TRANSIBERIANA, FERROVIA (XXXIV, p. 170)
Al potenziamento ed al perfezionamento della grande arteria ferroviaria il governo sovietico non ha mancato di dedicare cure particolari, specialmente prima dello scoppio e durante il corso della seconda Guerra mondiale. Compiuto il raddoppio dell'intero binario, costruite gallerie sotto alcuni dei fiumi più importanti, in modo da assicurare il traffico anche in caso d'interruzione dei ponti, aumentato il numero delle stazioni, allargati in più direzioni i raccordi stradali ed aerei con le regioni finitime, delle quali sono state sempre meglio organizzate la struttura economica e la capacità difensiva, si pensò di ovviare in modo definitivo all'inconveniente che derivava alla ferrovia dalla sua vicinanza al confine mancese, specie con la minacciosa espansione nipponica (la creazione del Man-chu kwo è del 1931) e dopo il passaggio al Giappone della ferrovia orientale cinese. Si progettò così di duplicare il tracciato della ferrovia nel suo tratto orientale con un tronco che, tenendosi assai più a N. della transiberiana, raggiungesse Komsomol′sk sul basso Amur, e di qui mettesse capo sulla riva del canale di Tartaria, di fronte a Sachalin, nel nuovo porto di Sovietskaja Gavań (Porto sovietico), 800 km. a N. di Vladivostok. Questo nuovo tronco, staccandosi dalla transiberiana a Taiset (400 km. a E. di Krasnojarsk), corre verso oriente nel bacino dell'alto Lena, ne attraversa gli affluenti dove questi diventano navigabili (Kirensk, Bodajbo) e di qui, per regioni ancora mal note, si porta verso S. nel bacino dell'Amur. Ma lo scoppio della guerra, e la disfatta giapponese hanno determinato un rallentamento dei lavori, del cui stato attuale non si hanno del resto notizie precise (l'inaugurazione del nuovo tronco avrebbe dovuto aver luogo nel 1943).