LURANO, Filippo di
Assai poche sono le notizie documentate sulla vita di questo compositore; le origini stesse sono state oggetto di varie ipotesi. La data di nascita è da collocarsi presumibilmente nella seconda metà del Quattrocento (Prizer ipotizza intorno al 1470, in The New Grove). Dapprima lo si è ritenuto nativo della Valtellina o di una qualche località nel Tirolo (Ambros), mentre Disertori lo aveva considerato un veneto "dell'altra sponda" (pref. a F. di Lurano, Le Frottole, a cura di G. Cesari, Cremona 1954, p. LXI) ovvero originario di Laurana in Istria.
Un documento del 1512, però (a tutt'oggi una delle poche fonti archivistiche relative al L.), lo definisce "clericus Cremonensis" (cfr.: Marioni, p. 119; Jeppesen, p. 160); secondo Prizer indicherebbe il luogo di nascita, mentre per Lockwood farebbe riferimento principalmente alla sua precedente residenza nonché al posto in cui aveva preso gli ordini religiosi. In assenza di ulteriori documenti possiamo soltanto rilevare che esiste comunque un paese chiamato già allora Lurano, in provincia di Bergamo, situato al confine con la diocesi di Cremona (comprendente diverse località bergamasche).
L'attività del L. precedente al 1512 non trova il supporto di documentazione sicura, ma è ipotizzabile - per via induttiva - sulla base delle sue composizioni musicali. La possibilità di un suo soggiorno a Roma all'inizio del Cinquecento è suggerita dalla sua intonazione musicale di Quercus iuncta columna est (1509), un testo encomiastico scritto da Evangelista Maddaleni de' Capodiferro per le nozze di Marcantonio Colonna con Lucrezia Gara Della Rovere, nipote di papa Giulio II, celebrate il 2 genn. 1508. Così il testo della barzelletta Donna contra la mia voglia, edito con intonazione musicale nel 1505, è tradito da un manoscritto fiorentino (Biblioteca Medicea Laurenziana, Antinori, 158) con l'annotazione a margine "Questa canzone era la favorita del duca Valentino", ovvero Cesare Borgia, che venne esiliato in Spagna da Giulio II nel 1504; il manoscritto, compilato tra il 1507 e il 1508 e contenente altri testi musicati dal L., venne inviato a Firenze da Roma. Un'ulteriore prova di un soggiorno romano del L. piuttosto lungo, risalente forse già agli ultimi anni del Quattrocento è, secondo Prizer, fornita dal manoscritto Egerton, 3051 conservato presso la British Library di Londra, in cui il L. risulta il compositore maggiormente rappresentato (secondo quanto il confronto con altri testimoni permette di stabilire, non essendovi nel manoscritto alcuna attribuzione); questo perché, secondo lo stesso studioso, il manoscritto londinese non sarebbe di origine fiorentina, come comunemente ritenuto, ma romana, e redatto intorno al 1501.
Il 24 maggio 1512 il L. fu registrato come cantor nella chiesa collegiata di S. Maria Assunta in Cividale del Friuli; in quello stesso documento è definito "clericus cremonensis". Era ancora a Cividale il 17 sett. 1515, quando venne privato di una prebenda, ma dovette andarsene poco dopo, poiché un documento del 12 dicembre allude alla medesima prebenda già detenuta dal L.; in suo favore intervenne Domenico Grimani, patriarca di Aquileia, che con una lettera ai canonici di Cividale tentò di far riavere al L. i suoi precedenti benefici. Nel 1519 è documentata la sua presenza nella cattedrale di Aquileia come mansionario; venne sostituito l'anno successivo da un certo pre' Jacobo Lurano (non sappiamo se un parente o meno).
Dopo questa data, non abbiamo più alcuna notizia riguardo al Lurano.
