SOLARI, Fermo
– Nacque a Pesariis di Prato Carnico (Udine) il 22 settembre 1900, settimo degli otto figli di Antonio e di Maria Cappellari.
Dopo aver compiuto studi tecnici a Bologna e a Friburgo, intraprese un’attività di imprenditore edile in Friuli e successivamente in Somalia e in Etiopia.
Ritornato in Italia dopo lo scoppio della guerra, abbandonò l’attività edile nel marzo del 1942; nel frattempo si era iscritto alla facoltà di economia all’Università di Roma, dove si laureò nel luglio del 1943.
Entrato in quegli anni a contatto con esponenti dell’antifascismo azionista (da Riccardo Lombardi a Ferruccio Parri, da Ugo La Malfa a Piero Calamandrei, da Bruno Visentini a Mario Paggi), partecipò alla costituzione del Partito d’azione (Pd’A) a Milano nel giugno del 1942, poi a quella del Pd’A veneto a Treviso nell’ottobre.
Nell’agosto del 1943 diede alle stampe, sotto pseudonimo, un opuscolo (Mario Fresol, Per una democrazia socializzata, Vicenza 1943), nel quale prefigurava per la società italiana una sorta di ‘terza via’ che assumesse dal liberismo i valori legati all’iniziativa dell’individuo e dal socialismo quelli che superavano l’individuo e lo inquadravano nel campo sociale.
Dopo l’8 settembre organizzò il primo nucleo partigiano di Giustizia e libertà (GL) a Subit in Friuli con Carlo Comessatti, Alberto Cosattini e altri (sull’esperienza scrisse: Le origini della Resistenza friulana e la prima formazione Giustizia e Libertà, in Il movimento di liberazione in Italia, 1955, nn. 34-35, pp. 128-133).
Nell’ottobre dello stesso anno passò a Padova al Comando militare regionale veneto a sostituire l’azionista Silvio Trentin, arrestato e poi ricoverato in clinica, e successivamente per un breve tempo al Comitato di Liberazione nazionale (CLN) regionale veneto l’azionista Egidio Meneghetti, ritiratosi dopo la morte sotto un bombardamento della moglie e della figlia.
Nel marzo del 1944 fu chiamato a Milano al comando del Corpo volontari della libertà come vice di Parri; da lì tenne i contatti con le formazioni GL del Nord Italia e in particolare del Veneto. Nel novembre del 1944 sostituì temporaneamente Parri in missione al Sud e poi, dopo il suo arresto, nuovamente e in modo stabile fino alla Liberazione. Il 23 marzo 1945 fu arrestato e rinchiuso nel carcere di S. Vittore a Milano, da dove venne liberato il 18 aprile con un’audace azione organizzata dai giellisti e realizzata da una formazione dei GAP (Gruppi d’Azione Patriottica).
Dopo la Liberazione ritornò a Udine e partecipò attivamente alla vita del Pd’A friulano. Nel febbraio del 1946 prese parte come delegato al primo congresso del partito; votò per la mozione che Tristano Codignola presentò per conto della corrente liberalsocialista, come quasi tutti gli azionisti della regione.
Va segnalata anche la sua attività di imprenditore nel campo degli orologi. Nel 1919 esisteva a Pesariis la Fratelli Solari & C., che nel 1934 allargò la sua compagine a sette soci, cugini fra loro, tra i quali Fermo e Remigio Solari. Nel 1940, in seguito a divergenze fra cugini, quattro di essi, fra cui Fermo e Remigio, lasciarono l’azienda, dando vita a un’officina a Tolmezzo, che nel 1943 divenne la Fabbrica orologi industriali Remigio Solari & C. con sede a Udine: Remigio era la mente tecnica e inventiva degli orologi a paletta, mentre Fermo ne era quella imprenditoriale e manageriale. Dopo la morte di Remigio nel 1957, Fermo cedette nel 1964 il 51% della fabbrica alla Pirelli, mantenendone la presidenza per dieci anni; l’abbandonò per profonde divergenze sulla conduzione dell’azienda nel 1974.
