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EVOLA, Filippo

di Guido Fagioli Vercellone - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 43 (1993)
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EVOLA, Filippo

Guido Fagioli Vercellone

Nacque a Balestrate (Palermo) il 27 apr. 1812 (Arch. parr. di S. Anna di Balestrate, Liber renatorum, I, f. 51, n. 288) da Paolo, piccolo proprietario e rappresentante di commercio, e da Maria Ajello, sorella del parroco del paese. Nel 1822 entrò nel seminario di Mazara del Vallo, dove rimase fino al 1830, quando si trasferì a Palermo per frequentare i corsi universitari: per i primi due anni quelli di teologia dogmatica e morale, poi anche quelli di filosofia e medicina, conseguendo il 6 ag. 1836 il triplice dottorato. Sebbene fosse stato già ordinato sacerdote il 20 dic. 1834 C fosse stato nominato coadiutore del parroco di Balestrate, l'E. volle far pratica di medicina e il 5 dic. 1840 ottenne il regio exequatur per l'esercizio della professione.

Nominato titolare della parrocchia di S. Anna di Balestrate il 23 ag. 1838, fece costruire la nuova chiesa e il 25 apr. 1856, fu nominato arciprete. In applicazione del r. d. 10 genn. 1843, che affidava ai vescovi l'organizzazione scolastica, l'E. curò la fondazione e fu sovraintendente delle scuole del Comune, di cui fu anche medico condotto.

Dopo la rivoluzione siciliana, il 9 apr. 1848 fu eletto pari spirituale del Regno, in rappresentanza del vescovo di Mazara, entrò a far parte della Camera dei pari siciliana e partecipò a tutte le sedute di questa: si segnalò per le sue accese idee liberali (e, in particolare, per alcuni interventi in materia economica in cui si dichiarò favorevole a provvedimenti per l'introduzione del libero scambio), votando anche il decreto per la decadenza dei Borboni. Il 2 ag. 1848 venne nominato rettore della chiesa dei missionari di S. Alfonso all'Uditore (Ecce Homo) di Palermo e direttore della biblioteca del collegio "Massinio".

Dovette lasciare tutte queste cariche nel maggio 1849, dopo la sconfitta del governo costituzionale, e rientrare a Balestrate, dove nel 1854-55 affrontò come medico una grave epidemia di colera.

Gli avvenimenti siciliani del 1860 lo richiamarono nuovamente alla politica. L'appoggio da lui dato alla causa nazionale gli valse ancora una volta la nomina a bibliotecario del collegio "Massimo" con decreto prodittatoriale. Avendo rinunciato il 9 ag. 1860 all'arcipretura di Balestrate in favore del fratello Vincenzo, ottenne anche la carica di rettore della chiesa della casa professa dei padri gesuiti di Palermo.

Particolarmente importante fu la sua attività di bibliotecario: promosse l'ampliamento dei locali e un considerevole aumento del patrimonio di libri e codici manoscritti (in parte provenienti dalle corporazioni religiose soppresse), compilò un nuovo catalogo (in venti volumi e a schede, oltre a tre cataloghi speciali) e si adoperò per il riconoscimento della biblioteca come "nazionale" sostenendo il disegno di legge presentato in Parlamento nel 1873.

Alla biblioteca l'E. dedicò alcuni scritti: Relazione sulla Biblioteca nazionale di Palermo, Palermo 1872, La Biblioteca nazionale di Palermo nella sua nuova classificazione, ibid. 1873, e Cenni storici sull'autonomia della Biblioteca nazionale di Palermo, ibid. 1882. Altri studi che documentano il suo appassionato lavoro di bibliofilo sono: Storia tipografico-letteraria del secolo XVI in Sicilia, con catalogo ragionato delle edizioni in essa citate, ibid. 1878, concepita come continuazione della Storia letteraria siciliana di A. Nardone, in cui l'E. illustra con notevole erudizione non poche rarità bibliografiche siciliane (un secondo volume dedicato al secolo XVII non vide mai la luce), e il saggio Sulla stampa siciliana fuori di Palermo e Messina, ibid. 1885, in cui veniva tracciata la quasi sconosciuta storia della tipografia in Monreale, Catania, Agrigento, Cefalù, Siracusa, Palizzi, Militello, Mazzarino e Trapani. Infine, non trascurabile merito dell'E. in questo campo fu quello di aver favorito la pubblicazione di molti manoscritti e codici rari o sconosciuti. valendosi della collaborazione di S. Cusa, B. Lagumina, A. Pennino, F. P. Perez ed altri; personalmente curò il bellissimo Lu Rebellamentu di Sicilia, ibid. 1882 (con facsimile), un codice sui Vespri in volgare siciliano, di datazione e origine non precisati, allora da poco pervenuto alla biblioteca e ammirato da M. Amari.

