fiammiferi
Basta poco per prendere fuoco
I fiammiferi sono bastoncini di legno che si accendono sfregando una estremità su una superficie ruvida. Si tratta di un'invenzione relativamente recente, circa della metà dell'Ottocento, che ha avuto rapidamente una grande diffusione perché ha permesso a tutti di portare sempre con sé una riserva di fuoco. Esistono fiammiferi di sicurezza, antivento e impermeabili
I fiammiferi sono costituiti fondamentalmente da un bastoncino di legno sulla cui sommità è posto un materiale facilmente infiammabile, generalmente contenente fosforo. È sufficiente sfregare la testa su una superficie ruvida perché l'aumento di temperatura causato dall'attrito accenda la capocchia del fiammifero, e da qui la fiamma si diffonda al resto del bastoncino. Prima che fossero inventati fiammiferi e accendini accendere un fuoco non era un'impresa facile. Si utilizzava infatti l'acciarino: una pietra focaia che, battuta su un pezzo di acciaio, generava scintille che accendevano un'esca, spesso costituita da un fungo legnoso essiccato (Fomes fomentarius, detto anche, per l'uso, fungo dell'esca) imbevuto di salnitro, cioè nitrato di potassio.
I primi fiammiferi non si accendevano per sfregamento, ma immergendoli in una particolare sostanza. All'inizio dell'Ottocento, a Parigi, erano infatti fabbricati fiammiferi con una capocchia fatta con zolfo e con altre sostanze che, immersi nell'acido solforico, si incendiavano. Il primo a concepire i fiammiferi a sfregamento fu il chimico inglese John Walker, che nel 1827 utilizzò una miscela di clorato potassico, solfuro di antimonio, amido e gomma. Egli non brevettò la sua invenzione, a cui diede il nome di congreve, in onore dell'inventore dei razzi, William Congreve. I primi fiammiferi, chiamati luciferi, avevano però un odore cattivo. Nel 1830 il chimico francese Charles Sauria sostituì l'antimonio con il fosforo bianco, creando i primi fiammiferi veramente popolari. Questi fiammiferi erano però velenosi, soprattutto per gli operai che lavoravano a contatto col fosforo bianco nelle fabbriche. Successivamente, quindi, tale prodotto fu sostituito dal fosforo rosso, una forma cristallina più stabile che si ottiene quando il fosforo bianco viene esposto alla luce o al calore. Il fosforo rosso si incendia meno facilmente di quello bianco, ma è meno tossico e meno pericoloso.
La scatola di fiammiferi, così come la conosciamo oggi, fu brevettata nel 1889 da Joshua Pusey. Grazie soprattutto alle immagini che spesso ne adornano la superficie, queste scatole sono diventate anche un oggetto da collezione.
Un altro miglioramento avvenne con l'invenzione, da parte dello svedese Johan Edvard Lundström nel 1855, dei fiammiferi di sicurezza. In questo caso il fosforo rosso non si trova sulla capocchia dei fiammiferi, ma su una banda laterale posta a lato della scatola. Il risultato è un fiammifero che può essere acceso solo quando si decide effettivamente di passarlo con forza sulla banda della sua scatola, e non può prendere fuoco spontaneamente per sfregamenti involontari. Altri tipi speciali di fiammiferi sono i cosiddetti antivento, che possono essere accesi anche in condizioni climatiche difficili, e che si riconoscono per la capocchia di maggiori dimensioni. Ci sono poi quelli impermeabili all'acqua, che mantengono la loro capacità di accensione anche se bagnati, e persino fiammiferi che bruciano senza originare alcuna fiamma.
Infine, un posto particolare meritano i cerini, fiammiferi nei quali lo stecco di legno è stato sostituito da filamenti di cotone o da carta arrotolata, impregnata con paraffina o con altre sostanze oleose.
I fiammiferi hanno ispirato una delle fiabe più celebri della letteratura contemporanea, La piccola fiammiferaia di Hans Christian Andersen. Il breve racconto narra la storia tristissima di una bambina che, l'ultima sera dell'anno, cammina a piedi nudi tra le vie della città con il suo mazzetto di fiammiferi da vendere. Quando, per il freddo intenso, ne accenderà uno, riuscirà a vedere alla sua luce fioca la nonna, l'unica persona che, quando era ancora in vita, era stata buona con lei. La bambina morirà di freddo quella stessa notte.