Il L. rappresenta uno dei principali autori del repertorio frottolistico nella sua fase più autentica, anche dal punto di vista cronologico. Gran parte della sua produzione, collocabile nel primo decennio del Cinquecento, è nota attraverso le stampe di Ottaviano Petrucci, soprattutto dal quarto e dal nono libro di frottole. La tradizione manoscritta conferma tale situazione: buona parte dei codici più significativi risalenti al primo Cinquecento (per datazione effettiva o per repertorio contenuto) ha almeno una composizione del L., appartenente esclusivamente al genere della frottola-barzelletta e talvolta con testi diversi. Nel citato ms. Egerton, 3051 la musica per Aldi, donna, non dormire (Petrucci, Frottole, Libro tertio) e Tutto el mondo chiama e crida (Libro quarto) è adattata rispettivamente a Odi donna el mio tormento e Dapoi ch'hai el mio core, mentre Poich'è gionto el tempo e 'l loco (Libro sexto) diventa De scoprire el mio tormento nel manoscritto della Biblioteca nazionale di Firenze, Banco rari, 230, e in Basevi, 2441 delConservatorio di musica L. Cherubini. In altri casi, vi sono delle varianti che però riguardano un testo sostanzialmente coincidente, come Son tornato e Dio el sa (Libro tertio), che diventa nel ms. Egerton, 3051 Son tornato e lui el sa. Il dato più significativo è che tutte le composizioni musicali tramandate dai testimoni manoscritti si ritrovano nelle edizioni a stampa, fino al sesto libro petrucciano: dopodiché la tradizione è affidata esclusivamente alle stampe. È anche interessante osservare che la presenza del L. all'interno dell'editoria romana rappresentata da Andrea Antico è pressoché nulla; è limitata a due sole composizioni, e una sola costituisce l'unica attestazione a noi nota (anche se, verosimilmente, potrebbe derivare dal perduto decimo libro di Petrucci).
In gran parte le composizioni del L. intonano barzellette in ottonari o settenari, mentre assai limitato è il ricorso a metri diversi: tre "ode", un capitolo (con didascalia "Aer de capituli"), una canzonetta e un solo strambotto, la forma tipica della precedente generazione. Per il L. la frottola-barzelletta rappresentò la forma principale della poesia per musica, la novità del momento, veicolo quasi esclusivo in cui confrontarsi con tecniche differenti e, all'occorrenza, con tematiche poetiche diverse da quella amorosa, pur sempre impieganti il medesimo metro; a questi appartengono un trionfo (Son Fortuna onipotente, in Petrucci, Frottole, Libro tertio) e due mascherate (De paesi oltramontani e Noi l'amazone siamo, entrambe in Frottole, Libro nono), esemplificativi della tradizione non fiorentina del canto carnascialesco.
Le frottole mostrano pressoché tutti gli atteggiamenti propri di questo genere, anche a livello di organizzazione della forma (monopartita con refrain, bipartita con ripresa integrale, bipartita con refrain), pur nell'ambito di un ideale compositivo maturato sul canto accompagnato dal liuto o da altri strumenti, anche se in alcuni casi è evidente un interesse nei confronti di soluzioni autenticamente polivocali. Si deve altresì osservare che il L. non partecipò al nuovo corso della frottola, testimoniato dapprima dall'impiego di forme poetiche alte (come la canzone) e di poesia d'autore, e poi dal ripensamento della struttura complessiva, forse per ragioni anche biografiche (vedi l'incarico di cantor a Cividale); e il L. fu "dimenticato" nelle sillogi manoscritte posteriori al 1510 (almeno non in quelle decisamente retrospettive).
