FILE (gr. ϕυλή, plur. ϕυλαί)
Le stirpi greche al loro avanzarsi nella Grecia erano costituite da gruppi di famiglie, fratrie (v.), consociate per gli scopi della difesa e dell'offesa, dell'emigrazione e della conquista, in unità maggiori, chiamate file o tribù. Occupate sedi stabili le tribù e le fratrie furono a poco a poco subordinate allo stato, subendo fusioni e trasformazioni, sì da assumere infine figura di divisioni e suddivisioni, talora complicate e artificiali, dei singoli stati. Questo secondo è un ordinamento, che, secondo il Beloch, suppone una popolazione di un certo numero, fornita di stabile coesione politica, e quindi nelle parti della Grecia, il cui sviluppo politico restò arretrato, esso o mancò o fu creato tardi. Sull'ordinamento e sugli uffici della tribù nelle età più antiche sappiamo poco, perché nell'Attica stessa, per la quale generalmente più ricca è la tradizione, le vecchie tribù gentilizie furono sostituite dalle tribù clisteniche di altro tipo. Ma si può stabilire che le tribù antichissime avevano funzioni militari; intervenivano, al di sopra delle fratrie, per regolare la vendetta del sangue (del che un relitto si ha nella giurisdizione formale riservata in tempo storico in Atene ai re delle quattro tribù, ϕυλοβασιλεῖς, contro gli omicidi rimasti sconosciuti); esercitavano qualche ingerenza nel diritto civile, specialmente famigliare; avevano culti comuni; facevano, finalmente, sentire il loro peso nella gerusia e nell'ecclesia, e fornivano i quadri per l'elezione di commissioni e di magistrature.
I cittadini ateniesi prima di Clistene erano distribuiti nelle quattro tribù degli Argadei, Egicorei, Geleonti e Opleti, le stesse nelle quali, secondo Erodoto, si dividevano anche gli Ioni, e che di fatti ricorrono in molte città ioniche d'Asia Minore, sia pure, non di rado, unite con altre. Questo riscontrarsi delle quattro tribù attiche nella Ionia dimostra che gli Ioni emigrando le portarono con sé dall'Attica, e che quivi esse sussistevano prima del sinecismo; se sussistevano prima del sinecismo, è, a sua volta, da ritenere che la gente attica fosse già divisa in queste quattro tribù, quando penetrò nella penisola donde assunse il nome. L'etimologia dei loro nomi è incerta, ma pare che essi derivino da nomi o da epiteti di divinità, a eccezione però del nome degli Opleti, che sembra doversi riportare al vocabolo greco che significa armi. Doveva accadere naturalmente che i componenti delle singole tribù nello sciamare delle emigrazioni occupassero una stessa parte del territorio, di guisa che se si potesse delineare una carta dell'Attica prima della riduzione a unità, il territorio di ogni stato apparrebbe diviso in tante parti quante sono le tribù. Ma l'ipotesi che identifica addirittura le quattro tribù con suddivisioni territoriali dell'Attica è errata, perché con essa non potrebbe spiegarsi come tutte e quattro le tribù siano state rappresentate parimenti nella colonizzazione della Ionia. Quando poi avvenne il sinecismo, ciascuno rimase nella file cui apparteneva, sicché i territorî delle quattro file antiche erano sparsi su tutte le parti del paese, come più tardi quelli delle tribù clisteniche, il che valse a indebolire sin da allora il vincolo gentilizio. Più errate ancora sono le ipotesi che spiegano le tribù o come caste, o come suddivisione artificiale e recente del popolo avvenuta dopo l'unificazione dell'Attica.
