Scrittore ungherese (Budapest 1878 - New York 1952). Studiò a Ginevra, fu giornalista a Budapest e corrispondente di guerra durante la prima guerra mondiale. Esordì come scrittore di racconti nel 1900, ma si conquistò una vera popolarità in patria solo con la commedia Ördög ("Diavolo", 1907). Nel romanzo A Pál-utcai fiùk ("I ragazzi della via Pál", 1907), una delle sue migliori opere, raffigura con acutezza e poetica semplicità il romanticismo della vita dei ragazzi di scuola; il mistero drammatico Liliom ("Giglio", 1909) è un felice esperimento, poi spesso imitato, di teatro a metà strada tra realismo e simbolismo, mentre nelle altre commedie (A testőr "La guardia", 1910; A farkas "Il lupo", 1912; A hattyú "Il cigno", 1925; Az üvegcipő "La pianella di vetro", 1925; A jó tündér "La buona fata", 1930; Nagy szerelem "Grande amore", 1935; A király szolgálóleánya "La cameriera del re", 1941; A császár "L'imperatore", 1946) M. puntò su un teatro di facile artigianato. Tra i suoi altri romanzi, Andor ("Andrea", 1918); Őszi utazás ("Viaggio autunnale", 1939); Isten veledl szivem ("Addio mio cuore", 1945). I suoi Egy haditudósitó emlékei ("I ricordi di un corrispondente di guerra", 1916) sono pieni di squarci poetici sinceri, umani. Interesse autobiografico ha l'ultima opera, Companion in exile (1951). Molte sue opere furono tradotte e anche ridotte per il cinema.