EREDIA, Filippo
Nacque a Catania il 6 febbr. 1877, da Antonio e Marianna Tricomi. Discepolo di A. Riccò, conseguì la laurea in fisica il 5 nov. 1901. Subito dopo fu nominato assistente di ruolo all'istituto di fisica. Nel 1904 si trasferì, sempre come assistente, all'osservatorio geodinamico di Rocca di Papa, avendo già pubblicato a partire dal 1898 più di una ventina di brevi lavori, di cui la metà presso l'Accademia Gioenia di Catania e l'Accademia degli Zelanti di Acireale. In questi scritti è già definito l'interesse fondamentale della sua vita: la climatologia.
Nel 1905 fu chiamato a dirigere la sezione di climatologia dell'Ufficio centrale di meteorologia e geodinamica, iniziando così un periodo di grande produttività scientifica. Nel corso di pochi anni l'E. elaborò per la prima volta in maniera sistematica la climatografia dell'Italia e avviò lo studio di quella delle colonie. Inoltre, nel 1913, come membro della commissione per lo studio agrologico della Tripolitania, impiantò in quel territorio una rete di stazioni, dopo sopralluoghi non esenti da rischi nei siti presi in esame. In conseguenza di questi suoi impegni gli fu affidata nel 1914anche la sezione di climatologia coloniale della commissione.
Tra le numerose pubblicazioni di quel periodo, ne citeremo alcune ancor oggi molto apprezzabili: Iventi forti sulle coste italiane dell'Adriatico e dello Ionio, in Riv. maritt., XXXIX (1906), pp. 533-540; I venti in Italia, in Boll. d. Soc. aeronaut. ital., IV (1907), pp. 16-29, 87-98, 154-167, 291-304; V (1908), pp. 34-45, 151-162, 216-227, 323-332, 389-405; in Riv. tecnica d'aeronautica, VI (1909), pp. 96-108, 361-367; Andamento annuale della pressione barometrica in Italia, in Rendic. d. Acc. d. Lincei, cl. di scienze fis. mat. e nat., s. 5, XXVI (1917), pp. 240-245; La temperatura mensile in Italia, in Ministero dei Lavori pubblici, Ilservizio idrografico italiano. Pubblicazione per il XV Congresso internazionale di navigazione, Roma 1932.
Dal luglio 1913 al dicembre 1919 l'E. lasciò la sezione di climatologia per quella dei presagi.
Riflettono il nuovo incarico la fondamentale rassegna L'organizzazione del servizio dei presagidel tempo in Italia, in Riv. meteorico-agraria, XXV (1914), pp. 1001-1048; e numerosi scritti relativi all'assistenza all'aeronautica, che si profilava come la principale utente della meteorologia prognostica (cfr. La meteorologia in aiutodell'aeronautica in Germania e in Francia, in Riv. maritt., XLVI [1913], pp. 154 ss.; La navigazione aerea attraverso l'Atlantico e la meteorologia, ibid., LIV [1921], pp. 369-378).
Il 1º dic. 1925, in seguito a concorso, passò nei ruoli del ministero dell'Aeronautica, allora di recentissima istituzione, come capo dell'Ufficio presagi, sorto dalla riunione della sezione presagi dell'Ufficio centrale di meteorologia e geofisica (questo termine aveva sostituito l'altro di geodinamica il 30dic. 1923) con la sezione aerologica sperimentale della direzione superiore del genio e delle costruzioni aeronautiche. L'ente allora costituito è oggi conosciuto come Servizio meteorologico dell'aeronautica e conserva le attribuzioni originarie e la struttura che gli conferì l'Eredia. Questi si impegnò in prima persona nell'assistere le grandi imprese aeronautiche che si susseguirono tra il 1926 e il1933 e più tardi i tre raduni nazionali di volo a vela del 1937, 1938 e 1939, raccogliendo informazioni climatologiche per scegliere le rotte, operando in sedi lontane e a bordo di navi ed aeromobili.
Di tutta questa attività egli riferì accuratamente in varie pubblicazioni. Una in particolare, pubblicata come supplemento della Riv. marittima, La meteorologia e l'aerologia degli Oceani (L'Oceano Atlantico Sud e L'Oceano Atlantico Nord, I-II, Roma 1932-1935) e molto apprezzabile per la ricchezza ed organicità, è forse ancora lo scritto più completo apparso in Italia sull'argomento.
Il 21 sett. 1936 al ministero dell'Aeronautica iniziò l'attività dell'Ufficio centrale delle telecomunicazioni, del quale venne a far parte anche l'Ufficio presagi col nome di 1ª divisione meteorologia, e l'E. ne ebbe per breve tempo la direzione finché gli subentrò un ufficiale pilota.
