FILIPPO da Rodigo
Originario di Rodigo nel Mantovano, nacque probabilmente prima della metà del sec. XV. Frate minore dell'Osservanza, appartenne alla provincia di S. Antonio, e non alla provincia di Strasburgo come afferma erroneamente lo Sbaraglia.
Entrato nel convento di S. Francesco a Mantova, sembra sia stato lettore nello Studio teologico ivi esistente, dove operavano personaggi di grande rilievo, spesso in relazione con i Gonzaga, e dove gli studi erano sostenuti da una ricca biblioteca. Anche il beato Bernardino Tomitano da Feltre, con il quale F. fu in contatto, vi era stato ordinato sacerdote intorno al 1463, soggiornandovi poi a lungo prima di iniziare i suoi viaggi attraverso l'Italia.
Non si conoscono molti particolari della vita di Filippo. Era in rapporto con il marchese Lodovico III Gonzaga, come ricorda una sua lettera indirizzata a quest'ultimo nel settembre 1468, mentre la sottoscrizione di un manoscritto, sempre della Biblioteca comunale, di Mantova (cod. 641, descritto da Cenci, p. 120), attesta che F. prima del 1471 dovette risiedere ed insegnare nel santuario mantovano di S. Maria delle Grazie. Nel 1483 si trovava a Padova, e la sua obbedienza all'interdetto pronunciato da papa Sisto IV contro la Repubblica di Venezia, a causa del conflitto sostenuto dalla Serenissima per la conquista di Ferrara, gli valse l'incarcerazione e il bando dagli Stati veneti.
F. è ricordato fra i più attivi sostenitori dei Monti di pietà. Proprio a Mantova, nel 1484, Bernardino da Feltre, il più acceso fautore di questo nuovo istituto di credito su pegno, fondò, con l'autorizzazione del pontefice Innocenzo VIII ed il concreto appoggio del marchese Federico Gonzaga, il suo primo Monte di pietà, in favore del quale F. dovette intervenire nel corso di una pubblica disputa sostenuta dai maggiori teologi presenti nella città lombarda. Il Monte di pietà mantovano fu presto seguito da simili istituti in altre città d'Italia e al progetto di almeno uno di questi non fu estraneo lo stesso F.: in una lettera datata 26 apr. 1490 il vescovo di Padova, P. Barozzi, invitava Bernardino da Feltre a recarsi al più presto nella sua diocesi, dove le circostanze erano oramai favorevoli alla fondazione del Monte; per ogni ulteriore informazione lo stesso Barozzi gli rammentava di rivolgersi a Filippo.
L'istituzione dei Monti di pietà fu fortemente avversata da autorevoli giuristi e teologi e sollecitò la fioritura di una ricca letteratura polemica sull'argomento: nel settembre 1492 l'inquisitore di Mantova, il domenicano Domenico de Pirris da Gragnano, compose un'operetta intitolata Utrum Mons pietatis sit immunis ab omni usuraria pravitate, chiamata abitualmente Quaestiuncula. Al testo polemico del de Pirris rispose lo stesso F. con una Confutatio, indirizzata al vescovo di Mantova Ludovico Gonzaga, redatta nel 1493. Unitamente al Consilium pro Monte pietatis di F. Coppoli ed all'Apologiapro Monte pietatis di L. Della Torre, anch'esse opere di difesa e propaganda, la Confutatio venne in seguito edita a Venezia, nel 1498, per i tipi di P. Quarengi (Indice generale degli incunaboli delle Bibl. d'Italia, II,n. 4049).
La trattatistica favorevole all'istituzione dei Monti di pietà giustificava il modico tasso d'interesse richiesto ai debitori al momento della restituzione del prestito (che oscillava, a seconda dei luoghi, fra il 4 ed il 6 per cento), come un piccolo contributo richiesto ad ogni mutuatario per sovvenire alle spese di gestione e di finanziamento dell'istituto. Il prestito effettuato, secondo la opinione comune dei sostenitori del Monte, non poteva considerarsi usurario, in quanto era giustificato come "stipendium laboris" per l'opera prestata dai massari e dai funzionari del Monte ad esclusivo beneficio degli stessi clienti. Domenico da Gragnano nel suo trattatello aveva sollevato alcune obiezioni nei riguardi della liceità di tale tasso d'interesse. Nella sua Confutatio F. rivendicò al contrario la liceità delle operazioni effettuate dal Monte in quanto quest'ultimo non era stato istituito con fini di lucro, ma con la sola finalità di rimediare all'indigenza dei poveri. Giustificata ed attestata la bontà del nuovo istituto di credito, in base allo scopo principale per il quale esso era stato fondato, F. ne sosteneva la piena legittimità etica e morale.
F., cui va il merito di essersi dedicato alla revisione, correzione ed edizione dei sermoni dei suoi confratelli e celebri predicatori Roberto Caracciolo e Antonio da Bitonto, fu a lungo in contatto inoltre, non si sa se attraverso intermediari, o soggiornando egli stesso a Venezia, con il vivace mondo editoriale della città lagunare.