Nel 1885, ormai affetto da gravi infermità, l'E. si dimise dagli incarichi ecclesiastici e civili, ottenendo il titolo di prefetto onorario a vita della Biblioteca nazionale. Morì a Palermo il 9 sett. 1897 e fu sepolto nella chiesa di Balestrate.

L'E. svolse una molteplice ed eclettica attività pubblicistica che spaziò nei campi più diversi. Aveva iniziato con un romanzo storico, Il dabben uomo e il ladro (Palermo 1844), uno scritto in gran parte autobiografico, che fornisce molte informazioni sulla giovinezza dell'autore, in uno stile scolastico ed enfatico: colpisce l'espediente di fingere il ritrovamento di un antico manoscritto, visto che sembra escluso che egli potesse già conoscere i manzoniani Promessi sposi.

Di un certo rilievo è un'opera di carattere economico, che non manca di originalità e che colloca l'E. tra i fondatori del pensiero sociale cattolico. La dottrina cattolica e l'economia - Studii (2 voll., ibid. 1859; 2 ediz., ibid. 1880) ha goduto, infatti, tra i cattolici di una notevole fama: secondo alcuni questo lavoro, con la sua teorizozione della giustizia sociale come fine dell'attività economica, potrebbe aver influito sul pensiero di A. Messedaglia, di L. Lampertico e, perfino, di G. Toniolo, mentre V. Mangano (in Ilpensiero sociale e politico di Leone XIII, Milano 1931, p. 413) pone l'E. tra coloro che fornirono argomentazioni per la costruzione dell'enciclica Rerum novarum.

Nel suo lavoro l'E. intende porre "un argine allo sbrigliamento eccessivamente materialista delle scuole utilitarie": nel primo volume esamina soprattutto i meccanismi produttivi e le sue forme di sfruttamento del lavoro, trovando più in armonia con la dottrina cattolica le attività agricole e industriali che non quelle commerciali; il secondo volume è dedicato alla teoria del capitale e all'analisi della rendita, con capitoli dedicati alla moneta, all'interesse, all'usura e all'esposizione di una sua equazione per un'equa determinazione di salari e profitti. Frequenti sono i richiami critici alle teorie dei più noti economisti (A. Smith, J.-B. Say, J.-p. A. Villeneuve-Bargemont, F.-X.-J. Droz, P. Rossi), sempre giudicate con il metro della loro compatibilità con la dottrina cattolica.

In campo medico egli si era schierato decisamente per il metodo omeopatico al quale dedicò le prime pubblicazioni: Memorie sui miasmi paludosi (Palermo 1836); Breve confronto tra l'omiopatia e l'allopatia, con una raccolta pratiche osservazioni e con l'aggiunta di un manuale di clinica omiopatica (ibid.1839); Sulle febbri intermittenti. Lettera I (ibid. 1843); ... Lettera II (ibid. 1845); Sunto dei primi fascicoli della "Storia filosofica della medicina in Italia" di Paolo Morello (Napoli 1846); Introduzione alla "Rivista delle scienze mediche" (Palermo 1847); Sulla provocazione dell'aborto e sul parto prematuro (s.l., ma Palermo 1853); Sull'infusione del caffè crudo contro il colera (Palermo 1867).

Anche alcuni suoi scritti teologico-morali si valgono delle sue conoscenze mediche: Sui mostri umani e sulla necessità di battezzarli (Palermo 1838); Sull'amministrazione di alcuni sacramenti e sull'isterotomia o taglio cesareo, regolati dal momento in cui l'anima si diparte dal corpo (ibid. 1849).

