FIANONA (A. T., 24-25-26)
Borgata istriana d'origine assai antica posta in alto (168 m. s. m.), in posizione di vedetta contro i pirati, su uno sprone del Colle Calich, presso l'estremità dello stretto vallone di Fianona (largo da 250 a 400 m., lungo 4 km.), che si apre nel canale di Farasina (costa orientale dell'Istria), di fronte a Cherso. Situata al confine dell'Istria storica, essa conserva copiosi ricordi della dominazione romana e veneta.
Il luogo conta solo 511 ab. (per la maggior parte pescatori e marinai dediti all'esportazione del legname), il comune 4258 ab. (superficie kmq. 111,38), sparsi in 24 piccole frazioni (circa 1000 parlano un dialetto romeno).
Il comune romano di Flanona era situato in territorio etnografico liburno, al di là dell'Arsia (Arsa), confine ufficiale d'Italia, e come tale pertinente al Conventus Scardonitanus (circondario di Scardona) della provincia di Dalmazia, ma più tardi aggregata politicamente all'Italia augustea con tutta la Liburnia (Albona, le isole del Quarnaro, Fiume-Tarsatica, fino a Zara, Nedino, Asseria) regione ascritta alla tribù Claudia e partecipe del ius italicum. Per Flanona ciò è inoltre provato da un'iscrizione urbana di un pretoriano fianonese.
La città romana con emporio e Campidoglio si estendeva al mare, come dimostrano avanzi di muri e di architetture che si sono trovati nelle vicinanze del mare, mentre il castelliere preistorico dei Liburni Flanati, da cui il Quarnaro ebbe il primitivo nome di Sinus Flanaticus, cra situato a 168 m. sopra il porto, nel medesimo luogo dove risorse la città medievale. Ricordi dell'origine preromana sono in alcuni nomi di persone e di divinità locali.
Bibl.: Corpus Inscr. Lat., III, p. 3031 segg.; VI, 209; C. Patsch, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VI, coll. 2504; A. Kubitschek, in Jahrb. f. Altertumskunde, V, p. 174 segg.; B. Tamaro, in Not. degli scavi, 1928, p. 401.