teatro Costanzi. Nel rifacimento del palazzo Cicognani in via IV Novembre, n. 96, lavoro d'esordio del 1879, si rifece a modelli cinquecenteschi, caratteristica che connotò buona parte della sua attività (Roma, Arch. storico Capitolino, Tit. 54, prot. 20777/1879). Nel 1887, anno d'inizio della lottizzazione di villa Ludovisi, attese ai progetti dei quattro edifici che formarono l'isolato delimitato dalle vie Sardegna, Marche, Campania e Veneto, commissionatigli dall'impresa Guerrini e Felici (ibid., prott. 62903(2)/1887; 69781/1887; 83239/1887; 51338/1888). Nello stesso anno, per l'impresa Galterio e Verne, progettò i due palazzi siti in via Boncompagni, nn. 73-99, e via Puglia, nn. 1-11, e l'intero isolato tra le vie Calabria, Sicilia e Lucania (ibid., prott. 57857/1887; 27666/1888). Per il principe Carlo Napoleone Bonaparte realizzò nel 1889 il palazzetto in via XX Settembre, n. 68, nel parco della villa Paolina (ibid., prot. 16746/1889).
Nel 1891 il G. fornì i disegni per il palazzo della Società anglo-romana per il gas, ora dell'Enel, in via Poli, n. 14, e via del Tritone, nn. 24-30, opera che rivela una buona padronanza degli stilemi neorinascimentali. Dal 1892, divenuto ingegnere capo degli Ospedali di Roma, fu impegnato nel campo dell'edilizia ospedaliera per l'intero arco della sua attività.
Nel 1907 partecipò al primo concorso per il manicomio provinciale di Roma: prescelto dalla commissione, il progetto fu accantonato per un'eccedenza nel preventivo di spesa. Nell'ospedale romano di S. Giovanni realizzò l'ospizio per tubercolotici e nel 1908 sei nuovi padiglioni lungo la via Merulana, adottando strutture in cemento armato (Due costruzioni ospitaliere in cemento armato, in Ann. della Soc. degli ing. e arch. ital., XXV [1910], pp. 109-116). Nel 1909 progettò due padiglioni nel policlinico Umberto I e diede i disegni per i nosocomi di Ronciglione, Osimo, Albano e Ferrara.
Dal 1893 venne affiancato dal fratello minore Francesco (1866-1945), anch'egli ingegnere; insieme parteciparono nel 1897 al concorso per la nuova aula della Camera dei deputati nel palazzo di Montecitorio.
Nel campo dell'edilizia privata il G. si misurò spesso con la tipologia del villino, adottando soluzioni stilistiche differenti a seconda della committenza. Nel 1902 realizzò in forme neoromaniche il villino Scafi in lungotevere dei Vallati, n. 20, e nel 1906 il villino Patrizi, demolito per la realizzazione di via Bissolati (Roma, Arch. storico Capitolino, Tit. 54, prot. 92524/1906). Per la famiglia Borghese del Vivaro progettò nel 1907 il villino in lungotevere Marzio, n. 14, chiaramente ispirato al casino di villa Borghese (ibid., prot. 45337/1907); l'anno seguente disegnò in stile palladiano il villino Rossoni in via della Camilluccia, poi demolito (ibid., prot. 80514/1908).
Invitato nel 1908 a partecipare al concorso per il palazzo delle Belle Arti a Valle Giulia, si ritirò dalla competizione. Nel biennio 1909-10 disegnò la palazzina Calzone in via del Collegio Romano, opera controversa e dal carattere innovativo, dove vengono proposti motivi neogotici in facciata e strutture in cemento armato (Cantieri romani…, 1995, pp. 248-251). È da attribuirsi al G. anche la tipografia Calzone in via di S. Onofrio (Galassi, 1990, p. 102). Nel primo decennio del secolo furono numerose le realizzazioni per istituzioni straniere a Roma.
Nel 1903 curò gli arredi dell'ambasciata britannica presso porta Pia, distrutta nel 1947, e nel 1905-07 progettò l'Anglo-American Nursing Home in via Nomentana, n. 311. Nel biennio 1911-12, con l'architetto statunitense P. Stevens, disegnò la villa Ireland in via P. Raimondi e la sede dell'Accademia americana in via A. Masina (Le ville…, 1994).
