fermare
" Posar saldamente ": Ciampolo fermò le piante a terra (If XXII 122), puntandovele per spiccare il salto verso il fondo della bolgia (per un diverso significato della stessa espressione, v. oltre); " chiudere ", " serrare ": Bellaccoglienza fu nella fortezza, / per man di Gelosia, mess'e firmata (Fiore XXXI 2); Se quel geloso la tien sì fermata / ch'ella non poss'andar là ov'ella vuole (CLXXXIX 1); così anche in VIII 9 e CCV 1, mentre in IV 1 Con una chiave d'or mi fermò il core / l'Amor, prevale il senso figurato connesso all'immagine di Amore che ‛ serra il cuore ', prendendone possesso, facendolo prigioniero. Ancora in un parlar figurato s'immette l'accezione di Pd V 41 Apri la mente a quel ch'io ti paleso / e fermalvi entro, resa evidente dall'opposizione col verbo precedente, ma che ha implicita l'idea di " fissare nella memoria ".
Molte occorrenze si collegano al concetto di un arresto di movimento, come quella di Cv III XV 16, in una traduzione dai Proverbi (8, 28), quando [Iddio] suso fermava [l'etera], che ha precisamente il senso di " dare ordine e legge " a ciò che prima della creazione era disordine e caos. Da Alberto Magno (Anima II tr. 3, c. 15) e s. Tommaso (Comm. De sensu et sensato lect. IV n. 48) deriva il paragone della forma visibile, che interrompe il suo moto ne l'acqua ch'è ne la pupilla de l'occhio permettendo la visione, come una palla che viene fermata da una parete: quivi, a modo d'una palla, percossa si ferma (Cv III IX 8).
Entro quest'ambito semantico, con valori morali e spirituali, vale " fissare ", " rendere stabile ", e quindi anche " rinvigorire ": Vn XII 13 14 con sì fermata fede; Rime XCI 39 E io 'n cotal voler fermato fui; Rime dubbie XXII 11 perciò in cherir non fermo mia speranza; Cv III I 8 l'amistade si ferma e si conserva (col ‛ si ' passivante); Pg III 66 e tu ferma la spene, dolce figlio; XXVI 122, Pd XVII 140, Fiore XXXV 11, XXXIX 4, XLIX 9.
Nella frase di s. Benedetto qui son li frati miei che dentro ai chiostri / fermar li piedi e tennero il cor saldo (Pd XXII 51) si allude alla fermezza con cui i monaci benedettini si tennero stretti alla vita conventuale, resistendo alle lusinghe delle cure mondane.
Dal senso di " fissare " è agevole il passaggio a quello finitimo di " stabilire ": nel fermar tra Dio e l'omo il patto (Pd V 28); ‛ f. un punto ' vale poi " affermare un principio ": là dov'io fermai cotesto punto (Pg VI 40); soltanto " affermare ", in Fiore LXXXVII 7.
In alcuni luoghi il vocabolo sta per " arrestarsi " e ha per lo più costrutto intransitivo pronominale: Cv IV XXVI 7; If IX 4 Attento si fermò com'uom ch'ascolta; Pg VI 44 a così alto sospetto / non ti fermar (" non sostare ", " non indugiare "); XXIX 154, Pd XI15, XXI 139, XXIV 31 (firmato), XXXI 54 (ancora al participio passato, ma con valore molto simile a quello di " fermo "); " arrestarsi " valgono anche le espressioni ‛ f. il passo ', ‛ f. il piede ', ‛ f. le piante ' e simili, di If III 77, XIV 12, Pg III 53; co' piè fermati (If XXV 89) equivale a " immobile ".
L'occorrenza di Cv IV XIV 15 se volesse a la favola fermare l'avversario (dove avversario è soggetto), intesa dal vocabolario della Crusca " restringere la propria considerazione " alla favola, meglio si spiega, considerando il valore intransitivo del verbo, " fermarsi " alla favola, " starsene " alla favola. Particolare il caso di Pg XXI 99 sanz'essa non fermai peso di dramma, in cui è preferibile dare a f. il senso di " concludere ", " fare ": Stazio afferma che senza il soccorso dell'Eneide non portò a termine nulla, neppur di minimo peso; ma qui f. potrebbe anche significare " fissare " nei versi, e quindi " scrivere ". Per il Mattalia " la metafora è tratta dalla bilancia, i cui bracci ‛ si fermano ' quando i pesi si corrispondono: Stazio, insomma, non mise in carta né parola né frase che non fosse prima attentamente pesata sulla bilancia del modello virgiliano ". Per la variante formai, che del resto tollererebbe di venir ricondotta all'area semantica di " portare a compimento ", v. Petrocchi, ad l.
Per l'occorrenza di Fiore XC 8 ciascun di lor si ferma in darti perta, il Parodi propone l'interpretazione " raffermarsi ", " proporsi ", " mettersi d'accordo " (e perta varrebbe " o guadagno o perdita ").