Vedi FILIPPI dell'anno: 1960 - 1973 - 1994
FILIPPI (v. vol. iii, p. 673)
Sono stati in questi ultimi anni approfonditi particolarmente gli studî sulla F. cristiana. Essa ebbe il privilegio di ricevere per prima l'apostolo Paolo, che fondò qui la prima comunità cristiana d'Europa. Il seme del cristianesimo fu molto fecondo e ciò è testimoniato dai numerosi edifici di culto, di cui alcuni sono stati messi in luce dagli scavi, altri sono stati solo individuati. Gli scavi della Scuola Arch. Francese di Atene hanno messo in luce non solo monumenti civili, ma anche due delle più interessanti basiliche di F., la basilica A, sulla terrazza, e la basilica B, nel lato meridionale dell'agorà commerciale. Gli scavi greci di F. sono cominciati nel 1956, sotto la direzione di S. Pelekanidis e continuano tuttora.
La basilica extra muros. Si trova a NE della porta di Neapolis, ad una distanza di circa 500 m da questa e a breve distanza, a N, dalla strada Kavalla-Drama, nella piazza del villaggio di Krinides.
Il primitivo impianto fu costituito da una basilica semplice, ellenistica, con tre navate, con copertura lignea e con matronei su tre lati. La navata principale finisce ad E con un'abside semicircolare che presenta, nella parete esterna, tre contrafforti; ad O si conclude con un nartece rettangolare stretto e un atrio con quattro portici, del quale sono conservate in situ le quattro colonne e le paraste angolari del lato orientale, mentre il resto fu distrutto dalla strada principale del paese che passa proprio in questo punto.
Il secondo periodo della basilica, dopo la parziale distruzione del primo edificio è limitato piuttosto alla parte superiore, ma in alcuni punti della navata principale i cambiamenti che si sono susseguiti sono molto importanti: a) fu innalzato il livello dello stilobate interno in tal misura che la comunicazione tra le navate rimase possibile solo nella parte orientale; b) fu creata, nel lato orientale della basilica, una navata trasversale (transetto) che occupa tutta la larghezza della chiesa, ad una distanza di m 4,50 dal muro orientale.
Dopo la distruzione completa della basilica, nel lato orientale della navata centrale, fu creata una piccola chiesa ad una navata con abside sporgente. Il pavimento della basilica era coperto di un mosaico con disegni animali, vegetali e geometrici, del quale si sono salvati parecchi frammenti. Nel bèma esisteva un semplice coro, a cui si accedeva mediante tre gradini a ferro di cavallo, ricoperti da lastre di marmo. Nel centro della chiesa fu trovata parte della base di un alto ambone di marmo con una doppia scala.
Edifici intorno alla chiesa. Tra i più interessanti è il diakonikòn che si estende lungo la parete meridionale della chiesa, separato da questa da un muro intermedio. È composto di due ambienti successivi che comunicano con la chiesa attraverso due porte relativamente strette. Nel secondo ambiente fu trovata una tavola di offerte di forma rettangolare, sostenuta da quattro colonnette.
Sotto il pavimento della basilica e soprattutto sotto le navate laterali, sotto il nartece e gli edifici intorno alla chiesa, furono trovate molte tombe distinte in due gruppi: a) tombe alla cappuccina; b) semplici tombe a cassa. La maggior parte di queste tombe avevano lastre con iscrizioni funerarie e una con dipinti.
Sulla base di indiscutibili dati di scavo, monete ed epigrafi, la prima basilica risulta essere stata fondata prima del 337, cioè ancora all'epoca di Costantino il Grande, e fu distrutta probabilmente dalla invasione degli Ostrogoti nel 473. Fu ricostruita nell'età di Giustiniano e distrutta completamente dalle incursioni bulgare o nell'821 o nell'837.
L'ottagono e il suo complesso. Il complesso, in corso di scavo, è delimitato ad O dal Foro romano, a N dalla via Egnazia, a 5 dalla strada che comincia dall'agorà commerciale del Foro e prosegue parallela alla via Egnazia; ad E non se ne è ancora stabilita l'estensione.
La costruzione principale di tutto il complesso è l'ottagono iscritto in un quadrato, nei quattro angoli del quale si aprono profonde nicchie. Ha una lunghezza di 33 m, larghezza 29,70, si conclude in una grande abside semicircolare, nella quale si trova un coro con due gradini di accesso. Inoltre sono rimasti in situ i gradini del bèma, nel lato NO del quale è accertato un ambone costruito e rivestito con marmi decorativi.
La forma dell'ottagono (a m 4,50 di distanza dai muri esterni della costruzione), è sottolineata dallo stilobate ottagonale, alto m 0,25 e largo m 1,10, sul quale posano 16 colonne. Nel lato orientale dello stilobate ottagonale, come è accertato dai resti di pilastri, esisteva un arco trionfale.