Un altro settore di studi in cui l'E. si segnalò fu quello agronomico, e ampelografico in particolare, che egli coltivò come membro della Commissione di agricoltura e pastorizia per la Sicilia, di cui divenne anche presidente; sono da segnalare: Sull'ampelopatia apparsa nel 1852in Balestrate, Villa Fico e Rincione. Osservazioni (Palenno 1853); La macerazione dei lini nel fiume Giati (ibid. 1856); Notizie statistiche del Comune di Balestrate (in Giornale e atti della R. Commissione di agricoltura e pastorizia per la Sicilia, I [1869], pp. 35-41); Sul processo Pasteur per conservare ed invecchiare i vini (ibid., II [1870], pp. 138-42); Sulla scalzatura delle viti. Considerazioni (ibid., III [1871], pp. 35-41); Metodo economico sulla solforazione della vite (ibid., pp. 163-168); Della pigiatura e torchiatura dell'uva (Palermo 1871), Sugliostacoli alla fabbricazione degli alcool in Sicilia (ibid. 1873), Grido d'allarme tra i cultori dell'industria vinaria (ibid. 1874); Sui vini poco alcolici della Sicilia (ibid. 1877); Sull'imposta dell'alcool (ibid. 1877); Sul lino di Riga (ibid. 1880), La coltura del frassino (ibid. 1880); Sul lino Bigno (ibid. 1886).

Degni di ricordo sono anche gli scritti storici: Sulla giurisdizione della real parrocchia di Balestrate. Memoria I (Palermo 1839) e ... Memoria II (ibid. 1840), destinate a confutare alcune pretese territoriali dell'arcipretura di Partinico, e Balestrate, il suo passato e il suo presente. Notizie storiche (ibid. 1887). Un posto a parte ha una guida, La ferrovia Palermo-Trapani, una corsa a volo d'uccello (ibid. 1880), che illustra le caratteristiche storico-geografiche delle località toccate dalla linea ferroviaria completata, ma non ancora entrata in esercizio. Fra il 1840 e il 1880 pubblicò anche un gran numero di elogi funebri e Orazioni.

Fonti e Bibl.: Presso l'archivio parrocchiale di S. Anna di Balestrate sono conservati l'Epistolario, dell'E. e un Diario di Balestrate, oltre a numerose carte e atti. Le Assemblee del Risorgimento..., Roma 1911, Sicilia, III-IV, passim; A. Narbone, Bibliografia sicula sistematica, IV, Palermo 1850, ad vocem; G. M. Mira, Bibliografia siciliana, I, Palermo 1875, pp. 332 ss.; G. Di Pietro, Illustrazione dei più conosciuti scrittori contemporanei siciliani dal 1830 a quasi tutto il 1876, Palermo 1878, pp. 95-101; S. Marino, Partinico e i suoi dintorni, Palermo 1885, p. 152; Giornale di Sicilia, 10 sett. 1887; G. Orlando, Cenni necrologici sul comm. p. F. E., Palermo 1887; B. Marotta, Elogio funebre del comm. sac. F.E., Palermo 1888; F. Maggiore Perni, F. E. e i suoi scritti, in Giorn. ed atti della Soc. sicil. di economia politica, XIV (1888), pp. 14-20; A. La Spina, F. E. e le sue opere, Palermo 1903; A. Sansone, Mezzo secolo di vita intellettule della Società siciliana per la storia patria, Palermo 1923, p. 578 (App., doc. IV); E. Di Carlo, Michele Amari e F. E., in La Bibliofilia, XXXIV (1932), p. 276; N. D. Evola, Lettere di F. P. Perez e R. Salvo a F. E. con note, in Arch. stor. siciliano, n. s., LIV (1934), pp. 161-206; C. Frati, Dizionario bio-bibliografico dei bibliotecari , Firenze 1934, pp. 211 s.; Dizionario dei siciliani illustri, Palermo 1939, p. 209; N. D. Evola, Ricerche sulla tipografia siciliana, Firenze 1940, pp. 10, 25, 145, 187, 207 s., 220, 222, 228; Id., Principi sociologici di F. E., in IlCommento, 16 giugno 1945; A. Monteleone, Balestrate e la sua storia civile e religiosa, Alcamo 1950, passim; N. D. Evola, F. E. bibliotecario e Olindo Guerrini, Roma 1963; D. Tuzzo-A. Lo Piccolo, Balestrate nella sua storia: condizioni socio-economiche, Trapani 1965, passim; D. Tuzzo, F. E. fra scienza e fede, Palermo s. a. [1977], con prefaz. G. Falzone.

Vedi anche
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