Al repertorio su testo latino contribuì con il già ricordato testo per le nozze Colonna - Della Rovere, nonché con l'intonazione di alcuni esametri dall'Eneide, in cui Lockwood ha visto l'impiego di uno stile "espressivo"; è questa una tradizione di canto quattrocentesca assai importante, di cui ci sono giunte solo poche tracce. Verosimilmente durante il periodo di Cividale scrisse la musica per Quis deus hic Phoebus?, su testo del poeta Marc'Antonio Grineo, composizione nella quale è adoperata come tenor l'invocazione "Sancta Maria, ora pro nobis" dalle litanie mariane. Assai limitata è la produzione devozionale: ci sono pervenute due laude stampate da Petrucci, Ne le tue brazie, o Virgine Maria e Salve, sacrata, ma quest'ultima è di dubbia attribuzione, essendo riferita a un "D. Philippo" anziché a "Filip. de Lurano" come la precedente (secondo Prizer potrebbe trattarsi del mantovano don Filippo Lapacino, in The New Grove). Al periodo cividalese risale invece la lauda latina Anima Christi, sanctifica me. Di dubbia paternità è anche la frottola Se mi è grave el tuo partire, attribuita dal primo libro di Petrucci a "B.T." (Bartolomeo Tromboncino), e dall'importante manoscritto della Biblioteca nazionale di Firenze, Banco rari, 230 a "F.L.". Un altro conflitto di attribuzione si ha per Dammi almen l'ultimo vale, che il quarto libro di Petrucci e il manoscritto fiorentino Banco rari, 337 ascrivono al L., mentre la sua riedizione nell'undicesimo libro, ancora di Petrucci, è indicata come opera di Tromboncino: tra le due stampe, tuttavia, vi sono differenze piuttosto sorprendenti (come ha segnalato Luisi, 1997).
Stampe di O. Petrucci (tutte edite a Venezia, salvo diversa indicazione): Frottole, Libro primo, 1504 (1 barzelletta); Frottole, Libro tertio, 1505 (4 barzellette); Strambotti, ode, frottole, sonetti, Et modo de cantar versi latini e capituli, Libro quarto, 1505 (1 strambotto, 1 capitolo, 11 barzellette); Frottole, Libro quinto, 1505 (3 barzellette); Frottole, Libro sexto, 1506 (3 barzellette, 1 canzonetta); Frottole, Libro septimo, 1507 (1 oda); Frottole, Libro octavo, 1507 (1 testo latino); Frottole, Libro nono, 1509 (3 barzellette, 2 ode, 1 testo latino); Frottole, Libro undecimo, Fossombrone 1514 (1 barzelletta già in Frottole, libro quarto); Tenori e contrabassi intabulati col sopran in canto figurato per cantar e sonar col lauto, Libro primo, 1509 (1 barzelletta da Frottole libro I, 1 canzonetta da Frottole, Libro sexto); Tenori e contrabassi intabulati col sopran in canto figurato per cantar e sonar col lauto libro secondo, Fossombrone 1511 (1 barzelletta già in Frottole, Libro quinto); Laude, Libro secondo, 1508 (2 laude, 1 di dubbia attribuzione).
Stampe di A. Antico: Canzoni nove con alcune scelte de varii libri di canto, Roma 1510 (1 barzelletta da O. Petrucci, Frottole, Libro quarto); Canzoni sonetti strambotti et frottole, Libro tertio, Roma 1513 (1 barzelletta).
Manoscritti: Bologna, Civico Museo bibliografico musicale, Q.18 (1 barzelletta anche in O. Petrucci, Frottole, Libro quinto); Cividale del Friuli, Museo archeologico nazionale, Mss., 59 (1 testo latino e 1 lauda latina); Firenze, Biblioteca del Conservatorio di musica L. Cherubini, Basevi, 2441 (4 barzellette anche in Frottole, Libro tertio [2], Libro quarto e Libro sexto, una con testo diverso); Firenze, Biblioteca nazionale, Banco rari, 230 (3 barzellette, anche in Frottole, Libro quarto [2] e Libro sexto, una con testo diverso); ibid., 337 (5 barzellette, anche in Frottole, Libro tertio, Libro quarto [2] e Libro quinto [2]); London, British Library, Egerton, 3051 (9 barzellette, anche in Frottole, Libro tertio [2], Libro quarto [5] e Libro quinto [2], tre con testi diversi o varianti); Madrid, Biblioteca del Palacio Real, Mss., 1335: Cancionero de Palacio (una barzelletta anche in Frottole, Libro quinto); Parigi, Bibliothèque nationale, Rés., Vm.7.676 (1 barzelletta anche in Frottole, Libro tertio); ibid., Vmd.27: "Ms. Thibault" (4 barzellette anche in Frottole, Libro tertio, Libro quarto, Libro quinto e Libro sexto).