Nel 1891 aderì all'Associazione artistica fra i cultori di architettura in Roma (AACAR), della quale sarà presidente dal 3 apr. 1901 al 15 febbr. 1902. All'interno dell'Associazione il G. si dedicò allo studio delle teorie sul disegno della città.
Nel gennaio del 1902 fu tra gli organizzatori della conferenza di C. Buls su "L'estetica delle città" (La conferenza del sig. Charles Buls, in AACAR, Annuario 1902, Roma 1902, pp. 9-14) e in successivi studi avallò le concezioni del Buls e di C. Sitte (Sugli odierni criteri edilizi con speciale riguardo alla trasformazione di Roma, in Ann. della Soc. degli ing. e arch. ital., XX [1905], pp. 177-199; Considerazioni sull'architettura e sui piani di ampliamento delle città, in Annuario dell'Accademia di S. Luca. 1909-1911, Roma 1911, pp. 109-120).
Nel 1908 il G. fu presidente della commissione istituita dall'AACAR incaricata di analizzare il piano Sanjust, cui parteciparono, tra gli altri, G. Magni e G. Giovannoni; nella relazione emersero diverse critiche al piano, incentrate sul disegno delle arterie di attraversamento del centro storico e sul nuovo quartiere di piazza d'Armi (Relazione sul piano regolatore di Roma, in AACAR, Annuario 1908-1909, Roma 1910, pp. 19-35).
Fu consigliere comunale a Roma dal 1905 al 1907; caduta la giunta Nathan, fu rieletto nel 1914, e da quell'anno sino al 1920 fu assessore all'Edilizia e al Piano regolatore. Nel 1914 affidò a G. Giovannoni e M. Piacentini il progetto dei quartieri Flaminio e di piazza d'Armi. Nel 1916 presiedette la commissione per il quartiere del Rinascimento che, criticando duramente il vigente piano regolatore, nella proposta finale fece propria la teoria del diradamento edilizio (G. Giovannoni, La sistemazione edilizia del quartiere del Rinascimento in Roma, in Ann. della Soc. degli ing. e arch. ital., XXXIV [1919], pp. 338-340). L'anno seguente avanzò una discutibile proposta per la sistemazione dell'area sacra di largo Argentina che provocò vivaci polemiche, in seguito alle quali il G. dette le dimissioni, respinte dalla giunta. Oltre alle numerose opere urbanistiche promosse durante il suo mandato, con interventi sia nel centro storico sia in zone periferiche, nel 1919 partecipò alla commissione incaricata di studiare la sistemazione del Campidoglio, presieduta da R. Lanciani.
Fu del G. la proposta, non attuata, di "designare a sede degli uffici comunali tutto lo spazio limitato […] dalla piazza d'Aracoeli e […] la piazza S. Marco", con nuovi edifici collegati al colle Capitolino da un passaggio in quota nei pressi della chiesa di S. Rita (Relazione sulla sistemazione edilizia del colle Capitolino e delle sue adiacenze, in Boll. d'arte, XIV [1920], pp. 49-72).
Fu accademico di S. Luca dal 1905 e socio dei Virtuosi al Pantheon; in qualità di vicepresidente della Società degli ingegneri e architetti italiani, nel 1906 fu tra i fondatori della scuola per assistenti edili.
Il G. morì a Frascati il 15 sett. 1920.
Oltre agli scritti menzionati, sono da ricordare i seguenti: con G. Podesti e G.B. Giovenale, Relazione della Commissione incaricata di esaminare e proporre i criteri riguardanti la responsabilità degli architetti e degli ingegneri nei casi di infortunio sulle costruzioni, Roma 1898; con Francesco Galassi, Sistemazione dei locali di una antica casa sulla via Nazionale, in Ann. della Soc. degli ing. e arch. ital., XXVIII (1913), pp. 531-534; con G. Magni, Piani regolatori, regolamenti edilizi ed estetica delle città, in Atti dell'XI Congresso degli architetti in Roma, Roma 1913; Case signorili. Ville e villini, in G.A. Breymann, Trattato generale di costruzioni civili, V, 2, Milano 1916, pp. 259-307.