Tornando alla sua attività politica, fu presentato candidato dal Pd’A nella circoscrizione di Udine-Belluno per le elezioni della Costituente, ma senza fortuna.
Dopo la fine del Pd’A nell’ottobre del 1947, passò con Riccardo Lombardi, cui era legato da profonda amicizia, nel Partito socialista italiano (PSI).
Per i socialisti fu candidato alle politiche del 1948 nella lista unitaria di sinistra sempre nel collegio di Udine-Belluno, ma non fu eletto. Lo fu invece sia alla Camera sia al Senato nel 1958, optando per la seconda assemblea, dove rimase per una legislatura, preferendo non ricandidarsi nel 1963.
Diciotto furono i suoi interventi in aula, più uno in commissione. Gli argomenti toccati riguardavano i trasporti, le poste e telecomunicazioni, i lavori pubblici; particolarmente interessanti quelli relativi alla costituzione della regione autonoma Friuli-Venezia Giulia (L’inadempienza del governo sul problema della regione Friuli-Venezia Giulia. Discorso pronunziato al Senato della Repubblica nella seduta del 4 marzo 1959, Roma 1959; Articolazione e funzionalità della Regione Friuli-Venezia Giulia. Discorso pronunciato al Senato della Repubblica nella seduta del 1° luglio 1959, Roma 1959; Regione speciale Friuli-Venezia Giulia. Interventi del 10-12-24 ottobre 1962, Roma 1962).
All’interno del Partito socialista aderì alla corrente ‘Autonomia’ di Pietro Nenni e Lombardi, ma mantenne cordiali rapporti anche con Lelio Basso, leader della sinistra, come dimostra la corrispondenza tra i due. Nel congresso provinciale del PSI udinese del 1965 pronunciò un infuocato discorso, attaccando le correnti locali del partito e le beghe personali, che le animavano (Intervento del comp. Fermo Solari nel congresso della Federazione del PSI di Udine 30 e 31 ottobre 1965, dattiloscritto, allegato a lettera dell’8 novembre 1965 di Solari a Tiziano Tessitori, Comune di Sedegliano, Fondo Tiziano Tessitori, s. 2, sottoserie 3, 51, 1965, ora pubblicato in Cisotto, 2017, pp. 272-285).
L’anno successivo si dimise dal partito, dissociandosi questa volta da Lombardi; la sua scelta incontrò la disapprovazione di Ernesto Rossi, che gli consigliava di rimanere per cambiare il partito dall’interno. Rimase comunque sempre socialista anche se senza partito. Nel 1967 aderì all’iniziativa di Parri di creare la Sinistra indipendente, ma preferì non essere candidato alle elezioni dell’anno successivo. Contribuì a dar vita a Udine al raggruppamento del Movimento socialisti autonomi, per i quali elaborò un manifesto programmatico (Per un nuovo schieramento politico. Appunti per un dibattito pubblico, a cura del Movimento socialisti autonomi del Friuli-Venezia Giulia, Udine 1968).
Nel 1969 si dimise anche dall’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), in polemica per il mancato invito a Parri all’inaugurazione del monumento alla Resistenza di Udine.
Alla fine del decennio successivo pubblicò il libro L’armonia discutibile della Resistenza. Confronto tra generazioni (Milano 1979), nel quale esponeva la riflessione secondo cui nella Resistenza vi fu disarmonia, nel senso che, al di là dell’azione comune nella lotta militare contro tedeschi e fascisti, le varie componenti portarono avanti progetti politici tutt’altro che comuni e in taluni casi antitetici. Sul tema intervenne ripetutamente («L’armonia discutibile della Resistenza». Una risposta, in Storia contemporanea in Friuli, X (1980), 11, pp. 107-111; Una risposta a mistificazioni sulla Resistenza in Friuli, in In uaite, maggio 1981; Una riflessione critica sul Convegno di studi Problemi di storia della Resistenza in Friuli, in Quale storia, X (1982), 1, pp. 118-122).