Edizioni moderne: Le Frottole nell'edizione principe di Ottaviano Petrucci, tomo I (libri 1-3), a cura di G. Cesari, Cremona 1954, pp. 41, 95 s., 99 s., 131-133; Ottaviano Petrucci. Frottole, Buch I und IV, a cura di R. Schwarz, Leipzig 1935, pp. 40 s., 52, 80-82, 94-99; B. Disertori, Le Frottole per canto e liuto intabulate da Franciscus Bossinensis, Milano 1964, pp. 164-169, 396 s., 426 s., 430 s., 546 s.; Frottole, Libro octavo, Ottaviano Petrucci, Venezia 1507, a cura di L. Boscolo, Padova 1999, pp. 137-139; Frottole, Libro nono, Ottaviano Petrucci, Venezia 1508 (ma 1509), a cura di F. Facchin, ibid. 1999, pp. 109 s., 162 s., 174 s., 197 s., 214 s.; Frottole, Libro undecimo, Ottaviano Petrucci, Fossombrone 1514, a cura di F. Luisi, ibid. 1997, pp. 270 s.; Canzoni sonetti strambotti et frottole, Libro tertio (Andrea Antico 1517), a cura di. A. Einstein, Northampton 1941, p. 67; K. Jeppesen, Die mehrstimmige italienische Laude um 1500, København-Leipzig 1935, pp. 1, 92; Italia sacra musica. Musiche corali italiane sconosciute della prima metà del Cinquecento, raccolte ed edite da K. Jeppesen, Copenhagen 1962, II, pp. 101 s.
Fonti e Bibl.: W.A. Ambros, Geschichte der Musik, Leipzig 1862-82, III, p. 486; G. Vale, Vita musicale nella chiesa metropolitana di Aquileia (343-1751), in Note d'archivio per la storia musicale, IX (1932), pp. 208 s.; W. Osthoff, Vergils Aeneis in der Musik von Josquin des Prez bis Orlando di Lasso, in Archiv für Musikwissenschaft, XI (1954), p. 99; G. Marioni, La cappella musicale del duomo di Cividale, in Giorn. della Deputazione di storia patria per il Friuli, XLI (1954-55), p. 119; C. Slim, Musicians on Parnassus, in Studies in the Renaissance, XII (1965), p. 145; K. Jeppesen, La frottola, I, Aarhus 1968, p. 160; F. Luisi, Del cantar a libro o sulla viola. La musica vocale nel Rinascimento, Torino 1977, pp. 89, 132, 205 s., 248, 352, 372-383, 393, 398-401; N. Pirrotta, Li due Orfei: da Poliziano a Monteverdi, con un saggio di E. Povoledo, Torino 1981, pp. 63, 73-76, 80; J. Haar, Essays on Italian poetry and music in the Renaissance, 1350-1600, Berkeley 1986, pp. 87, 185; L. Lockwood, Sources of Renaissance polyphony from Cividale del Friuli. The manuscripts 53 and 59 of the Museo archeologico nazionale, in Il Saggiatore musicale, I (1994), pp. 285-294; W.F. Prizer, "Facciamo pure noi carnevale": non-Florentine Carnival songs of the late fifteenth and early sixteenth centuries, in Musica franca. Essays in honor of F.A. D'Accone, a cura di I. Alm - A. McLamore - C. Reardon, Stuyvesant, NY, 1996, pp. 178, 180, 185 s., 191, 200, 202, 205; Id., Local repertories and the printed book: Antico's third book of frottole (1513), in Music in Renaissance cities and courts. Studies in honor of L. Lockwood, a cura di J.A. Owens - A.M. Cummings, Warren, MI, 1997, p. 351; Id., Petrucci and the Carnival song: on the origins and dissemination of a genre, in Venezia 1501: Petrucci e la stampa musicale. Atti del Convegno internazionale di studi, 2001, a cura di G. Cattin - P. Dalla Vecchia, Venezia 2005, pp. 235, 238, 245; R. Tibaldi, Repertorio tradito e repertorio coevo nelle intavolature per canto e liuto raccolte da Francesco Bossinensis, ibid., pp. 506, 529, 546, 561, 568; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, IV, p. 530; The New Grove Dict. of music and musicians (ed. 2001), XV, pp. 324 s.; Die Musik in Geschichte und Gegenwart (ed. 2003), Personenteil, XI, col. 762.