BEROALDO, Filippo
1. Filippo Beroaldo il Vecchio nacque da Giovanni e da Castora di Francesco da Argile a Bologna il 7 novembre 1453 e vi morì il 17 luglio 1505. Ebbe maestro di classicità Francesco dal Pozzo (Puteolanus), e già nel 1472 cominciò ad insegnare retorica e poesia nel patrio studio. Nel 1475 professò a Parma, donde si trasferì nell'università di Parigi. Nel 1478 venne richiamato dalla barbara Gallia per succedere nell'ufficio di cancelliere ad Alberto Parisi, morto il 17 agosto 1477. Dell'ufficio però fu investito solo alla fine del 1503, e intanto, dall'aprile 1479 all'ottobre 1503, tenne nuovamente la cattedra nello studio. Scrittore fecondo, commentò molti autori latini, di altri curò l'edizione, emendò testi e compose un buon numero di orazioni, tra le quali notevoli le prelezioni ai corsi universitarî. Quanta fosse la sua erudizione e quale il suo metodo, appare soprattutto nei commenti, che formano la sua produzione migliore. Nel commento d'Apuleio, che può dare un'idea di tutti, dichiara il vocabolo e la frase, tien l'occhio al filo della narrazione, nota l'uso grammaticale e la peculiarità retorica e stilistica, propone correzioni al testo, cita numerosissimi autori, greci e latini, pagani e cristiani, prossimi e remoti; in generale s'abbandona a frequenti digressioncelle, e qua e là, per riposare, come egli dice, l'attenzione del lettore, si trattiene più a lungo su fatti contemporanei e personali: così nel libro V descrive la villa del suo amico Mino Roscio, nel VI parla del suo recente matrimonio con Camilla di Vincenzo Paleoto, nel VII rammenta le due discese in Italia di Carlo VIII e Luigi XII, nel IX loda l'ingegno del suo parente Filippo Beroaldo il giovine. Esuberanza di materia e di forma, ch'egli, specialmente nei primi anni, condiva di sali piccanti tolti ad Apuleio, suo autore prediletto, iniziando così nella scuola bolognese quella fioritura dello stile apuleiano, che raggiunse il parossismo con Battista Pio.
2. Filippo Beroaldo il Giovine nacque da Niccolò, cugini di F. B. il vecchio, e da Bartolomea Formaglini il 1 ottobre 1472 a Bologna; morì nell'agosto 1518. Insegnò retorica nel Ginnasio bolognese dal 1498 al 1502; indi passò alla Sapienza di Roma. Ivi nel 1511 difese come avvocato Francesco Maria Della Rovere, che aveva ucciso il card. Francesco Alidosi. Nel 1514 fu da Leone X preposto all'Accademia romana e nel 1516 alla direzione della Biblioteca vaticana. Pubblicò tre libri di odi latine d'imitazione oraziana e un libro di epigrammi; ma più che altro il suo nome è legato all'edizione principe uscita a Roma nel 1515 dei primi libri degli Annali di Tacito dal manoscritto scoperto nell'abazia di Korvey (il mediceus prior): P. Cornelii Taciti libri quinque noviter inventi... editi a Philippo Beroaldo iuniore accademiae Romanae praeposito iussu Leonis X, P. M.
Bibl.: G. M. Mazzuchelli, Scrittori d'Italia, II, ii, Brescia 1760, pp. 1003-1020; G. Fantuzzi, Scrittori bolognesi, II, Bologna 1782, pp. 111-45; L. Frati, I due Beroaldi, in Studi e memorie per la storia dell'Università di Bologna, II (1911); R. Sabbadini, Storia del ciceronismo, Torino 1885, pp. 42-45; id., Il lat. neo-africano, in Riv. di filol., XXXII (1904), pp. 58-62.