FILIPPO di Giovanni
Non si conoscono i dati anagrafici di questo "maestro di murare", probabilmente originario di Firenze, la cui attività è documentata nella prima metà del XV secolo.
La data di nascita potrebbe risalire intorno al 1377 se si considera la portata al Catasto del 1427, in cui F. risulta avere cinquanta anni (Quinterio, 1980, cui si fa riferimento per gli altri documenti ricordati nel corso della voce).
Il primo documento nel quale compare il nome di F. risale al 23 apr. 1411, nel cantiere di Orsanmichele al momento dell'esecuzione del tabernacolo dei Linaioli. F. appare in veste di mallevadore, con Simone di Francesco, per l'assemblaggio della nicchia.
È proprio ad Orsaninichele che F. incontrò per la prima volta L. Ghiberti, col quale ebbe modo in seguito di collaborare in altri importanti cantieri fiorentini, primo fra i quali quello di S. Trinita.
Il 15 giugno 1417 O. Strozzi disponeva nel suo testamento di far costruire, in S. Trinita, una nuova cappella dedicata ai Ss. Onofrio e Nicola destinata alla sepoltura sua e dei suoi discendenti, per la quale lasciò 2.000 fiorini d'oro. Come "maestro di murare" responsabile della realizzazione della cappella - poi sagrestia - F. è menzionato più volte nei documenti delle diverse fasi della costruzione.
Per la muratura, gli intonaci, la volta e gli ammattonati egli ricevette alcuni pagamenti al termine del lavoro, nel 1423. In questo stesso cantiere F. fu inoltre provveditore-intermediario nell'acquisto dei materiali e sovrintendente alla messa in opera del portale marmoreo.
Per gli stessi Strozzi F. curò anche la ristrutturazione di altre proprietà: la casa in via della Scala, ove per alzare alcune mura e per la pavimentazione delle stanze fu pagato nel giugno e nel novembre 1423; quella in via della Mattonaia, ove lavorò con il nipote Giovanni e il muratore J. D'Antonio e il convento di S. Martino alla Palma.
Grazie alle commissioni della famiglia Strozzi, F. riuscì ad acquistare un podere nei pressi di Gangalandi, denunziato nella portata del Catasto del 1427.
Il nome di F. appare in un altro documento che attesta un pagamento da parte dell'Opera del duomo per alcuni lavori in S. Maria Novella. Tale documento fu pubblicato dal Poggi (1903), che avanza la probabile paternità progettuale di Filippo. Si tratta della ristrutturazione di un'ala del convento di S. Maria Novella, in occasione della sosta fiorentina di papa Martino V durante il suo viaggio di rientro ufficiale a Roma, dopo l'elezione avvenuta nel 1417 al concilio di Costanza. La scala dell'alloggio papale, su disegno del Ghiberti, fu realizzata soltanto tre mesi dopo da F., che era stato costretto a concludere prima i lavori iniziati in S. Trinita. F. si dedicò così alla costruzione di una scala più ampia che potesse accogliere degnamente i numerosi ospiti che si recavano a visitare il papa, ormai insediato nel convento da sei mesi.
Il 6 apr. 1420 F. fu nominato per la prima volta tra gli "otto maestri di murare" impegnati nella costruzione della cupola del duomo fiorentino.
Essi, in quanto responsabili dell'intera squadra di manovali, muratori e sovrintendenti in seconda, potrebbero essere considerati una sorta di "capimastri", il cui lavoro era periodicamente sottoposto al controllo dei tre provveditori: F. Brunelleschi, B. D'Antonio e L. Ghiberti.
Nel 1427, nella citata portata del Catasto, F. denunciò fra i suoi crediti la somma rilevante di 70 fiorini d'oro, la maggior parte dei quali da dividere con i compagni che avevano collaborato ai lavori per la sepoltura di Giovanni de' Medici in S. Lorenzo.
Secondo Battisti (1976), nel cantiere di S. Lorenzo (1424-28) erano presenti gli stessi operai del duomo, tra cui F. che lavorò quasi sicuramente alle cripte.
La totale mancanza di documenti su F. dopo il 1430 ha fatto supporre al Quinterio (1980) che il Filippo attivo negli anni 1430-1440 possa essere un'altra persona. Infatti nel 1438 un Filippo di Giovanni risulta impegnato, con Benedetto di Matteo detto Cera, nella costruzione della sagrestia della Ss. Annunziata; nel 1439 era attivo al duomo dove lavorò alla costruzione di un sistema di piccole volte nella cappella di S. Zanobi e alla chiusura dell'antica confessione, dopo la cerimonia della traslazione delle ossa del santo dalla vecchia alla nuova sede; infine dal 1441 al 1444 collaborò, con il Cera ed altri maestri, alla costruzione delle volte del presbiterio, delle relative scale e del campanile della chiesa di S. Pancrazio. Il lavoro si protrasse per tre anni sino al pagamento avvenuto nel giugno. Nel 1439, al tempo dei lavori in S. Zanobi, F., se ancora in vita, avrebbe avuto sessantadue anni, molti - secondo il Quinterio (1980) - per un "maestro di muro", a meno che non si pensi ad una promozione alla qualifica di capomastro sovrintendente.
La seconda ipotesi - meno probabile - avanzata dallo studioso è che F. abbia invece completato il proprio arco creativo a S. Pancrazio all'età di sessantasette anni. Infatti in un'ultima notizia del 1456 sua moglie monna Filippa di Cristofano viene ricordata con insistenza nei Libri dei debitori e creditori del monastero di Monteoliveto come vedova del "maestro di murare", particolare che fa ipotizzare che il decesso del marito fosse avvenuto non molto tempo prima.
Fonti e Bibl.: G. Richa, Notizie historiche delle chiese fiorentine, Firenze 1754-1762, III, pp. 114-118; G. Guasti, La cupola di S. Maria del Fiore, Firenze 1857, pp. 35-37; G. Poggi, La cappella e la tomba di Onofrio Strozzi in S. Trinita, Firenze 1903, p. 15; M. Dezzi Bardeschi, Studio storico e proposte di restauro della chiesa e del convento di S. Pancrazio in Firenze, in Boll. degli ingegneri, XII(1963), 2-3, pp. n.n.; E. Battisti, Filippo Brunelleschi, Milano 1976, pp. 179-186; E. Casalini, Brunelleschi e Michelozzo all'Annunziata, in Le due cupole, Firenze 1977, pp. 29-63; J. Ruda, A 1434 building programme for S. Lorenzo in Florence, in The Burlington Magazine, CXX(1978), pp. 358-361; F. Quinterio, F. di G.: quattro cantieri col Ghiberti, in Lorenzo Ghiberti nel suo tempo, Atti del Convegno... 1978, II,Firenze 1980, pp. 643 s.