ALBERTI, Filippo
Nacque a Fratta (Umbertide) nel 1548, da Luca e da Ippolita Petrogalli. Avviato agli studi letterari e giuridici, vi acquistò ben presto fama, entrando a far parte della cerchia culturale più elevata della città di Perugia. Coadiutore del cancelliere del Comune di Perugia nel 1572, divenne cancelliere nel 1587. Fu uno dei membri più in vista, col nome di "Stracco",dell'Accademia perugina degli Insensati, allora in un momento di grande splendore. Ebbe relazioni personali e letterarie con vari poeti e scrittori, in particolare con il Bonciario e con il Caporali. Alle amicizie illustri dell'A. deve essere ascritta, a prova della considerazione da lui conquistata anche al di fuori dell'ambiente cittadino, quella di Torquato Tasso, che anche a lui si rivolse per consigli in merito alla correzione della Gerusalemme Liberata: fra le rime dell'A. è un sonetto diretto al Tasso e la risposta di lui, che si riferisce all'episodio.
Molte sue poesie sono state pubblicate in raccolte antologiche, o in appendice a quelle di altri poeti, tra la fine del sec. XVI e i primi anni del sec. XVII; importanti quelle pubblicate insieme con le rime di Cesare Caporali (Milano 1585, Venezia 1595), anche perché, secondo il Cavallucci (note al Caporali, p. 162), l'A. aveva personalmente ricevuto l'incarico di correggere le poesie dello stesso. Una sua scelta di Rime di vario metro fu pubblicata nel 1602 a Roma presso G. Facciotto e nel 1603 a Venezia presso G. B. Ciotti; unica nota relativamente originale della raccolta èr appresentata dall'imitazione di Anacreonte e dal tentativo di reagire, sia pure superficialmente, al magistero petrarchesco, lasciando il sonetto e la canzone per altri metri. Altre opere a stampa dell'A. sono: una Canzone in lode di N.S. Clemente Papa VIII, Perugia 1600; un Poemetto sopra la cicala, Perugia 1603; una Corona sopra la conversione di S. Maria MaddaIena, Perugia 1603.
Numerose altre opere l'A. lasciò incompiute o manoscritte: fra queste la tragedia Cestio macedonico, non terminata a causa di una lunga infermità che lo afflisse negli ultimi anni di sua vita; i Commentaria rerum Perusinorum, specie di storia di Perugia, da alcuni biografi dell'A. erroneamente creduta pubblicata nel 1580; gli Elogi degli uomini illustri perugini, da A. Ercolano vescovo ai contemporanei, che l'A. dovette interrompere, secondo quanto testimonia l'Oldoini, per l'invidia e le pretese di alcuni suoi potenti concittadini. Nelle edizioni citate delle rime si trovano i versi sopra Elena invecchiata, che l'Oldoini elencava come un'opera a parte. Tali manoscritti sono raccolti quasi tutti presso la Biblioteca Augusta di Perugia.
Mori a Umbertide nel 1612.
Fonti e Bibl.: M.A. Bonciarii Epistolae, Perusiae 1648, pp. 262-263; A. Oldoini, Athenaeum Augustum, Perusiae 1678, p. 283; G. De Gubernatis, Istoria genealogica della famiglia Alberti, Torino 1713, p. 139; L.A. Muratori, Della perfetta Poesia italiana, Venezia 1725, p. 379; G.M. Crescimbeni, Istoria della volgar poesia, V, Venezia 1731, p. 189; G.M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, I, 1, Brescia 1753, pp. 302-303; G.B. Vernìiglioli, Biografia degli scrittori perugini, I, Perugia 1828, p. 1-4, 383; S. Ferrari, Di alcune imitazioni e rifioriture delle Anacreontee in Italia nel sec. XVI, in Giorn. stor. d. letter. ital., XX (1892), pp. 398, 420-422.