Dai resti di due grandi colonne trovate e di capitelli, si è dedotta l'esistenza di un secondo piano intorno all'ottagono centrale.
Ad O dell'ottagono e per tutta la sua larghezza si estende un nartece stretto rettangolare, che era ricoperto da un pavimento a tarsie marmoree, divise in rettangoli e rombi.
Secondo le scoperte a N del complesso della via Egnazia, un superbo pròpylon conduce ad un atrio con portici su tre lati che finiva in un vestibolo che conduceva al nartece dell'ottagono.
Nell'angolo NO dell'ottagono si trova la phiale che è iscritta in un impluvio quadrangolare probabilmente con copertura a thòlos. Quattro colonne nei 4 angoli dell'impluvio, recinto da soglie marmoree, un tempo sostenevano un epistilio. Il fondo dell'impluvio presenta un lastricato e sul lato S un chiusino traforato per l'evacuazione delle acque. Nella phiale l'acqua cadeva in una grande e alta vasca e scendeva più in basso, in zampilli, da una piramide tronca, forata, rovesciata, con facce seghettate. Questa forma di phiale è finora sconosciuta. Ad E della phiale ed in immediata comunicazione con essa, si estendono nel livello superiore tre ambienti contigui. Il primo, che era uno speciale luogo di culto, continua la vita di una costruzione ellenistica quadrata, forse un heròon perché sotto di essa fu trovata una grande tomba a vòlta contenente un sarcofago con iscrizioni e offerte in oro.
In successione, verso E si trova un secondo ambiente, identificato col diakonikòn, con un altare costruito nel muro E coperto da un baldacchino: si tratta dell'altare delle offerte. Infine, l'ambiente successivo al diakonikòn, nel lato orientale, ha un altare costruito e qualche altro apprestamento di uso liturgico: è la pròthesis. Questo ambiente comunica direttamente con il bèma dell'ottagono. Queésto complesso di tre ambienti che si trova supra ecclesiam, e loco septentrionali, corrisponde per la disposizione e la destinazione a ciò che prescrivono la Διαϑήκη τοῦ Κυρίου e la ᾿Αποστολικαὶ Διαταγαί.
A N parallelamente ai suddetti ambienti, divisi da un muro intermedio, si estendono cinque ambienti di un battistero, cioè il protàlamos, l'apodytèrion, il katachoumenèion con le esedre dei catechisti e l'ambiente principale con la vasca a forma di croce e il chrismàrion.
Rari sono i casi nei quali il tempio cristiano ha relazione diretta, organica e liturgica, con terme dalle quali la vasca del battistero viene rifornita d'acqua calda.
Nell'ottagono di F. le terme sono una parte organica di esso e esiste anche un muro mediano comune alle due costruzioni, fra loro comunicanti.
Dalla via Egnazia una grande porta conduce alle terme, davanti alle quali un cortile quadrato aperto, è circondato su tre lati da colonne. Intorno al cortile sono stati messi in luce ambienti di dimensioni relativamente piccole che servivano ad uno scopo specifico: piscina da nuoto, latrine, cisterne ed altri ambienti di destinazione sconosciuta. Mediante più ingressi questo atrio comunicava con le terme principali che sono composte dal calidarium, dal tepidarium e dal frigidarium e da una sala relativamente piccola nella quale fu trovata una vasca rotonda in muratura accanto alla quale è accertata la base di una colonna. Questa colonna aveva la funzione di καταιονιστῆρος. Il complesso descritto è delimitato ad E da una strada secondaria perpendicolare alla via Egnazia, che termina a S con una porta che conduce al lato E dell'ottagono ove una sporgenza semicircolare circonda la sua nicchia.
Ad E e lungo questa strada secondaria sono venuti in luce ambienti successivi che, come si può dedurre dalle sistemazioni degli ambienti stessi e dai ritrovamenti, erano destinati a magazzini di cereali e prodotti liquidi (olio, vino, ecc.).
In seguito alle ricerche fatte, è dimostrato che questo ottagono fu costruito sopra un tempio anteriore, del quale la forma architettonica per il momento è sconosciuta. Il pavimento di questo primo tempio era ricoperto da mosaici divisi a zone, con motivi decorativi animali, vegetali e geometrici. Sulla base di ritrovamenti di monete e di altre osservazioni archeologiche, l'ottagono può essere datato al primo venticinquennio del V secolo. Gli scavi continuano.
Bibl.: Πρακτικὰ τῆς ᾿Αϑ. ᾿Αρχαιολ. ᾿Εταιρίας, 1959-1966; St. Pelekanidis, Excavations in Philippi, in Balkan Studies, VIII, 1967, p. 123 ss.; R. Krautheimer, Early Christian and Byzantine Architecture, Baltimora 1965, pp. 97-8.