FICO
. Nome generico delle specie di Ficus (fr. figuier; sp. higuera; ted. Feigenbaum; ingl. figtree) e dei loro frutti (fr. figue: sp. higo; ted. Feige; ingl. fig) e più ordinariamente del Ficus carica L., che è la specie più nota e a frutto edule. Il genere Ficus appartiene alla famiglia Moracee, che da altri botanici è considerata come sezione della più grande famiglia delle Urticacee.
I Ficus sono alberi di grandiose o mediocri dimensioni, o frutici, hanno tronco liscio, legno tenero leggiero, foglie per lo più alterne, persistenti o caduche, di forma e nervatura quanto mai varie, munite di grandi stipole connate in una intrapeziolare interamente amplessicaule avvolgente la gemma terminale, caducissima e lasciante una cicatrice annulare. In tutto il corpo della pianta sono diffusi tubi laticiferi ramosissimi, che possono raggiungere parecchi metri di lunghezza e contengono un latice bianco che a contatto dell'aria coagula e nel quale si trovano varie sostanze, fra cui il caucciù. I fiori, diclini, sono inclusi in un ricettacolo carnoso globoso o piriforme, cavo e che presenta soltanto una piccola apertura all'apice (bocca) guarnita di numerose bratteole disposte in più serie. I fiori, che tappezzano fittamente la parete interna del ricettacolo, sono talvolta separati, gli staminiferi e i pistilliferi in ricettacoli distinti, ma generalmente i ricettacoli presentano le due sorta di fiori frammisti o per lo più i fiori staminiferi occupano una piccola zona superiore del ricettacolo attorno all'orifizio, mentre i fiori pistilliferi, assai più numerosi, occupano il resto della cavità.
I fiori staminiferi constano di un perianzio 2-6 partito e di 1-2 o più raramente 3-6 stami, i pistilliferi di un perianzio a segmenti generalmente in minor numero e più piccoli e di un ovario uniloculare, contenente un ovulo pendulo, sormontato da uno stilo per lo più laterale, terminante in uno stimma di varia forma. Il frutto, cosiddetto, che più propriamente è una falsa infruttescenza (siconio), consta del ricettacolo che nel fico mangereccio è assai ingrossato e diventato carnoso molle e ricco di zucchero, e dei veri fruttini (achenî) immersi nella polpa, ciascuno dei quali ha un guscio duro e fragile e contiene un seme con albume carnoso, embrione incurvo, radichetta supera incombente. I ricettacoli sono a coppie o, per aborto di uno, solitarî all'ascella delle foglie o ai nodi defoliati dei vecchi rami; ci sono anche parecchie specie cauliflore, nelle quali i ricettacoli sono riuniti su rami specializzati brevi e afilli, che nascono direttamente sui tronchi o sui grossi rami.
Molte specie di Ficus sviluppano numerose radici aeree; talvolta queste nascono dalla porzione inferiore del fusto principale e hanno forma appiattita, tabulare, come contrafforti che s'irradiano in tutte le direzioni, spingendosi serpeggiando assai lontano dal tronco e molto rilevate sopra terra; talvolta nascono dalla parte alta del tronco principale e si fondono con questo e fra loro irrobustendo il tronco stesso; quando hanno origine da rami laterali scendono libere verticalmente e, raggiunto il suolo, vi penetrano, diventano molto grosse in forma colonnare come veri fusti, e servono come sostegno della chioma estesamente ramificata. Taluni Ficus sono epifiti e, nati sui rami dell'albero ospite, dai semi che vi furono portati dagli uccelli carpofagi, emettono radici aeree che si appiattiscono e aderiscono fortemente contro il fusto di quello e intrecciandosi fra di loro finiscono per strozzarlo e farlo perire, mentre il Ficus sopravvive impiantato sul terreno a mezzo delle sue radici avventizie, le quali, raggiunto il suolo, si ingrossano e gli servono di sostegno. Una stessa specie può trovarsi come albero autonomo e in altri casi come epifitica; taluna entra a far parte dei cosiddetti "giardini delle formiche". Altre specie di Ficus sono rampicanti, alcune di esse si allacciano al fusto dell'albero sostenitore mediante lunghe radici avventizie che lo abbracciano a guisa di cinture, altre sviluppano un reticolato di radici che si appiattiscono contro le rocce o altro sostegno cui si attaccano, e al disopra di questo cacciano un fusto eretto ramificato nel modo ordinario. Alcune di queste specie presentano anche il fenomeno dell'eterofillia, portando sui rami striscianti foglie di forma diversa da quelle dei fusti eretti, a somiglianza di quanto avviene nella nostra comune edera.
