COLETTI, Filippo
Nato ad Anagni (Frosinone) nel maggio del 1811, compì i primi studi musicali a Roma, poi completati a Napoli con A. Busti.
Esordì a Napoli nella stagione 1834-35, ottenendo un immediato successo grazie alle sue doti di agilità, che mise in luce nelle opere rossiniane e che non lo abbandonarono finoalla fine della sua carriera. Nella stagione di carnevale 1835-36 cantò al teatro Carlo Felice di Genova, nella primavera del 1836 al Valle di Roma e in seguito al Nuovo di Padova. Dal 1837, quando fu scritturato dall'impresario del S. Carlos di Lisbona, fino al 1839 dominò le scene in questa città cantando in opere dei fratelli F. e L. Ricci, di S. Mercadante, G. Persiani, P. A. Coppola, F. Hérold, W. A. Mozart (prima esec. a Lisbona del Don Giovanni), V. Bellini e specialmente G. Donizetti: restò leggendaria la sua interpretazione del Torquato Tasso, che cantò con successo anche nel 1840 al Her Majesty's Theatre di Londra, suscitando il disappunto del famoso baritono A. Tamburini, timoroso di vedersi soppiantato nel favore del pubblico inglese. Nel 1840-41 cantò alla Scala nel Torquato e nella Fausta di Donizetti, nella Beatrice di Tenda di Bellini e nel Proscritto di O. Nicolai (prima esec.); nel 1841 fu a Bergamo, e nell'autunno aBologna; nel 1842, dopo aver cantato alla Fenice di Venezia nel Duca d'Alba di G. Pacini e nel Candiano di G. B. Ferrari (prima esec.), tornò al S. Carlo di Napoli rimanendovi fino al 1846. A Napoli partecipò il 10 dic. 1842 alla prima esecuzione de La fidanzata corsa di Pacini, nel ruolo di Zampardi, scritto per lui dall'autore, riportando un grandissimo successo, tanto che una lettera pervenuta al giornale La Fama lo riteneva "giunto a tanta grandezza da superare le forze di qualunque teatro d'Italia". (Gazz. mus. di Milano, 26 dic. 1842, p. 226).
Il 12 genn. 1844 fu tra gli interpreti della prima della Caterina Cornaro di Donizetti, che andò incontro ad un clamoroso insuccesso. In questa occasione ci fu un momento di attrito fra Donizetti e il C., poiché il compositore attribuiva in parte al cantante la responsabilità dell'insuccesso; tuttavia i loro rapporti si appianarono qualche mese dopo, quando Donizetti si recò a Napoli per mettere in scena la Maria di Rohan, che ebbe esito positivo. Nel 1845 il C. partecipò, con G. Fraschini ed E. Tadolini, alla prima rappresentazione dell'Alzira (12 agosto), l'opera con cui Verdi si presentava per la prima volta al pubblico napoletano. Nelcarteggio intercorso fra Verdi e l'impresario del S. Carlo, che gli aveva commissionato l'opera, il compositore pose fra le sue condizioni che nell'elenco dei cantanti fosse compreso il C., dimostrando fin da allora per il cantante una stima che non verrà mai meno negli anni successivi. Il C. cantò al S. Carlo fino al gennaio del 1846; fu in seguito a Vienna (aprile-giugno) per la stagione d'opera italiana al Kärntnerthortheater, riportando particolare successo nella Beatrice di Tenda di Bellini. Nella stagione 1846-47, debuttò al Théâtre-Italien di Parigi sostenendo la parte di Assur nella Semiramide di Rossini, accolto con favorevoli commenti da parte della stampa musicale francese; presentò per la prima volta al pubblico parigino I due Foscari di Verdi (20dicembre). Diede prova di una notevole versatilità interpretando, nella stessa stagione, la parte del protagonista nel Don Giovanni di Mozart.
