SOLANAS, Fernando Ezequel
Regista cinematografico argentino, nato a Olivos (Buenos Aires) il 16 febbraio 1936. Abbandonati gli studi di giurisprudenza, si dedica alla musica, al teatro e al cinema, coltivando nel frattempo interessi politici di orientamento radicale che lo costringono più tardi all'esilio in Europa. Le prime prove come regista sono del 1962-63: i documentari Seguir andando e Reflexión ciudadana, che gli consentono d'impadronirsi della tecnica e del linguaggio cinematografico, da usare a fini di agitazione politica secondo le teorie elaborate dal collettivo Cine Liberación, del quale S. entra a far parte nel 1966. Con il regista spagnolo O. Getino concepisce e realizza il film di montaggio in tre parti La hora de los hornos (L'ora dei forni, 1966-68), dal sottotitolo esplicativo e inequivocabile (Note e testimonianze sul neocolonialismo, la violenza e la liberazione), che nel clima della contestazione sessantottesca raccoglie ampi consensi in Europa (in Argentina circola clandestinamente).
Questo lungo documentario − se tale può definirsi, giacché al riccamente elaborato materiale di repertorio si aggiungono didascalie di commento e sequenze di attualità − è volutamente carico di tensione emotiva, e come tale s'inserisce nell'ambito del cinema d'intervento, anche grazie alla fascinosa fattura, sebbene non sia sempre limpido ideologicamente. Con il ritorno di J.D. Perón al potere (1973) S. può rientrare in patria, dove realizza Los hijos de Fierro ("I figli di Fierro", 1976). Costretto dal golpe militare di J.R. Videla a riparare nuovamente in Francia, nel 1980 dirige Le regard des autres ("Lo sguardo degli altri") e nel 1985 Tangos. El exilio de Gardel (Tangos), che ottiene alla mostra di Venezia il Gran Premio speciale della giuria "per le invenzioni musicali e coreografiche". Questa volta a primeggiare non è la passione politica, ma lo struggimento dell'esule, espresso da un gruppo di profughi argentini che pensano di allestire una ''tanghedia'' (spettacolo in cui confluiscono tango, tragedia e commedia); del film la critica rileva unanime la forza evocativa e nostalgica e la notevole capacità del regista nell'esprimerla in immagini. Accoglienza tiepida ottiene invece Sur ("Sud", 1988), girato in Argentina, dove il regista torna con il ripristino della democrazia; la povertà del paese e in genere di tutta quella parte del continente americano è contrapposta − ma con un eccesso di enfasi e di calcolo spettacolare − alla ricchezza e al consumismo del Nord America. Contrasto ripreso, ma con maggior equilibrio e con accenti di acuta e amara ironia, in El viaje (Il viaggio, 1992; premio della Commissione tecnica superiore al festival di Cannes dello stesso anno), in cui, andando alla ricerca del padre, un giovane percorre l'Argentina dalla natia Terra del Fuoco a Buenos Aires, scoprendo la drammatica realtà politico-sociale del paese, rimasta immutata nonostante l'avvento del governo democratico di C.S. Ménem.
L'impegno politico-intellettuale di S. lungo l'arco delle drammatiche alternanze di potere in Argentina nell'ultimo ventennio è analiticamente raccontato in due volumi: La mirada: reflexión sobre cine y cultura, a cura di H. Gonzalez (1989), e Una passione latinoamericana. Le confessioni cinematografiche di un autore argentino, a cura di M.J. Cereghino e A. Labaki (1992).
Bibl.: G. Fofi, Solanas e il cinema didattico: molti Vietnam, in Ombre rosse, 5 (agosto 1958); L. Micciché, Solanas: un cineasta militante, in Cinemasessanta, 73-74 (dicembre 1969-febbraio 1970); AA.VV., La mémoire critique de Fernando Solanas, in Ecran, 78 (1979); F. Guérif, P. Mérigeau, Entretiens avec Fernando Solanas, in La revue du Cinéma, 78 (1979); O. Getino, A diez años de hacia un tercer cine, Città di Messico 1982.