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GONZAGA, Ferrante

di Romolo Quazza - Enciclopedia Italiana (1933)
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GONZAGA, Ferrante

Romolo Quazza

Terzo dei figliuoli maschi di Francesco e d'Isabella d'Este, nacque nel 1507. Affidato dapprima alle cure di Francesco Vigilio, fu poi avviato alla carriera delle armi. Entrato giovanissimo nell'esercito imperiale partecipò nel 1527 alla spedizione contro Roma e riuscì a salvare dagli oltraggi la madre, che, trovandosi a Roma, aveva accolto in un palazzo dei Colonna, sua dimora, moltissime persone. Nel 1530, morto il principe d'Orange, assunse il comando delle truppe operanti contro Firenze e in breve costrinse la città alla resa. L'anno successivo passò in Romagna e di là in Lombardia. Nel 1532 accompagnò Carlo V nel suo solenne ingresso in Mantova e tre anni dopo partecipò alla spedizione di Tunisi. L'imperatore, di ritorno dall'Africa, lo premiò creandolo viceré di Sicilia. Nel 1536 prese parte all'invasione della Provenza e in una brillante operazione d'avanguardia vinse l'esercito francese. Previo l'assenso di Carlo V e del senato di Milano acquistò il 3 ottobre 1539 la contea di Guastalla; affidato ad Alessandro de' Donesmondi il governo dello stato, si recò in Germania, chiamatovi dall'imperatore. Morto (1540) il duca Federico, suo fratello, fu con la duchessa Margherita e col cardinal Ercole nominato tutore del nipote Francesco e l'anno dopo (1541) indusse Carlo V ad affidare a Giulia Gonzaga l'educazione del piccolo Vespasiano Gonzaga, futuro duca di Sabbioneta. Nel 1544 guidò in Francia l'esercito imperiale, contribuendo in molta parte al successo di quella guerra che si chiuse col trattato di Crépy.

Nel 1546 (31 marzo), morto Alfonso d'Avalos, marchese del Vasto, luogotenente imperiale in Lombardia, Carlo V chiamò don Ferrante a succedergli, creandolo governatore del ducato di Milano. Egli, che aveva represso con grande severità le vessazioni dei soldati spagnoli in Sicilia e aveva superato un'inchiesta generale sul suo governo, entrava il 19 giugno 1546 in Milano destando le più rosee speranze. Ma ben presto si diffuse un senso profondo di delusione. Don Ferrante aveva trovato l'erario esausto e per ragioni pecuniarie era poi venuto in urto col duca di Savoia. Nel 1547 ebbe parte nella congiura contro Pier Luigi Farnese e qualche anno dopo istigò Carlo V all'infausta impresa di Parma. Durante la guerra (1551-53) non seppe tener fronte al francese Brissac; inoltre i suoi arbitrî, i pesi addossati alle città, la barbara proposta di ridurre il Piemonte a un deserto gli attirarono addosso odî infiniti e provocarono vivacissime lagnanze alla corte imperiale. La caduta di Vercelli (novembre 1553) nelle mani del Brissac indispettì maggiormente Emanuele Filiberto e accrebbe nella corte di Bruxelles il malcontento contro il Gonzaga.

Ai primi di febbraio 1554 gli giunse fulmineo l'ordine di recarsi a Bruxelles. Il 19 marzo partì da Milano e Carlo V ordinò un'inchiesta. Don Ferrante si difese e domandò di essere riconfermato nel governo di Milano. Anche Emanuele Filiberto avanzò la sua candidatura, ma Carlo V nominò Ferdinando Alvarez de Toledo, duca d'Alba. Allora don Ferrante (2 agosto 1555) si congedò dall'amato sovrano. Carlo V commosso, gli accordò l'annullamento del processo, rendite e pensioni. Ritornato a Guastalla, il G. si diede a riordinare il suo stato, cacciò gli agenti che avevano abusato del loro impiego, riformò le magistrature e istituì l'archivio. Invitato nel 1557 dal re Filippo a recarsi in Fiandra, don Ferrante partì e prese parte alla campagna che condusse alla vittoria di S. Quintino. Ma, affranto dai disagi, ammalò e il 15 novembre 1557 morì, lasciando al primogenito don Cesare lo stato di Guastalla e agli altri figli il rimanente dei beni. La salma fu tumulata in Mantova.

Bibl.: G. Gosellini, Vita di Don F.G. principe di Molfetta, Pisa 1821; Ceretti, Don F. G. nella corte di Spagna, in Atti e Mem. della R. Dep. di st. pat. per le prov. modenesi, 1903; G. Capasso, Don F. G. all'impresa di Puglia del 1529, in Riv. st. ital., 1895; A. Segre, Appunti di storia sabauda dal 1546 al 1553, in Rendic. R. Acc. Lincei, 1903; id., Un episodio della lotta tra Francia e Spagna a mezzo il cinquecento, in Arch. st. lomb., 1900; id., Il richiamo di D. F. G. dal governo di Milano e sue conseguenze (1553-1555), in Memorie Acc. delle scienze di Torino, 1904.

Vedi anche
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Vocabolario
ferrante²
ferrante2 ferrante2 s. m. e f. [der. di ferro]. – Nel linguaggio medico, sinon. di ferrista.
ferrante¹
ferrante1 ferrante1 agg. [der. di ferro]. – Detto, anticam., di un tipo di mantello del cavallo, misto di grigio ferro, bianco, nero e baio: egli era sopra un gran caval f. (Boccaccio). Per le locuz. essere, o andare, fra baiante e f.,...
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