FINAZZI, Filippo
Nacque a Bergamo intorno al 1706. Mancano notizie sugli studi da lui compiuti. Si fa risalire la sua prima apparizione sulle scene teatrali come sopranista al 1726, ma dal recente catalogo del Sartori (cfr. Indici, I, Cantanti, p. 276) risulta già attivo nel '23 a Crema e nel '24 a Roma: durante il carnevale di Venezia del 1726, e ancora nell'autunno successivo, fu al teatro S. Angelo di quella città nella Dorilla di A. Vivaldi (nella parte di Nomio) e nella Medea e Giasone di F. Brusa (nella parte di Gilade). Nei due anni seguenti prese parte alla stagione del teatro S. Cassiano di Venezia.
Nel 1728 fu assunto dalla compagnia di S. Burigotti, con cui nel settembre si recò a Breslavia. Già sul finire dell'anno seguente il Burigotti abbandonava la compagnia, la cui direzione venne allora affidata allo scenografo A. Pantaleoni e al violinista e compositore F. Darbés; dichiarata nel 1730 la bancarotta, il F. ritornò in Italia e nel 1732 era a Venezia, in occasione delle rappresentazioni per il carnevale al teatro S. Angelo. Nel 1735 si trasferì a Bologna, dove era stato nominato membro dell'Accademia filarmonica. Nel 1737, in occasione delle serate organizzate in onore di F. Salimbeni, cantò al teatro Malvezzi.
Dal 1739 fu al servizio del duca di Modena in qualità di virtuoso del principe, prendendo parte alle rappresentazioni per il carnevale di quell'anno al teatro Molza. Più tardi ricevette la qualifica di maestro di cappella. Nel 1743 entrò a far parte della compagnia di P. Mingotti, che in quel periodo rappresentava a Linz l'opera Venceslao di G. Boniventi, figurando nel ruolo di Casimiro. Nell'autunno di quell'anno era ad Amburgo, dove la compagnia del Mingotti inaugurava la stagione dedicata all'opera italiana.
Prese parte di nuovo alla messa in scena del Venceslao e, come protagonista, all'Artaserse di P. Scalabrini. Alle ottime prove del F. e di altri tra i migliori interpreti della compagnia, come il soprano castrato F. Arrigoni e il soprano Rosa Costa, si dovette buona parte del successo che l'opera italiana venne riscuotendo in quegli anni nella città tedesca; tra l'altro alcuni spettacoli si tennero al teatro di Altona in onore della corte di Danimarca.
Sempre con la compagnia del Mingotti, nel 1744 fu dapprima a Praga, per il carnevale, durante il quale venne rappresentato per la prima volta Il matrimonio sconcertato dalla forza di Bacco, intermezzo in musica su testi di G. B. Locatelli e musica dello stesso F.; quindi a Lipsia per la rappresentazione dell'Adelaide, su libretto di A. Salvi e musica dello stesso F., di Scalabrini e altri, nella quale interpretò il ruolo di Ottone. Nel 1745, di nuovo ad Amburgo, collaborò alla stagione operistica del Mingotti e a quella dell'anno seguente, facendo rappresentare il 16 febbr. 1746 la sua nuova opera, Il Temistocle su libretto di P. Metastasio. Il 1746 fu l'anno del trasferimento definitivo del F. ad Amburgo, dove aveva acquistato una piccola proprietà rurale.
Qui aveva trovato un ambiente favorevole, essendo entrato ben presto a far parte dei circoli aristocratici della città, si era convertito al protestantesimo e aveva stretto rapporti di amicizia con personaggi illustri come il poeta F. von Hagedom, il barone di Ahlefeld, amico e consigliere del re di Danimarca, e il compositore G.Pli. Telemann. D'altra parte se da allora la sua attività si andò progressivamente riducendo, fino a cessare del tutto, la sua fama di compositore dovette al contrario conquistare con successo ambienti nuovi e di notevole prestigio. Nel 1754 il F. compose sei sinfonie, dedicate a Federico V re di Danimarca.
A Jersbeck (oggi Segeberg) presso Amburgo, dove, previa autorizzazione del Senato aveva sposato la vedova Gertrud Steinmetz il 22 aprile 1762, il F. morì il 21 apr. 1776.
Altre composizioni: Musica strumentale: Zwölf italienische Oden für Liebhaber des Spielens und Singens, Hamburg 1775; Serenata per cembalo solo (inedita presso la Wiss. Allgemein Bibl. Des Bezirks, cod. Mus. 1837).
Musicale vocale: arie per il Merope (pasticcio), Breslavia 1728; un mottetto, Sit salvus illis deus, Bologna 1735 (Bologna, Biblioteca del Civico Museo bibliografico musicale); arie per Il Tempio di Melpomene su le rive dell'Alstra, Amburgo 1747; Sei cantate per soprano e quartetto (1754; ms. Rostock, Universitäts-Bibliothek, Mus. Saec. XVIII, 16); Tre arie per soprano e strumento (ms. presso il Conservatoire royal de musique di Bruxelles).
Il Müller, inoltre, dà notizia di alcune arie per l'Artaserse, l'Adriano e il Demetrio.
Fonti e Bibl.: T. Wiel, I teatri musicali venez. del Settecento. Catal. delle opere in musica rappresentate nel sec. XVIII in Venezia, Venezia 1897, pp. 328 s., 565; A. Bonora - E. Giani, Catal. delle opere musicali, città di Bologna: Bibl. della R. Accademia filarmonica; Bibl. privata Ambrosini; Arch. e mus. della basilica di S. Petronio, Parma 1914-1939, p. 30; E.H. Müller, Angelo und Aetro Mingotti. Ein Beitrag zur Geschichte der Oper im XVIII. Jahrhundert (catalogo tematico delle opere del F.), Dresda 1917, pp. 30, CCI-CCXVIII; C. Ricci, I teatri di Bologna nei secoli XVII e XVIII, Bologna 1965, p. 546; R. Eimer, Quellen-Lexikon der Musiker, III, p. 448; The New Grove Dict. of music and musicians, VI, p. 55-81 The New Grove Dict. of opera, II, p. 207; C. Sartori, I libretti ital. A stampa dalle origini al 1800, I (Cantanti); II (Autori delle musiche), ad Indices.