CASTRO, Fidel
Uomo politico cubano, nato il 13 agosto 1917 a Lemita Manacas. Figlio di un agiato piantatore, laureatosi in giurisprudenza si guadagnò larga popolarità come avvocato della povera gente. Schieratosi tra gli oppositori della dittatura di Batista, C. il 26 luglio 1953, con il fratello Raul, capeggiò un attacco contro la caserma Moncada di Santiago de Cuba, ma fu arrestato e condannato a 15 anni di detenzione. Liberato, per amnistia, dopo undici mesi di detenzione, C. abbandonò Cuba, stabilendosi prima negli S.U.A., poi nel Messico. Il 2 dicembre 1956 C. sbarcava con una banda di 82 uomini sulla costa della Provincia d'Oriente e, sfuggito alle truppe di Batista, si rifugiava con 12 compagni sulle colline, spostandosi poi in località remota della Sierra Maestra, dove stabiliva il quartier generale del "Movimento 26 luglio". Non preso sul serio in un primo momento da Batista, il "movimento" con l'appoggio del partito comunista cubano (in clandestinità), che gli assicurava l'adesione delle masse contadine, vedeva accrescersi le sue file (verso la fine del 1957 i guerriglieri sarebbero stati 4000-5000), mentre sempre più numerose si facevano le adesioni di sostenitori e simpatizzanti, in quasi tutti gli strati sociali, all'Avana e nelle altre città. Nel marzo 1958, dopo che da alcuni mesi le azioni dei guerriglieri si erano andate intensificando, C. lanciava un appello al popolo cubano per la guerra totale alla tirannia di Batista e nell'autunno lanciava dalla Provincia d'Oriente l'offensiva generale verso ovest.
A metà dicembre i guerriglieri di C. erano penetrati fino al centro della provincia de Las Villas; il 1° gennaio 1959 Batista fuggiva a Ciudad Trujillo; l'8 luglio C., che aveva assunto il comando delle forze armate, faceva il suo ingresso trionfale all'Avana; il 16 febbraio assumeva la carica di primo ministro, affidata in un primo tempo a José Miro Cardona. Per la politica interna ed estera del "movimento" di C. dopo l'assunzione del potere v. cuba.