Di Ficus ne sono state distinte oltre 600 specie, diffuse nelle regioni più calde di tutto il mondo e più numerose nell'Arcipelago Malese e nelle isole del Pacifico; poche si trovano fuori dei tropici nella regione Mediterranea, nell'Asia orientale e nell'Africa australe.
Per la sua vastità e per le rilevanti differenze nell'abito, nella disposizione dei fiori dentro il ricettacolo, nel perianzio, nel numero degli stami e nella forma degli stimmi, varî autori hanno proposto di scinderlo in più generi, ma trattandosi di un genere naturalissimo, questi tentativi non hanno avuto successo, ed anche le diverse proposte di dividerlo in sezioni non sono riuscite soddisfacenti. La classificazione di A. Engler è la seguente:
Sez. I. Palaeomorpha King. - Fiori pseudoermafroditi con 1 stame ed 1 pistillo rudimentale e fiori galligeni in un gruppo di ricettacoli, fiori pistilliferi fruttiferi in un altro gruppo. In tutte le sezioni seguenti si hanno solo fiori diclini o neutri, i fiori staminiferi non contengono alcun rudimento di pistillo.
Sez. II. Urostigma Gasp. pro gen. (Visiania Gasp., Macrophthalmum Gasp., Galoglychia Gasp., Pharmacosyce Miqu.). - Fiori staminiferi, fruttiferi e galligeni nello stesso ricettacolo. Perianzio dei fiori staminiferi per lo più 3 partito, con 1 stame. Perianzio dei fiori pistilliferi 4-6 partito. Stimma lungo, filiforme. Foglie spesso coriacee, lisce, intere, alterne. Riccttacoli ascellari.
Sez. III. Synoecia Miqu. - Fiori diclini o neutri. Fiori staminiferi con 1 stame. Fiori staminiferi e galligeni in un gruppo di ricettacoli. Fiori fruttiferi e neutri in un altro. Piante rampicanti, con ricettacoli grossi colorati.
Sez. IV. Sycidium King. - Fiori diclini; staminiferi e galligeni in un gruppo di ricettacoli, pistilliferi fruttiferi in un altro gruppo. Frutici, piccoli alberi o piante rampicanti; foglie alterne; ricettacoli piccoli, ascellari, più o meno scabri.
Sez. V. Covellia Gasp. pro gen. (Cystogine Gasp., Sycomorphe Miqu.). - Fiori diclini; gli staminiferi e i galligeni negli stessi ricettacoli, con 1 stame ed un perianzio di 3-4 pezzi; i pistilliferi in ricettacoli speciali con perianzio a pezzi uniti; i ricettacoli su rami lunghi quasi afilli situati presso la base dei tronchi, spesso anche sono sotterranei o su brevi rami laterali del tronco o dei grossi rami. Mai epifitici o rampicanti, sempre frutici o alberi.
Sez. VI. Eusyce Gasp. (Caprificus Gasp., Tenorea Gasp., Sycomorus Gasp., Pogonotrophe Miqu., Plagiostigma Zucc.). - Fiori diclini, distribuiti come nella sez. IV, ma i maschili con 2 stami. Ricettacoli ascellari. Stimma breve, obliquo, scutato o concavo, più di rado brevemente rostrato. Raramente epifitici. Foglie intere o dentate o lobate, spesso mollemente pelose.
Sez. VII. Neomorphe King. - Fiori diclini come nella precedente. Fiori staminiferi con 2 stami e perianzio rigonfio con 3 o 4 divisioni. Fiori pistilliferi più piccoli dei maschili o galligeni. Ricettacoli spesso molto grossi, in gruppi su rami tubercoliformi sul tronco o sui più grossi rami. Mai epifitici, raramente rampicanti, per lo più alberi.
La specie più nota e più importante è Ficus carica L. (dalla Caria, nell'Asia Minore), ossia il comune fico, che produce lo squisito e nutriente frutto dello stesso nome, universalmente apprezzato; è un albero di mediocre grandezza, con corteccia liscia, cenerina, rami tortuosi, e foglie ampie, cordate alla base, palmato-3-5 - lobate o raramente indivise, dentellate, scabre. È la specie più nordica del genere, e uno degli alberi più caratteristici delle contrade più calde del Mediterraneo, dove si trova sia allo stato selvatico sia coltivato; le buone razze coltivate si ritiene siano originate nell'Asia occidentale, donde furono importate nel Mediterraneo; oggidì il fico si coltiva in molti altri paesi a clima temperato e in taluni si incontra inselvatichito.
