Di Giammatteo, Fernaldo
Storico e critico del cinema, nato a Torino il 18 novembre 1922. Figura di fondamentale importanza nell'ambito degli studi sul cinema in Italia, con la sua opera di ricerca e documentazione ha dato un rilevante contributo alla conoscenza e alla diffusione del cinema come elemento essenziale della cultura contemporanea.
Dopo il liceo classico, si iscrisse alla facoltà di Lettere, interrompendo poi gli studi a causa della guerra. Fatto prigioniero dai tedeschi, dopo un anno riuscì a fuggire e a ritornare a Torino, dove si unì al movimento partigiano. Nel 1946, finita la guerra, iniziò a collaborare con il quotidiano "La Stampa". Interessatosi al cinema durante gli anni della scuola, aveva esordito nell'attività critica nel 1938, con alcune lettere alla rubrica di Francesco Pasinetti Il nostromo nella rivista "Cinema". Nel 1947 divenne giornalista professionista e diede avvio alla collaborazione con varie riviste di critica cinematografica, tra cui "Bianco e nero" (fu direttore della serie monografica dal 1969 al 1975), "Movie", "Rivista del cinematografo", "Segnocinema". Nel 1952 fondò e assunse la direzione della rivista "Rassegna dei film", mentre nel 1974, su invito di Sergio Piccioni, allora direttore editoriale della casa editrice La Nuova Italia, ideò la collana monografica dedicata ai registi Il Castoro cinema, di cui divenne direttore. Fu inoltre vicepresidente del Centro sperimentale di cinematografia di Roma dal 1969 al 1975 e direttore della Mediateca regionale toscana (da lui stesso fondata) dal 1982 al 1993. A partire dal 1951 aveva iniziato a collaborare con la RAI, ideando e curando alcune trasmissioni radiofoniche e televisive sul cinema.
L'attività di D. G. si caratterizzò ben presto come impegno a valorizzare il cinema sotto tutti i diversi aspetti per i quali si è imposto come fondamentale forma espressiva contemporanea; l'interesse del critico è sempre stato finalizzato non solo a diffondere una conoscenza degli autori, delle opere e delle tendenze estetiche, ma anche ad alimentare nel pubblico una consapevolezza del cinema come arte dotata di un linguaggio peculiare e autonomo, evidenziando pertanto la necessità che gli studiosi, così come tutti coloro che si interessano a questo mezzo, possano disporre di strumenti in grado di fornire informazioni adeguate. A questa esigenza rispondono, tra le altre, opere come il Filmlexicon degli autori e delle opere (7 voll., 1958-1967) di cui D. G. fu redattore capo; la collana Il Castoro cinema e il Dizionario universale del cinema (1984; 1996²), curato in collaborazione con Cristina Bragaglia. In questi progetti editoriali, così come nei suoi numerosi testi (tra i quali si ricordano Come nasce un film, 1957; Lo sguardo inquieto: storia del cinema italiano, 1940-1990, 1994; Storia del cinema, 1998), centrale è l'impegno a porre le basi di una storia e critica del cinema che ne evidenzi il ruolo di strumento volto all'elaborazione dell'immaginario di una società. Parallelamente a questa attività storico-critica, D. G. ha anche lavorato sul versante dell'analisi tecnica e teorica dei linguaggi cinematografici, sia dal punto di vista editoriale (si vedano l'antologia da lui curata Essenza del film, 1947, il già citato Come nasce un film e Introduzione al cinema, 2002) sia dal punto di vista didattico, attraverso la costante attività di insegnamento, soprattutto a partire dagli anni Ottanta.
C. Bragaglia, Critica e critiche, Milano 1987, passim; L. Pellizzari, Critica alla critica. Contributi a una storia della critica cinematografica italiana, Roma 1999, passim.