Queste quattro tribù gentilizie, di origine antichissima, furono sostituite per opera di Clistene da dieci tribù locali, ognuna delle quali comprendeva un certo numero di demi, situati in parti diverse dell'Attica: questa, cioè, fu divisa in trenta trittie, ciascuna con un certo numero di demi, e ripartite, dieci per dieci, in tre distretti: urbano, costiero e interno, e ad ogni tribù furono assegnate (per sorteggio, dice la tradizione; ma qualche moderno ne dubita) tre trittie, appartenenti ciascuna a un distretto diverso, di guisa che tutti e tre i distretti erano rappresentati in ognuna delle tribù. Lo scopo di questa partizione fu quello d'infrangere le consorterie delle maggiori famiglie nobiliari e di ostacolare la cooperazione dei loro diversi membri. Il Beloch propende a credere che le dieci tribù locali siano state create da Pisistrato, e a ciò è spinto da alcune considerazioni relative alla distribuzione dei distretti, che non gli sembra conforme agl'interessi di Clistene, e da altre relative a demi e demotici; questa opinione peraltro resta ipotetica.
I nomi delle dieci tribù, derivati da quelli dei più famosi eroi locali sono: Erecteide, Egeide, Pandionide, Leontide, Acamantide, Eneide, Cecropide, Ippotontide, Aiantide, Antiochide, e ogni eroe eponimo aveva proprio sacerdote e proprio santuario. Ciascuna tribù eleggeva i suoi funzionarî, tesorieri ed epimeleti, e teneva le sue assemblee. La principale funzione delle tribù nella costituzione ateniese fu quella di distretti elettorali. Il senato dei 500 aveva 50 rappresentanti per ciascuna delle dieci tribù, e questi 50 rappresentanti di ciascuna tribù costituivano a turno la commissione permanente dei pritani, che accudivano al disbrigo degli affari correnti per la durata della decima parte dell'anno. Inoltre parecchi collegi di magistrati erano costituiti di dieci, presi uno per tribù: così fu per gli strateghi, finché comandarono, ciascuno, il contingente di una tribù, i tassiarchi, i filarchi, i tesorieri della dea, i poleti, gli apodecti, gli atloteti. E la tribù ebbe parte anche nella nomina dei nove arconti, che passò per fasi diverse. Per tribù furono divise alcune liturgie, quali la ginnasiarchia, l'estiasi, e in qualche caso la coregia, sulla tribù riposava in parte l'organizzazione dell'efebia. Le tribù ebbero un ordine gerarchico e ufficiale, già di sopra indicato, ed è da notare che, dalla metà del sec. IV a. C. in poi, il segretario annuale della bulé era designato anno per anno secondo quest'ordine regolamentare delle tribù. E questo accertamento, che è merito del Ferguson, ha molta importanza per la cronologia dei singoli atti, e quindi degli arcontati da cui sono datati.
Nel 307-6 furono aggiunte le due nuove tribù Antigonide e Demetriade, in onore di Antigono e di Demetrio Poliorcete, e il senato ebbe allora 600 membri. Nel 229-8 o poco dopo fu creata la Tolemaide in onore di Tolomeo Evergete, e per qualche tempo le tribù furono 13, ma nel 201 a. C. furono soppresse l'Antigonide e la Demetriade, e creata la Attalide in onore di Attalo I. Poi tra il 121 e il 125 d. C. fu creata l'Adrianide, in onore dell'imperatore Adriano.
Le quattro tribù attiche originarie si riscontrano in città ioniche: Delo, Teo, Efeso, e in Perinto, colonia di Samo, in Cizico, Tomi e Istro, colonie di Mileto, e da ciò si può indurre che esistevano anche in altre, come attesta Erodoto. È da osservare però che spesso in queste città ioniche si riscontrano, insieme con tali tribù, altre, varie nelle varie città, tra cui più diffuse quelle dei Borei e degli Enopi, e in queste si possono vedere o parti della popolazione, aggiuntesi alla massa principale dei coloni attici, o scissioni in due di tribù precedenti.