Nel 1847 fu nuovamente scritturato a Londra, dove partecipò ad un'altra prima verdiana, quella de I masnadieri (22 luglio), insieme con Jenny Lind, I. Gardoni e L. Lablache, e sotto la direzione dello stesso Verdi, che appositamente per il C. aveva scritto la scena del sogno nella quarta parte del dramma; l'opera ebbe esito felicissimo, e l'interpretazione che il C. diede dello spietato personaggio di Francesco fu a lungo ritenuta insuperabile. Nella stagione 1847-48 cantò di nuovo a Parigi e nell'estate del 1848 di nuovo a Londra; nel 1848-49 fu ingaggiato con E. Frezzolini e S. I. Gardoni per la stagione d'opera italiana a Pietroburgo. Nell'estate del 1850 partecipò alla prima de La tempesta di F. Halévy a Londra, e nel 1850-51 fu di nuovo a Pietroburgo trionfalmente applaudito nei Lombardi di Verdi e nel Guglielmo Tell di Rossini. Nel 1851 ancora al Her Majesty's Theatre di Londra mostrò di essere artista completo e versatile, eseguendo opere di genere diversissimo, spaziando dall'Elisird'amore di Donizetti all'Enfant prodigue di D. Auber, dalla Florinda di S. Thalberg (prima esec.) all'Ernani di Verdi, dalla Gazza ladra di Rossini a I quattro fratelli di M. Balfe (prima esec.). Il 21 settembre dello stesso anno sostenne la parte del protagonista nella prima rappresentazione romana (al teatro Argentina) del Rigoletto di Verdi, e alla Fenice di Venezia nella stagione di carnevale del 1852 fu il principale artefice del successo dello Stiffelio di Verdi.
Nello stesso anno, dopo aver cantato nuovamente all'Argentina di Roma, il C. partì per Madrid e poi per gli Stati Uniti. Tornato in Italia, cantò nell'autunno al teatro Comunale di Trieste e nel carnevale 1853-54 all'Apollo di Roma. Nello stesso anno 1854 al teatro Gallo a S. Benedetto a Venezia, dopo aver interpretato con grandissimo successo la Lucia di Donizetti e I due Foscari, contribuì, insieme a M. Spezia, alla resurrezione della Traviata, che pochi mesi prima era caduta proprio a Venezia, alla Fenice. La Gazzetta ufficiale di Venezia sostenne che il C. aveva fatto conoscere in realtà per la prima volta il personaggio di Germont, che il C. da allora in poi interpreterà innumerevoli volte in tutti i teatri d'Italia (cit. da Gazz. mus. di Milano, XII [1854], p. 158). Negli anni successivi cantò al S. Carlo di Napoli (1854-55), a Modena (aprile-giugno 1855), di nuovo al S. Carlo (autunno 1855), all'Apollo (1855-56) e all'Argentina di Roma (dove presentò per la prima volta al pubblico romano, il 16 apr. 1856, I Vespri siciliani di Verdi), ancora al S. Carlo (1856-57), alla Pergola di Firenze (maggio-giugno 1857), interpretando quasi esclusivamente opere verdiane, e in particolar modo la Traviata e il Trovatore. Nel gennaio 1858 cantò al S. Carlo nella prima napoletana dei Vespri siciliani, alla presenza dello stesso Verdi; il C. era stato scelto dal compositore anche come interprete della nuova opera scritta appositamente per il S. Carlo, Una vendetta in domino, che però non andò in scena per i rimaneggiamenti apportati dalla censura al libretto; fra i soggetti per questa nuova opera, Verdi aveva pensato in precedenza anche al Re Lear, ritenendo il C. adatto a sostenere la parte del protagonista. Dopo aver cantato alla Pergola di Firenze nel maggio-giugno 1858 (Guglielmo Tell e Mosè di Rossini), il C. ritornò a Napoli, dove fu il protagonista nella prima esecuzione napoletana del Simon Boccanegra di Verdi, diretto dall'autore con esito felicissimo. Nel 1859-60 cantò ancora con successo, malgrado l'età, all'Apollo di Roma (VittorePisan di A. Peri, Un ballo in maschera,Simon Boccanegra,I due Foscari,Luisa Miller di Verdi, prima esec. dell'Amleto di L. Moroni), e nel 1861 a Napoli; dopo qualche anno di silenzio, tornò alle scene nel 1866-67, cantando a Palermo nel Faust di C. Gounod e nella Traviata; nel 1867-68 fu al Regio di Torino per il Don Carlos di Verdi e per la stagione 1868-69 fu scritturato al S. Carlo di Napoli; ma dopo una tempestosa esecuzione della prima opera della stagione, la Jone di E. Petrella (28 ottobre), sciolse il contratto ritirandosi definitivamente.