Dopo l’uscita dal PSI le sue simpatie politiche andarono anche ai movimenti della sinistra extraparlamentare; ebbe rapporti con il manifesto, per il quale scrisse articoli (tra cui Basta con il 25 aprile. Resistenza è il contrario di rassegnazione, 25 aprile 1981); nel 1983, mentre dichiarava di votare scheda bianca alle elezioni politiche, affermò di dare il suo voto alle regionali a Democrazia proletaria (Voto scheda bianca, in In uaite, giugno 1983).
Insieme alla moglie Bianca Marini, da cui non ebbe figli, istituì borse di studio per studenti palestinesi, ottenendo il plauso di Yasser Arafat, e promosse la pubblicazione di un’antologia di poeti palestinesi, che vide la luce proprio nel mese della sua morte.
Morì a Udine il 25 giugno 1988.
Opere. Oltre a quelle citate nel testo si vedano Atti della Consulta nazionale. Discorsi dal 25 settembre 1945 al 9 marzo 1946, Roma 1946, pp. 280-283; Si è svolta a Udine una grande manifestazione per la Giornata della pace e della neutralità. Il discorso del compagno Fermo Solari, in Il lavoratore friulano, 13 novembre 1948; Un carnico che fa il giro del mondo senza muoversi. In breve: un ambiente, una tradizione, un inventore, una azienda, Udine 1980; Ricordo di Ferruccio Parri, in Quale storia, n.s., XI (1983), 1, pp. 3-7; Da un vecchio friulano ai suoi giovani conterranei, in In uaite, settembre 1988 (una sorta di testamento spirituale, pubblicato dopo la sua morte); Essere di sinistra, a cura di M. Tosoni, postumo, Udine 1993.
Fonti e Bibl.: Manca un archivio personale. Lettere di Fermo Solari del periodo resistenziale sono conservate nell’archivio dell’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia di Milano; alcune sono state pubblicate in Politica e organizzazione della Resistenza armata, I, Atti del Comando militare regionale Veneto. Carteggi di esponenti azionisti (1943-44), a cura di A.M. Preziosi, Vicenza 1992, pp. 261-327. Altre lettere si trovano nell’archivio della Fondazione Lelio e Lisli Basso di Roma; nell’archivio di Norberto Bobbio presso il Centro studi Piero Gobetti di Torino; tra le carte di Ernesto Rossi negli Archivi storici dell’Unione europea di Firenze; nell’archivio di Riccardo Lombardi alla Fondazione Turati di Firenze.
C. Rinaldi, I deputati del Friuli-Venezia Giulia a Montecitorio dal 1919 alla Costituente, Trieste 1983, pp. 649-654; V. Foa, S., F., in Enciclopedia dell’antifascismo e della Resistenza, V, Milano 1987, pp. 581 s.; G. Fogar, F. S., in Quale storia, XVI (1988), 1, pp. 159-163; M. Lizzero, F. S. ‘Somma’, in Storia contemporanea in Friuli, XVIII (1988), 19, pp. 265-270; F. S., dirigente della Resistenza, uomo politico, industriale friulano, a cura di M. Tosoni, Udine 1988; N. Del Bianco, F. S., Pordenone 1991; T. Sguazzero, Le ragioni della sinistra nella prospettiva politica di F. S. Dalla Liberazione alla crisi politica degli anni Settanta, in Storia contemporanea in Friuli, XXV (1995), 26, pp. 27-62; M. Puppini, S., F., in Dizionario della Resistenza, a cura di E. Collotti - R. Sandri - F. Sessi, III, Luoghi, formazioni, protagonisti, Torino 2000, pp. 645 s.; M. Robiony, S. F., in Nuovo Liruti. Dizionario biografico dei friulani, a cura di C. Scalon - C. Griggio - G. Bergamini, III, L’età contemporanea, Udine 2011, pp. 2187-2190; G.A. Cisotto, La ‘democrazia socializzata’ di F. S., in Annali della Fondazione Ugo La Malfa. Politica e storia, XXIX (2014), pp. 299-310; Id., L’orologiaio di Pesariis. Biografia politica di F. S., Milano 2017.