Nei paesi temperati caldi è pianta rusticissima, si adatta ad ogni specie di terreni, ma preferisce quelli freschi, non richiede particolari cure, non necessita di concimazione né di potatura; nei paesi più freddi si alleva a ceppaia, che nell'inverno si copre di terra per ripararla dal gelo. Può moltiplicarsi per semi, per margotte, per talee, per innesto, ma ordinariamente si moltiplica per mezzo dei rigetti basali già radicati. Numerosissime sono le varietà coltivate che si distinguono fra loro per la forma, il colore, la grandezza e l'epoca di maturazione dei frutti, e che sono denominate con nomi volgari locali. Talune razze, dette unifere, producono frutti una sola volta all'anno, che nascono su rametti dell'annata e maturano da agosto a ottobre, altre razze, dette bifere, oltre a questi frutti ne producono anche altri che nascono alle cicatrici delle foglie dell'anno precedente e maturano in giugno-luglio: sono i cosiddetti fichi fiori o fioroni.
Oltre che freschi, i fichi si consumano in grande quantità allo stato secco, e sotto tale forma costituiscono oggetto di un importantissimo commercio. L'essiccamento migliore è quello fatto al sole, ma si fa anche al forno o in essiccatori ad aria calda, e talvolta previa sbollentatura con acqua. I fichi vengono disseccati interi o spaccati longitudinalmente e poi riuniti a coppie, e posti in commercio sciolti o pigiati o infilzati con filo o con stecchi, a corone, a trecce, a tavolette; in taluni luoghi si usa pure infarcirli con altri frutti secchi, come mandorle e noci. I buoni fichi secchi devono essere interi, grossi, morbidi, con buccia sottile e bianca coperta di un'efflorescenza zuccherina, e con granelli piccoli e poco numerosi. Le qualità fini vengono confezionate in scatole o cestini nei quali i singoli frutti vengono pigiati in modo da assumere forma cubica, o schiacciata lateralmente, o perpendicolarmente all'asse con l'occhio in su, e disposti a file o a ventaglio. I fichi di scarto vengono imballati in barili o in altri grandi recipienti e destinati per la preparazione di surrogati del caffè o per la fabbricazione di alcool. (Per la produzione e il commercio dei fichi, v. frutta).
I fichi contengono in media allo stato fresco: acqua 82%, sostanze azotate 1, sostanze grasse 0,3, zuccheri 12, altre sostanze estrattive non azotate 3, cellulosa 1,5, ceneri 0,5; allo stato secco: acqua 30%, sostanze azotate 3, sostanze grasse 1,5, zuccheri 50, altre sostanze estrattive non azotate 6, cellulosa 6,5, ceneri 3.
Oltre a Ficus carica, hanno frutti mangiabili, ma di assai minor pregio, F. sycomorus L., F. religiosa L., F. Rumphii Blume, F. bengalensis L. ed altri. Specie di interesse industriale è F. elastica Roxb. dell'Asia tropicale, l'albero classico per l'estrazione della gomma elastica (v.), ma la cui importanza è oggi diminuita, ricavandosi quel prodotto dalla Hevea; ha foglie coriacee grandi, ovate, integerrime, verde scuro e lucenti di sopra, pallide di sotto, persistenti, ed è anche assai utilizzato in orticoltura come pianta adattatissima, in esemplari giovani, alla decorazione degli appartamenti. Su varî Ficus, quali F. laccifera Roxb., F. religiosa L. e F. bengalensis L., vivono gl'insetti che producono la gomma lacca. Altre specie notevoli sono F. sycomorus L. d'Egitto e dei paesi limitrofi, albero dal tronco possente, dalle foglie spesse, ondulate, cordate alla base, i cui frutti sono mangerecci e il legno, veramente incorruttibile, veniva usato dagli antichi Egiziani per la fabbricazione delle casse per le mummie; F. bengalensis L., che per mezzo delle sue radici aeree si espande tanto da formare dei veri boschetti: se ne citano esemplari con più di 200 radici colonnari e con una chioma della circonferenza di circa 500 m.; Ficus religiosa L., che s' incontra piantato vicino ai templi dell'India, albero sacro ai buddhisti perché sotto di esso sarebbe avvenuta l'illuminazione del Buddha. Molte specie si coltivano nelle serre e nei giardini d'Europa come piante decorative, e nel Mezzogiorno parecchie resistono all'aperto. Nei giardini di Palermo i Ficus costituiscono uno dei più belli e più singolari ornamenti; vi si ammirano grandiosi esemplari in pien'aria ed in piena terra di F. magnolioides Borzi, F. rubiginosa Desf., F. Benjamina L., F. bengalensis e di altre specie, dalla vasta chioma sempre verde, emettenti un gran numero di radici aeree, che dànno l'impressione della vegetazione tropica]e. (V. anche caprificaz10ne; caprifico).
V. tav. XLIII.