Tribù doriche. - Già Omero (Odiss., XIX, 177) chiama i Dori τριχάικες, tripartiti, e dice che Rodi fu abitata τριχϑὰ καταϕυλαδόν (Il., II, 668). Le tre tribù doriche originarie, che si hanno a intendere come di sopra abbiamo accennato, sono quelle degli ‛Υλλεῖς, Δυμάνες e Πάμϕυλοι. Le troviamo testimoniate tutte o singole in tutti o quasi gli stati dorici della madrepatria e nelle loro colonie dell'Egeo meridionale: in Megara, Sicione, Epidauro, Trezene, Argo, in molte città cretesi, in Tera, Calinmo, Coo, in Corcira (e da ciò si può indurne l'esistenza in Corinto, da cui Corcira era stata colonizzata), in Issa (colonia di Siracusa, e quindi, per induzione, anche qui). Parimenti si può con certezza stabilire che esse esistettero in origine anche in Sparta, sia per l'analogia generale degli stati dorici, sia per la loro esistenza in Tera, che gli antichi considerarono come colonia di Sparta, il che presuppone che, se anche non fu così, gli ordinamenti delle due città fossero analoghi. Ma in Sparta le tre antichissime tribù furono presto sostituite da tribù di carattere locale, delle quali non conosciamo il numero, mentre ne conosciamo varî nomi: Pitane, Limnai, Meson, Konuria, Dyme, i quali nomi corrispondono tutti, meno l'ultimo, a parti della città di Sparta. Queste tribù mantenevano il carattere strettamente locale ancora al tempo della battaglia di Leuctra, e divennero personali soltanto nell'epoca ellenistico-romana. Accanto alle file esistevano in Sparta le ὠβαί, citate da Plutarco (Lyc., 6) e documentate da iscrizioni, e queste da alcuni sono considerate identiche con le file, da altri come partizioni di esse. Nelle altre città del Peloponneso, invece, e in quelle cretesi, le tribù doriche originarie si conservarono a lungo, pure aggiungendosene loro delle altre, così ad Argo gli Hyrnathioi, a Sicione gli Aigialeis, a Trezene gli Scheliadai, a Epidauro gli Hysminatai e gli Azantioi, ai quali poi si sostituirono i Lekatioi; in Gortina, Cnosso, Drero e Mallo gli Aithaleis, in Cnosso e in Lato, oltre questi, gli Echanoreis, in Paso la tribù Pharkaris. È molto probabile che nella maggior parte dei casi queste tribù aggiuntive abbiano tratto origine dall'ammissione nella cittadinanza e dalla equiparazione giuridica coi Dori di elementi indigeni. Nelle città cretesi le file ancora in tempo tardo davano alternativamente i magistrati supremi, cioè i cosmi (un tempo, invero, fu ritenuto da qualcuno che i cosmi si eleggessero per starti, intesi come suddivisioni delle file, ma questa opinione è stata poi messa da parte, e si è pensato che σταρτός sia designazione del collegio dei cosmi (De Sanctis) o dei contingenti militari delle singole tribù (Lipsius).
Tribù posteriori. - Nell'Arcadia, nell'Elide, nella Messenia, nella Beozia, nella Tessaglia, come pure nell'Eolide di Asia Minore non vi ha testimonianza di tribù antichissime, ma esse vi fanno la loro apparizione più o meno tardi, e hanno generalmente i caratteri di formazioni artificiali. Nell'epoca romana l'istituto delle tribù non soltanto continua nelle città di costituzione greca, ma si diffonde in nuovi centri, e si rianima specialmente sotto gl'imperatori, quando in non pochi luoghi sorgono tribù in loro onore. E permane anche l'organizzazione corporativa delle tribù, con presidenti, locali di riunione, propria cassa e proprî tesorieri, ma ogni attività corporativa si esplica sotto il controllo dei magistrati, e si esaurisce in genere nella deliberazioae di onori per cittadini o, specialmente, per membri della casa imperiale, e in manifestazioni di culto.
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