Contemporaneamente all'attività di ricerca, l'E. svolse anche un'intensa attività didattica. Durante la prima guerra mondiale aveva insegnato per tre anni fisica nel liceo "Umberto Iº" di Roma, dove sotto la sua guida nel 1917lo studente E. Fermi realizzò un barometro ad acqua. Tenne corsi liberi di meteorologia all'università di Roma - presso la quale aveva ottenuto la libera docenza nel 1912 - negli anni accademici dal 1913-14 al 1916-17 e poi 1920-21 e 1921-22. Successivamente insegnò alla Scuola superiore di malariologia e in varie scuole per ufficiali dell'allora Regia Aeronautica. Nel 1934vinse il concorso per la cattedra di meteorologia e oceanografia all'Istituto superiore navale di Napoli, ma non volle abbandonare la meteorologia militante, ottenendo di impartire quell'insegnamento per incarico.
Nel 1938 divenne professore ordinario di aerologia all'istituto di ingegneria aeronautica della facoltà di ingegneria di Roma, rimanendovi fino alla morte.
Alla scuola furono destinati molti suoi lavori, tra i quali, oltre alle dispense universitarie, si ricordano Gli strumenti di meteorologia ed aerologia, Roma 1936; Lezioni di meteorologia e di aerologia, ibid. 1941.
Partecipò alla creazione del Servizio idrografico del ministero dei Lavori pubblici, del quale divenne consulente nel 1921, e della cui serie di pubblicazioni si interessò fin dall'inizio curandone alcune in modo particolare (cfr. Osservazioni pluviometriche raccolte a tutto l'anno 1915, I, Roma 1918; Le precipitazioni atmosferiche in Italia nel decennio 1921-1930, XVI, ibid. 1934; Distribuzione della temperatura dell'aria in Italia nel decennio 1926-1935, XXI, ibid. 1942). Contribuì all'organizzazione del Servizio meteorologico delle stazioni di soggiorno e cura e delle attività meteorologiche degli agronomi e dei forestali; studiò inoltre con particolare impegno i problemi climatologici connessi con la lotta antitubercolare e condusse campagne di misure per scegliere l'ubicazione dei sanatori (cfr. Per l'incremento della rete di osservatori meteorologici nelle zone montuose, in Riv. di meteor. aeron., V [1941], pp. 118-136, 204-213), dirigendo anche l'osservatorio di Sondalo, uno dei maggiori sanatori del tempo.
L'E. prese in esame anche fenomeni nuovi o insoliti, precorrendo a volte le ricerche successive; si ricordano in proposito i lavori: Sulla radioattività delle piogge, in Riv. di fis., matem. e scienze nat., 1904, pp. 426-429; Le incrinature della superficie terrestre e le variazioni della pressione barometrica, in Riv. di meteor. aeronautica, VI (1942), pp. 170-173. In particolare si impegnò nello studio delle variazioni del clima dal 1913agli ultimi mesi di vita. Inoltre sulla rivista di Meteorologia pratica si assunse il compito nel 1923 di richiedere ai lettori notizie in merito, iniziativa unica del genere in Italia e coronata da successo.
Per quanto nell'E. manchi un autonomo sviluppo teorico dello studio della meteorologia, le sue posizioni in merito richiamano quelle della scuola norvegese, che dal 1918 aveva sviluppato un approccio tendenzialmente deterministico e quantitativo ai fenomeni atmosferici, su cui si basa e si sviluppa la meteorologia contemporanea. In effetti egli trattò prima degli altri una loro applicazione pratica (Le temperature potenziali equivalenti nel tracciamento delle superfici di discontinuità nell'atmosfera, in Notiz. tecn. di aeron., VI [1930] p. 137) e, nel manualetto La meteorologia Roma 1929, presentò questi lavori come la teoria moderna.
Nel 1937 fondò la Rivista di meteorologia aeronautica. Diessa (e, dal 1942, anche della Rivista di meteorologia, organo della Società meteorologica italiana) tenne la direzione fino alla morte, avvenuta a Roma il 14 febbr. 1948.
Bibl.: Necrol., in Riv. di meteor. aeron., VIII (1948), pp. 5-12, con elenco di 410 pubblicazioni; in Boll. d. Acc. Gioenia di scienze nat., s. 4, I (1948), pp. 5-15. Cfr. inoltre V. Volterra, Concorsoal posto di geofisico capo, in Bollettino d. R. Com. talassografica ital., X (1920), 63-65, pp. 37-40; B. Paoloni, I servizi meteorologici e geofisici in Italia. Per la sistemazione dell'Ufficio centrale di meteorologia, in Meteorol. prat., XII (1931), pp. 164-187; Riunioni dei geofisici e degli assistenti di aerologia della Direzione generale dei Servizi del materiale e degli aeroporti, ibid., XV (1934), pp. 156-165, 189-204, 248-264; XVI (1935), pp. 21-52, 141-145.