ARRABAL, Fernando
Narratore, drammaturgo, saggista e regista francese di origine spagnola, nato a Melilla (Marocco spagnolo) l'11 agosto 1932.
Il suo è un teatro profondamente influenzato dalle drammatiche vicende personali. Il padre, arrestato nel 1936 durante la guerra civile spagnola, scompare nel nulla. A. si trasferisce quindi a Madrid con il fratello e con la madre, la cui figura autoritaria e bigotta ritorna ossessivamente nelle sue pièces, amata e odiata a un tempo: quella religione castrante e venata di giansenismo, adombrata anche nella figura di Cristo, che conferisce a molti testi un tono blasfemo e irriverente.
Nel 1955 A. lascia la Spagna (vi ritornerà soltanto nel 1966 e verrà imprigionato per aver insultato il dittatore) e si stabilisce a Parigi con una borsa di studio. Il contatto con il nouveau théâtre di quegli anni pone decisamente la sua produzione nella scia di Jarry, Jonesco, Artaud, Beckett e Kafka, oltre che di Sade (al quale fa frequenti riferimenti), e lo allontana decisamente dal teatro delle marionette (Le Trycicle, 1961): il suo ''teatro nuovo'' si distinguerà tuttavia da quello dei suoi maestri per la perfetta assimilazione di teatro dell'assurdo e di teatro della crudeltà, ponendo al centro il concetto che tutto è permesso perché tutto è impossibile.
A. non ricorre alla rottura del codice linguistico, ma all'impiego di un gergo infantile che rappresenta costantemente l'adolescenza tradita. La sua angoscia esistenziale traspare dunque dietro quello che potrebbe apparire un inno alla bontà e alla grandezza della vita, se non fosse stata inesorabilmente sporcata dagli adulti, ma che denota invece una profonda disperazione: si vedano Le labyrinthe (1956); Les deux bourreaux (1956); Cérémonie pour un noir assassiné (1956); Oraison (1957); Le cimétière des voitures (1957; trad. it., 1973), scritte nel sanatorio francese dove era stato ricoverato per un anno e mezzo in seguito a una malattia polmonare; Fando et Lys (1958); Pique-nique en campagne (1959).
Gli anni Sessanta e Settanta segnano un'ulteriore svolta nei toni e nei temi del teatro di A.: Le grand cérémonial (1965); L'Architecte et l'Empereur d'Assyrie (1967); L'Aurore rouge et noire (1968); Le lai de Barabas (1970); La gloire en images (1977); L'extravagante réussite de Jésus Christ (1982), dissacrazione estrema dei riti e delle cerimonie della società occidentale, cristiana e borghese (trad. it. di alcune pièces in Teatro i, 1969; e Teatro ii, 1970).
A. ha scritto e diretto alcuni film (Viva la muerte!, 1971; J'irai comme un cheval fou, 1974; L'arbre de Guernica, 1975) e ha scritto un certo numero di romanzi (Baal-Babylone, 1959; trad. it., 1967; L'enterrement de la sardine, 1961; La pierre de la folie, 1963; Fête et rite de la confusion, 1967).
Bibl.: R. Galeota, I labirinti aperti di F. Arrabal, Napoli 1979; L. Salkin Sbiroli, F. Arrabal, in AA. VV., Letteratura francese. I contemporanei, iii, Roma 1987, pp. 881-90; G. Rubino, F. Arrabal, in La letteratura francese. Il Novecento, Milano 1987, pp. 613-14.