Morì ad Anagni il 13 genn. 1894.
Dotato di una bella voce di baritono profondo, il C. mostrò nel primo periodo della sua carriera una particolare predilezione per le opere di Bellini e Donizetti, che egli interpretava più in senso drammatico che virtuosistico: infatti la sua voce, oltre ad essere dotata di grande agilità ed estensione (doti che gli consentirono di interpretare con successo anche negli ultimi anni della carriera le opere di Rossini), si distingueva per volume e sonorità poderosi; aveva, inoltre, una notevole presenza scenica. Queste qualità drammatiche lo resero negli anni successivi uno specialista del repertorio verdiano.
Fonti e Bibl.: Gazz. mus. di Milano, I-XXIV (1842-69), recensioni in tutte le annate; G. Pacini, Le mie memorie artistiche, Firenze 1865, pp. 99, 102, 119, 136; G. Salvioli, La Fenice..., Milano 1876, p. 26; F. Florimo, La scuola music. di Napoli e i suoi conservatori, Napoli 1882, II, pp. 337, 371 s.; IV, ibid. 1884, pp. 311 ss.; F. da Fonseca Benevides, OReal Theatro de São Carlos, Lisboa 1883, pp. 171, 174-181, 186; G. C. Bottura, Storia aneddotica docum. del teatro Comunale di Trieste, Trieste 1885, pp. 353 ss.; G. Sacerdote, Il teatro Regio di Torino, Torino 1892, II, p. 232; A. Brocca, Il teatro Carlo Felice, Genova 1898, pp. 28 s.; G. Radiciotti, Teatro e musica in Roma nel secondo quarto del secolo XIX, in Atti del Congresso internazionale di scienze storiche, VIII, Roma 1905, pp. 171 ss., 230 ss.; Musica e musicisti, sett. 1905, pp. 584 s.; G. Cesari-A. Luzio, I copialettere di G. Verdi, Milano 1913, pp. 4 s., 156, 162, 168, 192, 429 s., 457, 554 s., 561 ss.; B. Brunelli, I teatri di Padova, Padova 1921, pp. 412 s.; U. Morini, La R. Accad. degli Immobili ed il suo teatro la Pergola, Pisa 1926, pp. 219-9221; A. Cametti, Il teatro di Tordinona poi di Apollo, Roma 1938, pp. 485, 489 s., 501 ss.; Carteggi verdiani, a cura di A. Luzio, Roma 1947, I, pp. 300-304; IV, p. 295; G. Zavadini, Donizetti, Bergamo 1948, pp. 667, 670, 683, 715, 720, 733, 776, 779 s.; O. Tiby, Il Real teatro Carolino e l'Ottocento musicale palermitano, Firenze 1957, p. 292; A. Geddo, Bergamo e la musica, Bergamo 1958, p. 344; F. De Filippis-R. Arnese, Cronache del teatro S. Carlo, Napoli 1961-1963, pp. 71 ss.; C. Gatti, Il teatro alla Scala, II, Milano 1964, p. 42; Due secoli... Storia del teatro Comunale di Bologna, a cura di L. Trezzini, II, Repert...., a c. di S. Paganelli, Bologna 1966, pp. 56 s.; M. Rinaldi, Due secoli di musica al teatro Argentina, II, Firenze 1978, pp. 857, 860, 862, 907 ss.; G. Monaldi, Cantanti celebri..., Roma s.d., p. 99; F. Regli, Diz. biogr., p. 135; F.-J. Fétis, Biogr. univ. des music., II, p. 334; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 358; Enc. d. Spett., III, coll. 1065 s.; Grove's Dictionary of Music and Musicians, II, p. 372.