Angelitti, Filippo
Matematico, astronomo e cosmografo (Aielli [L'Aquila] 1856 - Palermo 1931), direttore dell'Osservatorio di Palermo dal 1898. Numerosissimi scritti, la metà circa della sua feconda produzione, trattano argomenti scientifico-letterari in vario modo relativi all'astronomia e alla cosmografia delle opere di D. e sono assai notevoli e per la novità dei contributi e per le discussioni che determinarono.
Tra i più importanti si ricordano una discussa memoria Sulla data del viaggio dantesco desunta dai dati cronologici e confermata dalle osservazioni astronomiche riportate nella Commedia (" Atti dell'Accad. Pontaniana " XXVIII [1897] n. 7); e un'altra Sull'anno della visione dantesca, nuove considerazioni... (ibid. XXVIII [1898] n. 17, in polemica con D. Marzi); in essi l'A. sostiene che la data più probabile dell'inizio della visione è il 25 marzo 1301, e non 1'8 aprile 1300; e colloca intorno al Natale del 1296 la composizione della canzone Io son venuto al punto de la rota, riproponendo così il problema della cronologia delle rime ‛ petrose '. Nel contributo Sulle principali apparenze del pianeta Venere.., dal 1290 al 1309... (" Atti della R. Accademia di Palermo " VI [1901]) l'A. sottolinea e studia l'importanza che gli antichi attribuivano agl'influssi di questo pianeta. In Ulisse astronomo e geodeta nella " Divina Commedia " (Firenze 1901) commenta e chiarisce il senso del Cinque volte racceso e tante casso / lo lume… da la luna..., di If XXVI 130-131. In Sito, forma e dimensioni del Purgatorio dantesco (Palermo 1906) definitivamente dirada vecchi equivoci, e in altro studio, pubblicato in undici puntate sulla " Rivista di astronomia e scienze affini ", fra il 1912 e il 1913, in cui è anche spiegata la teoria del movimento lentissimo del cielo stellato da occidente a oriente, interpreta tutti i luoghi relativi agli accenni danteschi ai segni, alle costellazioni e al moto del cielo.
Alcuni suoi scritti si rivolgono particolarmente alla Ouaestio: una memoria, La quaestio de aqua et terra... (1915) per confermare l'autenticità dell'opera e per accertarne esattezza del testo e interpretazione; e, soprattutto, un'edizione dell'opera, con traduzione italiana e commento, che uscì postuma nel 1932 (ma con la data 1915) nelle Pubblicazioni del R. Osservatorio di Palermo, n. 35 (cfr. quanto ne scrive G. Padoan, nella prefazione alla propria edizione della Quaestio, cioè De Situ et forma aquae et terrae, Firenze 1968, XXXIV).
Bibl. - P. Emanuelli, F.A. cultore di astronomia dantesca, in " Archivio di storia della scienza " XIII (1931) 69-73 (con breve analisi delle sue opere); U. Rivarola, Gli scritti di astronomia e cosmografia dantesche di F.A., in " Atti Acc. Scienze Lettere Arti Palermo ", s. IV, I (1941) 120-141 (con illustrazione delle sue opere e segnalazione di un suo manoscritto inedito); G. Boaga-A. Buiatti, A.F., in Dizion. biogr. degli Ital. III (1961) 219.