ABIGNENTE, Filippo
Uomo politico, nato a Sarno il 9 aprile 1814, morto a Roma il 13 giugno 1887. Apparteneva a famiglia che aveva acceduto alle congiure dei carbonari. Dapprima destinato alla carriera ecclesiastica, si volse poi agli studî di legge. Nel 1848 fu eletto deputato, e il 15 maggio firmò la protesta dei deputati contro il contegno del governo. Sciolto il Parlamento, sedette nel successivo, ma, per le sue idee liberali, fu confinato a Vico Equense, donde riuscì a fuggire, nell'autunno del 1849, riparando a Genova, a Torino, infine a Nizza: dove rimase fino alla caduta dei Borboni. In esilio fece parte del comitato degli emigrati e collaborò nei periodici piemontesi. A Napoli, P. E. Imbriani, ministro dell'istruzione, lo scelse per suo collaboratore nel riordinamento di quell'università, dove fu nominato insegnante di storia della Chiesa, cattedra da lui occupata fino al 1876, quando entrò nel consiglio di stato. Alla Camera, dove sedette per diciassette anni, tenne ascoltati discorsi sulle relazioni tra Chiesa e Stato, propugnando la libertà della Chiesa e il concetto che il cattolicesimo avrebbe potuto vivere senza bisogno di leggi speciali. I suoi Discorsi parlamentari e scritti politici e scientifici furono pubblicati dal figlio Giovanni (Roma 1902).
Bibl.: R. Mariano, Filippo Abignente, Napoli 1888.