Filippi
Antica famiglia di Orvieto, di origine popolare; assurse a grande potenza alla fine del secolo XII. La città infatti già dalla metà del secolo era, come quasi tutti i centri comunali italiani, travagliata dalle lotte di parte fra i sostenitori della Chiesa e quelli dell'Impero. Allorché venne ucciso il podestà Pietro Parenzi, romano (1199), il popolo ne fece aspra vendetta perseguitando, cacciando e spogliando molti nobili di Parte imperiale. In questo frangente, si arricchirono con le spoglie dei vinti due famiglie di origine popolare, Monaldi e F., i cui membri, aderenti e seguaci, in prosieguo, si chiamarono Monaldeschi e Filippeschi. D. ricorda entrambe queste casate insieme a un'altra coppia di avversari nell'invito da lui rivolto all'imperatore Alberto d'Austria affinché venga di persona a rendersi conto della triste situazione italiana, travagliata dalle lotte tra fazioni: Vieni a veder Montecchi e Cappelletti, / Monaldi e Filippeschi, uom sana cura (Pg VI 106-107).
Raggiunta la preminenza nella loro città, ben presto nacquero tra le due famiglie odii, screzi, con conseguente guerra, parteggiando per la Chiesa i guelfi Monaldeschi e per l'Impero i ghibellini Filippeschi, al cui fianco si schierarono alcune delle casate magnatizie orvietane quali Bisenzi, Vitozzi, da Marsciano, da Santafiora, da Chianciano, di Campiglia (Visconti), Mazzocchi, Tosti, de' Medici. Per due secoli queste fazioni infuriarono, insanguinando e mettendo a ferro e a fuoco la città e il contado, con alterne vicende e con rari periodi di pace, o meglio di tregua. Quando si avvicinò nel 1313 Enrico VII, i F. nutrirono la speranza di disfare definitivamente gli avversari, però la battaglia del 16-18 agosto segnò il loro definitivo tramonto.
Nelle due coppie dantesche si è voluta vedere un'intenzionale simmetria, e cioè una famiglia guelfa contrapposta a una ghibellina; in verità una certa simmetria esiste ma è ghibellino-guelfo nella prima coppia, l'opposto nella seconda.
Bibl. - L. Fumi, Orvieto. Note storiche e biografiche, Città di Castello 1891, 84-97 (recens. di E.G. Parodi, in " Bull. " XIII [1906] 73-74); G. Brognoligo, Studi di storia letteraria, Roma-Milano 1904.