FILIBUSTIERE
. La parola, che deriva assai probabilmente dall'inglese freebooter, mal pronunciato dagli Spagnoli, che ne fecero un fribustero e poi un flibustero, fu usata nel sec. XVII a indicare specificatamente quei predoni francesi, inglesi, olandesi, che dopo la sconfitta dei bucanieri (v.) e la loro cacciata da San Cristoforo, da Antigua, da Monserrat e dalle altre Piccole Antille, fra il 1629 e il 1632 occuparono Aruba, Bonaire, Tortuga e altre isole più meridionali nel Golfo del Messico, continuando la spietata guerra piratesca contro le navi spagnole e osando anche attaccare e saccheggiare città e villaggi costieri. Furono chiamati anche Fratelli della Costa; e in molte relazioni spagnole compare pure il nome di pechilingues. Avevano parecchi capi, fra loro spesso d'accordo, talora ostili e rivali: formavano una specie di associazione, con norme severissime per la ripartizione delle prede, il compenso ai mutilati o feriti negli scontri; avevano una loro bandiera (nera, con un teschio e ossa incrociate); si servivano dell'opera di schiavi fuggiaschi, mulatti, zambos, ma li tenevano a distanza. La storia delle colonie spagnole d'America, cosi del golfo del Messico come anche del Pacifico, è piena delle gesta audacissime di questi predoni internazionali, che, specialmente nei periodi di guerre della Spagna contro l'Inghilterra, trovavano negl'Inglesi di Giamaica palesi aiutatori, e nei periodi di pace dei complici abilissimi nel dissimulare la loro cooperazione.
Perduta nel 1638 Tortuga a opera del generale Ibarra, la rioccuparono più tardi. Impadronitisi dell'isola di Santa Caterina, da loro chiamata Providencia, fra il 1640 e il 1642 la difesero strenuamente. Tra i loro capi nella prima metà del secolo si ricorda l'ugonotto Levasseur, che prese il titolo di principe di Tortuga, saccheggiò Santiago di Haiti, San Giovanni di Cuba, e perì poi assassinato dai suoi ufficiali; ebbe anche fama un De Fontenay, che difese Tortuga strenuamente, ma finì poi col capitolare. Più tardi ebbero terribile rinomanza un altro francese, Nau, detto l'Olonese, e poi l'inglese Enrico Morgan: il primo tristamente famoso per le stragi compiute a Maracaibo, a Merida, a Honduras, e morto, secondo si narra, fra atroci tormenti per opera di tribù indiane del Nicaragua; il secondo, diventato ricchissimo per il saccheggio di molte città (1671), abbandonò poi i compagni, comperò ampie terre a Giamaica, e finì, in qualità di governatore interinale dell'isola, col farsi persecutore dei suoi antichi fratelli. Anche celebre è un francese Grammont, di nobile famiglia, che nel saccheggio di Vera Cruz guadagnò più di due milioni di scudi; e più ancora noto un avanese, Grillo, ferocissimo torturatore degli Spagnoli che cadevano nelle sue mani.
La Spagna fece quanto le tristi condizioni del tempo le permettevano per combattere quella piaga; ma più efficace fu la costituzione di un'associazione di mercanti (1674), che, mentre armavano a difesa delle coste navi speciali adatte a navigare nei bassifondi, intrapresero come corsari una metodica caccia che diede ottimi risultati. Il Grammont fu da loro battuto nel 1679 e dei suoi 600 seguaci ben pochi sfuggirono alla morte; egli poi, dopo aver sorpreso e bruciato Campeche, perì, sembra, in un naufragio. Più tardi l'olandese van Graff, che gli Spagnoli chiamavano Lorenzillo, fu battuto (1683) da loro presso l'isola dei Pini. Un altro olandese, van Horn, poteva però impadronirsi di Vera Cruz, facendo un immenso bottino, fra cui 1300 schiavi; ma nella spartizione della preda, venuto a contesa con van Graff, fu da lui ucciso. Le imprese di questi filibustieri si confondono però assai spesso con le operazioni navali della Francia in questo periodo, perché così il van Graff, come altri fratelli della Costa, cooperarono con i governatori di San Domingo alla lotta contro la Spagna durante la guerra della Lega d'Augusta. Alla campagna del 1697 capitanata dal barone di Pointis, presero parte otto navi di filibustieri, che contribuirono alla presa di Cartagena de las Indias, che capitolò e fu orrendamente saccheggiata. Molti dei filibustieri caddero però nelle mani degli Olandesi, alleati della Spagna, e furono in gran parte impiccati.
Anche nel Pacifico un'associazione di commercianti, armando in corsa molte navi, diede l'ultimo tracollo ai filibustieri (1688-1696), che scomparvero finalmente quando la dinastia di Borbone passò a regnare in Spagna.
Bibl.: A. O. Oexemelin, Histoire des aventuriers filibustiers ecc., Parigi 1775, nuova ediz., Parigi 1920; C. Fernández Duro, Armada española, III e IV, Madrid 1898-99; Christian, Histoire des corsaires et pirates, Parigi 1853; J. J. Roche, Historia de los filibusteros, S. José de Costa Rica 1908; M. Besson, Les Frères de la Coste - filibustiers et Corsaires, Parigi 1928.