Fonti e Bibl.: Presso l'Archivio di Stato di Roma è depositato il Fondo Galassi, in fase di riordinamento, contenente 70 registri riguardanti l'attività dello studio del G. dal 1891 al 1944. Per gli interventi minori vedi Roma, Arch. storico Capitolino, Tit. 54, prott. 28530/1885, 93087/1901, 83631/1904, 30182/1905, 58976/1906, 69252/1907, 13671/1909, 39174/1909, 93574/1910, 28816/1913, 35594/1913. Necrologi: A. Sprega, in Verbali del Consiglio comunale di Roma, 27 sett. 1920, pp. 10-12; G. Giovannoni, in AACAR, Annuario 1916-1924, Roma 1925, pp. 63-66; Acc. di S. Luca, Annuario 1914-1931, Roma 1933, pp. 155 s.; Concorso per il progetto di palazzo per l'Esposizione internazionale di belle arti in Roma, in L'Architettura ital., IV (1909), pp. 98-100; A. Apolloni, L'amministrazione municipale di Roma durante la guerra e dopo la guerra, Roma s.d. (ma dopo il 1920), pp. 6-12, 41-51; M. Piacentini - F. Guidi, Le vicende edilizie di Roma dal 1870 ad oggi, Roma 1952, passim; Unione romana ingegneri architetti, La scuola serale per assistenti edili e stradali, Roma 1964, pp. 7-11; A. Del Bufalo, Gustavo Giovannoni, Roma 1982, pp. 14, 111; V. Fraticelli, Roma 1914-1929. La città e gli architetti tra la guerra e il fascismo, Roma 1982, pp. 25-33, 43, 49, 61; L. Ferretti - F. Garofalo, Un quartiere per la borghesia…, in Roma capitale 1870-1911. Architettura e urbanistica (catal., Roma), Venezia 1984, p. 182; V. Fraticelli, Tipologia e stile dell'abitazione…, ibid., p. 169; Il palazzo di Montecitorio, Roma 1985, p. 187; Catal. dei disegni di G. Giovannoni conservati nell'Archivio del Centro studi per la storia dell'architettura, Roma 1985, pp. 102, 152; Roma nell'età giolittiana. L'amministrazione Nathan.Atti del Convegno, Roma 1984, p. 235; Catal. dei disegni di architettura conservati nell'Archivio del Centro studi per la storia dell'architettura, Roma 1987, ad nomen; G. Zucconi, La città contesa. Dagli ingegneri sanitari agli urbanisti (1885-1942), Milano 1989, pp. 90 s., 130; L. Galassi, F. G.: architetto romano fra '800 e '900, in Studi romani, XXXVIII (1990), pp. 98-107; M. Lupano, Marcello Piacentini, Bari 1991, pp. 7-11; C. Falleroni, F. G.: un architetto romano tra '800 e '900, tesi di laurea, Univ. degli studi di Roma, facoltà di architettura, a.a. 1991-92; V. Sgarbi, Dizionario dei monumenti ital. e dei loro autori…, Milano 1991, p. 119; M. De Vico Fallani, Storia dei giardini pubblici di Roma nell'Ottocento, Roma 1992, p. 52; V. Fontana, Il caso di Roma, in Camillo Sitte e i suoi interpreti.Atti… Venezia 1990, a cura di G. Zucconi, Milano 1992, pp. 145-155; M. Critelli - M. Giovagnoli, La palazzina Calzone a Roma, in La Casa nuova, I (1993), pp. 55-58; Le ville a Roma. Architettura e giardini dal 1870 al 1930, a cura di A. Campitelli, Roma 1994, pp. 53-56; Il quartiere e il corso del Rinascimento, a cura di G. Spagnesi, Roma 1994, passim; Cantieri romani del Novecento, a cura di G. Muratore, Roma 1995, ad indicem; A.M. Racheli, Restauro a Roma 1870-1990, Venezia 1995, passim; M. Smets, Charles Buls. Les principes de l'art urbain, Liège 1995, pp. 154, 164, 166.