Una prima edizione dei Sermones dominicales per totum annum di Antonio da Bitonto, "diligenter examinati" da F., venne stampata a Venezia da B. Locatelli per Nicolò da Francoforte il 18 ag. 1492 (Gesamtkatalog der Wiegendrucke [in seguito: GKW], II,n. 2210); un'altra edizione veneziana vide la luce il 10 ott. 1499, sempre presso il Locatelli (ibid., n. 2211); nel frattempo vi furono tre ristampe a Strasburgo ad opera di J. Gruninger tra il 1495 ed il 1496 (ibid., nn. 2211-2213).
In un'unica edizione furono raccolti diversi gruppi di sermoni del Caracciolo, che vennero stampati a Venezia da G. Arrivabene, il 16 maggio 1496, con il titolo Sermones de adventu et quadragesimales de poenitentia item de timore iudiciorum Dei... (ibid., VI,n. 6043). Contrariamente a quanto afferma lo Sbaraglia, non esiste alcuna edizione di Basilea curata da F., che non pubblicò mai separatamente i Sermones de timore iudiciorum Dei.
L'attività di F. si rivolse anche al Breviario romano, nel quale sostituì alle "rubricae novae", dirette essenzialmente ad appianare i dubbi derivanti dai numerosi mutamenti subiti dal Breviario nel corso del sec. XIV, una serie più breve di rubriche. Del Breviario, stampato per i tipi di Nicolò da Francoforte, egli fu editore una prima volta a Venezia nel 1481 (ibid., V,n. 5152); sempre per lo stesso stampatore preparò in seguito altre quattro edizioni nel 1484, 1485, 1487 e 1489 (ibid., nn. 5153-5154 e 5158-5159). Nel 1484 O. Scoto ne dava una nuova stampa a Venezia (ibid., n. 5156), mentre diversi anni dopo, nel 1497, vedeva la luce un'altra edizione veneziana, stampata da J. Emerich per L. Giunti (ibid., n. 5144).
Anche il Messale attirò l'attenzione di F.; e due edizioni di esso, da lui curate, uscirono a Venezia a breve distanza l'una dall'altra, per i tipi di O. Scoto, nel 1482 (Reichling, I, p. 170; V, p. 197). F. ne preparò in seguito un'altra edizione per Nicolò da Francoforte, che venne stampata, sempre a Venezia, nel 1484 e nel 1485 (rispettivamente, Reichling, III, p. 113; Copinger, II, 1, n. 4198). La sua attività di revisore editoriale si esercitò infine anche sul Diurnale, che venne più volte stampato da diversi tipografi, fra il 1483 ed il 1497 (GKW, VII, nn. 8496-8499).
Il vasto impegno editoriale e letterario non sottrasse F. al proseguimento della sua carriera all'interno dell'Ordine francescano: nel giugno del 1495 egli venne costituito vicario provinciale di Candia e nel 1501 ricoprì l'incarico di vicario. della provincia bresciana.F. morì, probabilmente a Mantova, nel 1503.
Fonti e Bibl.: Cremona, Bibl. governativa, cod. 173, cc. 69r-122v; Arch. di Stato di Mantova, Arch. Gonzaga, s.F.II.8: "Lettere ai Gonzaga da Mantova e Paesi dello Stato 1468: Revere"; Mantova, Bibl. comunale, cod. H.I.8, c. 76r; L. Wadding, Annales minorum, XV,Ad Claras Aquas 1933, p. 109; P. Sevesi, Ivicari e i ministri provinciali della provincia di Brescia, in Brixia sacra, V(1924), p. 32; G. Mercati, Appunti per la storia del Breviario romano, in Opere minori, II,Città del Vaticano 1937, pp. 364 s.; U. Vicentini, Necrol. dei frati minori della provincia veneta di S. Antonio di Padova, I,Venezia 1954, p. 181; V. Meneghin, Docum. vari intorno al b. Bernardino Tomitano da Feltre, Roma 1966, pp. 130, 228, 317; C. Cenci, Fra Pietro Arrivabene da Canneto e la sua attività letter., in Archivum Franc. histor., LXII (1969), pp. 119-122; V. Meneghin, Bernardino da Feltre e i Monti di pietà, Vicenza 1974, pp. 69, 106-112 e passim;W. A. Copinger, Supplement to Hains Repertorium bibliographicum, I-II, ad Indicem; D. Reichling, App. ad Hainii-Copingeri Repertorium, I-V, ad Indices;L. Wadding, Scriptores Ordinis minorum, Romae 1906, p. 621; G. G. Sbaralea [Sbaraglia], Suppl. et castigatio ad Scriptores..., II, Romae 1921, p. 32; Dict. de théologie catholique, XII, 1, sub voce.