FIESCHI, Filippino
Nacque verso la metà del sec. XV da Ettore, del ramo di Savignone. Uomo d'armi genovese, è ricordato per la prima volta nel 1489, quando venne assoldato dal Banco di S. Giorgio per essere spedito in Corsica.
Qui stava infuriando la rivolta alimentata da Gian Paolo da Leca, che era riuscito anche a sconfiggere un primo contingente di truppe inviate dal Banco. Scoppiò, tuttavia, il disaccordo tra i rivoltosi, che furono incapaci di approfittare della situazione. Il F. sbarcò a Calvi, si unì ai "caporali" che erano rimasti fedeli a Genova e marciò su Vico, per assalire la fortezza della Foce d'Orto, che era stata costruita da Gian Paolo. Il 29 marzo la rocca si arrese, per cui il ribelle si diede alla macchia, mentre l'altro responsabile dell'insurrezione, Ranuccio da Leca, rinchiusosi nella fortezza detta "la Zurlina", si arrese il 29 aprile.
Il Banco comunicò al F. l'intenzione di eliminare Ranuccio, ma egli preferì farlo arrivare incolume a Genova, per evitare ogni responsabilità. I Protettori del Banco di S. Giorgio si lamentarono col F. per la decisione e gli ordinarono di custodire attentamente Francesco da Leca. Il 20 giugno, dopo varie sollecitazioni in tal senso, il F. ottenne di poter tornare nella sua città; i Protettori del Banco lo raccomandarono al duca di Milano, che lo prese al suo servizio, nominandolo capitano del castello di Porta Giovia.
Nel 1495 fu inviato a Novara, che si era consegnata a tradimento al duca d'Orléans: il suo compito fu quello di difendere il castello. Tuttavia, entrati i Francesi in città il F. finì coll'arrendersi. Ritornata Novara sotto il Moro, fu decisa una inchiesta per stabilire le responsabilità negli avvenimenti; il F. si difese ricordando l'assoluta impossibilità di mantenere il controllo del castello e fu assolto. Quando crollò il dominio del Moro, nel 1499, Milano si arrese vergognosamente ai Francesi, senza che fosse sparato un solo colpo per proteggere la rocca; a questo tradimento collaborò il F., il quale, benché "allievo del duca" (Guicciardini), spinse la guarnigione alla resa e trattò la dedizione alla Francia. Quando Genova insorse contro Gian Luigi Fieschi, nel 1506, i Francesi non permisero al F. di difendere il palazzo che la famiglia possedeva in Carignano. Il F. tentò anche di opporsi alle operazioni militari che il nuovo governo genovese stava attuando nella Riviera di Levante.
Partito verso La Spezia, nel settembre, con un contingente di 300 fanti e 100 montanari, egli riusci ad occupare la località, costringendo i commissari governativi a rifugiarsi a Portovenere. Genova reagì: il 24 settembre partirono due galere verso La Spezia, che obbligarono il F. ad abbandonare la fortezza e a porsi al sicuro in Beverino.
Quando poi Luigi XII in persona scese in Italia per guidare le operazioni militari contro la città ribelle, il F. dovette collaborare nell'impresa; il 29 apr. 1507 il re, vincitore, fu accolto solennemente in piazza Banchi, tra gli altri, dal Fieschi. Nel 1510 questi entrò in città con 700 fanti, per difenderla da un attacco organizzato da Ottaviano Fregoso.
Rimasto al soldo della Francia, il F. morì nel 1515, mentre partecipava all'assedio del castello di Milano.
Fonti e Bibl.: Genova, Biblioteca civica Berio, M. A. Ceccaldi, Historia di Corsica, (ms. sec. XVII), cc. 193r, 194v, 195r; Ibid., Biblioteca Franzoniana, F. Federici, Alberi genealogici delle famiglie di Genova, II, sub voce; B. Senaregae De rebus Genuensibus commentaria, a cura di E. Pandiani, in Rer. Ital. Script., XXIV, 8, ad Indicem; A. Giustiniani, Annali della Repubblica di Genova, Genova 1537, c. CCLXIr; F. Casoni, Annali della Repubblica di Genova, I, Genova 1799, pp. 41, 103; Cronache milanesi, in Arch. stor. ital., III (1842), ad Indicem; F. Guicciardini, Storia d'Italia, a cura di C. Panigada, I, Bari 1929, pp. 360 s.; G. Martinazzi, Occupazione del castello e della città di Novara da parte del duca di Orléans nel 1495, in Arch. stor. lomb., III (1876), pp. 316 s.; P. Ghinzoni, Un prodromo della Riforma in Milano, ibid., XIII (1886), pp. 62 s.; L. T. Belgrano, Un assassinio politico nel 1490 (Ranuccio da Leca), in Atti della Soc. ligure di storia patria, XIX (1887), pp. 435, 437-448, 450 s., 458 s.; R. Colonna di Cesari Rocca, Histoire de la Corse, Paris 1890, p. 62; E. Pandiani, Un anno di storia genovese (giugno 1506-1507), in Atti della Soc. ligure di storia patria, XXXVII (1905), ad Indicem; E. Motta, Armaiuoli milanesi nel periodo visconteo-sforzesco, in Arch. stor. lomb., s. 5, I (1914), pp. 222 s.; C. Bornate, Genova e Corsica alla fine del Medioevo, Milano 1940, ad Indicem.