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fiammiferi

di Andrea Carobene - Enciclopedia dei ragazzi (2005)
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fiammiferi

Andrea Carobene

Basta poco per prendere fuoco

I fiammiferi sono bastoncini di legno che si accendono sfregando una estremità su una superficie ruvida. Si tratta di un'invenzione relativamente recente, circa della metà dell'Ottocento, che ha avuto rapidamente una grande diffusione perché ha permesso a tutti di portare sempre con sé una riserva di fuoco. Esistono fiammiferi di sicurezza, antivento e impermeabili

Il segreto è il fosforo

I fiammiferi sono costituiti fondamentalmente da un bastoncino di legno sulla cui sommità è posto un materiale facilmente infiammabile, generalmente contenente fosforo. È sufficiente sfregare la testa su una superficie ruvida perché l'aumento di temperatura causato dall'attrito accenda la capocchia del fiammifero, e da qui la fiamma si diffonda al resto del bastoncino. Prima che fossero inventati fiammiferi e accendini accendere un fuoco non era un'impresa facile. Si utilizzava infatti l'acciarino: una pietra focaia che, battuta su un pezzo di acciaio, generava scintille che accendevano un'esca, spesso costituita da un fungo legnoso essiccato (Fomes fomentarius, detto anche, per l'uso, fungo dell'esca) imbevuto di salnitro, cioè nitrato di potassio.

I primi fiammiferi non si accendevano per sfregamento, ma immergendoli in una particolare sostanza. All'inizio dell'Ottocento, a Parigi, erano infatti fabbricati fiammiferi con una capocchia fatta con zolfo e con altre sostanze che, immersi nell'acido solforico, si incendiavano. Il primo a concepire i fiammiferi a sfregamento fu il chimico inglese John Walker, che nel 1827 utilizzò una miscela di clorato potassico, solfuro di antimonio, amido e gomma. Egli non brevettò la sua invenzione, a cui diede il nome di congreve, in onore dell'inventore dei razzi, William Congreve. I primi fiammiferi, chiamati luciferi, avevano però un odore cattivo. Nel 1830 il chimico francese Charles Sauria sostituì l'antimonio con il fosforo bianco, creando i primi fiammiferi veramente popolari. Questi fiammiferi erano però velenosi, soprattutto per gli operai che lavoravano a contatto col fosforo bianco nelle fabbriche. Successivamente, quindi, tale prodotto fu sostituito dal fosforo rosso, una forma cristallina più stabile che si ottiene quando il fosforo bianco viene esposto alla luce o al calore. Il fosforo rosso si incendia meno facilmente di quello bianco, ma è meno tossico e meno pericoloso.

La scatola di fiammiferi, così come la conosciamo oggi, fu brevettata nel 1889 da Joshua Pusey. Grazie soprattutto alle immagini che spesso ne adornano la superficie, queste scatole sono diventate anche un oggetto da collezione.

Antivento e impermeabili

Un altro miglioramento avvenne con l'invenzione, da parte dello svedese Johan Edvard Lundström nel 1855, dei fiammiferi di sicurezza. In questo caso il fosforo rosso non si trova sulla capocchia dei fiammiferi, ma su una banda laterale posta a lato della scatola. Il risultato è un fiammifero che può essere acceso solo quando si decide effettivamente di passarlo con forza sulla banda della sua scatola, e non può prendere fuoco spontaneamente per sfregamenti involontari. Altri tipi speciali di fiammiferi sono i cosiddetti antivento, che possono essere accesi anche in condizioni climatiche difficili, e che si riconoscono per la capocchia di maggiori dimensioni. Ci sono poi quelli impermeabili all'acqua, che mantengono la loro capacità di accensione anche se bagnati, e persino fiammiferi che bruciano senza originare alcuna fiamma.

Infine, un posto particolare meritano i cerini, fiammiferi nei quali lo stecco di legno è stato sostituito da filamenti di cotone o da carta arrotolata, impregnata con paraffina o con altre sostanze oleose.

La storia triste della piccola fiammiferaia

I fiammiferi hanno ispirato una delle fiabe più celebri della letteratura contemporanea, La piccola fiammiferaia di Hans Christian Andersen. Il breve racconto narra la storia tristissima di una bambina che, l'ultima sera dell'anno, cammina a piedi nudi tra le vie della città con il suo mazzetto di fiammiferi da vendere. Quando, per il freddo intenso, ne accenderà uno, riuscirà a vedere alla sua luce fioca la nonna, l'unica persona che, quando era ancora in vita, era stata buona con lei. La bambina morirà di freddo quella stessa notte.

Vedi anche
salnitro Nome comune del nitrato di potassio (KNO3). A temperatura ambiente è un solido cristallino, incolore, solubile in acqua. È usato per la produzione della polvere nera, dei fiammiferi e dei fuochi d'artificio, oppure come conservante alimentare e come fertilizzante. fosforo Elemento chimico di numero atomico 15, peso atomico 30,98, di cui sono noti un isotopo stabile (di massa atomica 31) e 6 radioattivi, dei quali il più importante è quello di massa atomica 32, con vita media di circa 14 giorni. 1. Generalità Non si trova libero in natura, per la sua tendenza a reagire ... antimonio Elemento chimico, metallo, di simbolo Sb (da stibium, nome lat. dell’antimonio), numero atomico 51, peso atomico 121,76; ne sono noti due isotopi stabili di peso atomico 121 e 123. Raro come minerale ( antimonio nativo), di solito si presenta in masse granulari o lamellari. Scarse quantità sono state ... zolfo Elemento chimico di simbolo S, di numero atomico 16, di peso atomico 32,064. chimica 1. Caratteri generali Dello zolfo sono noti 4 isotopi stabili (3216S, che è il più abbondante, con circa il 95%; 3316S, 3416S, 3616S). In natura si trova allo stato nativo o, più spesso, accompagnato da calcare, ...
Categorie
  • INDUSTRIA CHIMICA E PETROLCHIMICA in Industria
  • PROSA in Letteratura
Tag
  • HANS CHRISTIAN ANDERSEN
  • NITRATO DI POTASSIO
  • ACIDO SOLFORICO
  • PIETRA FOCAIA
  • ANTIMONIO
Altri risultati per fiammiferi
  • fiammifero
    Enciclopedia on line
    Piccolo stelo o asticella, di legno o di altro materiale combustibile, terminante a un estremo con una capocchia formata di sostanze che determinano l’innesco della combustione, previo sfregamento su una superficie ruvida o spalmata di miscele speciali. I f. si possono classificare in base alla natura ...
  • FIAMMIFERO
    Enciclopedia Italiana (1932)
    Stelo di materia combustibile con capocchia formata di sostanze che prendono fuoco se strofinate su una superficie ruvida o spalmata di miscele speciali. L' uso del fiammifero risale a epoca relativamente recente. Fino ai primi decennî del sec. XIX, infatti, si usavano, per l'accensione, acciarino e ...
Vocabolario
fiammìfero
fiammifero fiammìfero s. m. [dall’agg. lat. flammĭfer -ĕri «che porta, dà, o produce fiamma», comp. di flamma «fiamma» e -fer «-fero»]. – Piccolo stelo o asticella, di legno o d’altro materiale combustibile, terminante a un estremo con...
incapocchiare
incapocchiare v. tr. [der. di capocchia] (io incapòcchio, ecc.). – Munire di capocchia (fiammiferi o altro).
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