fibra
Le f. tessili sono prodotti filamentosi che si prestano a essere filati e poi tessuti. In origine, si definivano ‘fibre’ solo i prodotti naturali, ma nel tempo si è passati alla distinzione tra f. naturali e f. chimiche (o tecnofibre): le prime possono avere origine vegetale (cotone, canapa, lino, sparto ecc.), o animale (lana, seta ecc.), mentre le seconde, fatte dall’uomo, si distinguono a loro volta in f. artificiali (➔ chimica, industria), prodotte a partire da sostanze naturali (cellulosa, proteine) solubilizzate e coagulate in fili (rayon, lyocell, acetato), e f. sintetiche, che traggono origine da polimeri, ottenuti da petrolio e carbone, trasformati attraverso sintesi chimica in particolari tipi di f. (poliacriliche, poliammidiche, poliestere, idrocarburiche, poliuretaniche, poliviniliche ecc.).
La produzione mondiale di f. tessili ha fatto registrare dagli anni 1990 una crescita sostenuta e quasi ininterrotta. Da un lato le f. artificiali e sintetiche hanno superato quelle naturali (nel 2010 hanno rappresentato oltre il 60% della domanda complessiva di f.), anche in conseguenza di un’accresciuta richiesta di materiali innovativi e di applicazioni specifiche da parte di settori alternativi alla tradizionale industria tessile (edilizia, prodotti medico-chirurgici, abbigliamento sportivo, arredamento, industria automobilistica e aerospaziale ecc.); dall’altro tale crescita si è polarizzata nei Paesi asiatici, e in particolare in Cina, che nel 2010 è risultato il primo produttore mondiale di f. chimiche, con una quota di mercato superiore al 55% del totale.