FIASELLA, Domenico, detto il Sarzana
Pittore nato a Sarzana il 12 agosto 1589, morto a Genova il 19 ottobre 1669. Figlio di Giovanni, orafo, che fu suo primo maestro, fu poi mandato a Genova, per qualche mese nello studio di Aurelio Lomi, e quindi con G. B. Paggi. Recatosi a Roma, vi rimase, secondo R. Soprani, oltre dieci anni. Qui studiò il vero, le statue antiche e Raffaello; finalmente espose una Natività di Gesù. Il Cavalier d'Arpino e il Passignano lo vollero allora per aiuto. Tornato a Genova circa il 1617, sua prima opera furono le Storie di Ester, secondo il poema di A. Cebà, nel palazzo Lomellini (poi Patrone); nel quale si trovano ora anche altre opere sue. Poi dipinse per Agapito Centurione Venere e Vulcano (ora alla Pinacoteca civica di Savona), e la Morte di Adone. La rinomanza del pittore in breve fu tanta, che quasi tutte le chiese e tutti i patrizî vollero sue pitture; e parecchi dogi si fecero ritrarre da lui. Nel 1635, a Mantova, lavorò qualche tempo per il duca Carlo I Gonzaga. Sue pitture furono richieste anche a Napoli ed a Messina, e molte andarono in Spagna.
Pittore facile e robusto, di educazione eclettica, non insensibile ai Fiamminghi, fu il più manierista e volubile dei naturalisti genovesi. Dopo la morte dl G. B. Paggi (1627) venne considerato il capo della pittura genovese, presto detronizzato dai giovani, come Domenico Piola. Ebbe moltissimi allievi; fra i quali David Corte, Francesco Merani, Giambattista Casoni, e Francesco Gentileschi figlio di Orazio. Sue opere si trovano in quasi tutte le chiese e collezioni genovesi.
Bibl.: Oltre quella citata in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XI, Lipsia 1915, v. W. Suida, Ein Bild des D. F. in Wien, in Belvedere, II (1922), pp. 78-90; U. Ojetti, L. Dami, N. Tarchiani, La pittura ital. del '600 e del '700 alla mostra di Palazzo Pitti, Milano-Roma 1924; F. Hermanin, Catalogo della R. Galleria nazionale d'arte antica nel palazzo Corsini (Roma), Bologna 1924; N. Pevsner-O. Grautoff, Barockmalerei i. d. romanischen Ländern, Wildpark-Postdam 1928, pp. 178-79.