Vedi FERENTINO dell'anno: 1960 - 1994
FERENTINO (v. vol. Ill, p. 622)
Centro condizionato dall'orografia cui si adegua la pianificazione: ne risulta l'aspetto caratteristico di città su pendio collinare a profilo variabile, con terrazzamenti predisposti a sorreggere i varí elementi urbanistici, dai percorsi viari alle piazze e agli edifici di maggiori dimensioni. L'intensa urbanizzazione che ha saturato le aree lasciate inedificate dalle fasi precedenti fa intravedere l'organizzazione urbana più antica e le trasformazioni formali e funzionali intervenute nella continuità di vita del centro.
Sembra potersi confermare, nel quadro della stratificazione urbana, che tra l'impianto difensivo più antico e la pianificazione della città debba essere intercorso più di un secolo. La possibilità di verificare la conformità dell'organizzazione planimetrica del quartiere dell'acropoli con il sistema stradale delle pendici orientali consente un criterio di datazione della programmazione urbana di una città che fino al II sec. a.C. doveva basarsi su un sistema insediativo con aree disposte in modo paratattico. Gli unici elementi di cui resti traccia, in queste fasi più antiche dell'impianto susseguente la romanizzazione, risultano i possenti bastioni intramuranei in opera poligonale. Se a questi si collegano le strutture difensive originarie, analoghe per tecnica costruttiva, successiva è la sopraelevazione delle mura in opera quadrata, che trova riscontro nell'evoluto disegno dell'acropoli, di cui è nota la committenza (CIL, X, 5837-38): potrebbe così emergere un riferimento cronologico alla metà del II sec. a.C. che ricollega il centro alla storia urbana della non lontana Alatri (ILLRP, 528) e al più vasto fenomeno dell'evergetismo della classe politica locale nelle aree centro-italiche.
Nel sistema viario dei vari quartieri, in parte coordinato ai principali ingressi urbani come l'asse che congiunge le porte S. Agata e S. Maria Maggiore, si inseriscono successivamente gli interventi di completamento e attrezzatura cittadina. Ai ben noti episodi architettonici caratterizzati dall'uso tecnologicamente evoluto dell'opera incerta seguono la definizione, anche a livello pavimentale, della piazza forense (CIL, X, 5847) con i nomi dei magistrati (metà del I sec. a.C.), e i tardi adeguamenti monumentali alle tipologie architettoniche caratterizzanti l’urbanitas d'età imperiale. Tra questi si possono osservare i perfetti inserimenti delle terme e soprattutto del teatro nei quadranti urbani meridionali (zone espropriate o scarsamente urbanizzate perché aderenti alle mura), o l'edificio all'interno del tratto tra le porte S. Agata e Portella, con plausibili funzioni commerciali. Recenti scavi nel teatro sembrano confermare la datazione dell'edificio al II sec. d.C. e quindi la stasi edilizia che doveva aver caratterizzato la città nella prima età imperiale (Hor., Epist., I, 17, 6-8).
Bibl.: P. Sommella, Finalità e metodi della lettura storica in centri a continuità di vita, in AMediev, VI, 1979, pp. 105-128; id., Osservazioni sull'urbanistica in epoca romana, in Storia della Città, XV-XVI, 1980, p. 39 ss.; H. Solin, Le iscrizioni antiche di Ferentino. Introduzione alla problematica dell'epigrafia classica ferentinate, in RendPontAcc, LIII-LIV, 1980-1982, pp. 91-143; id., Regio I, Latium et Campania. Ferentinum (Ferentino, I.G.M. 151, II), in Supplemento Italica, n.s., I, Roma 1981, pp. 23-69; B. Valeri, Note su Aulo Quintilio Prisco e sul suo «testamento» in Ferentino, in II Lazio nell'antichità romana, Roma 1982, pp. 409-420; R. Gelsomino, Ferentinum nel sistema viario romano (I sec. a.C.-IV sec. d.C.), Roma 1986; P. Sommella, Italia antica. L'urbanistica romana, Roma 1988, p. 37 ss.