KÖLCSEY, Ferenc (Francesco)
Scrittore ungherese, nato l'8 agosto 1790 a Sződemeter, morto a Cseke il 24 agosto 1838. Ancora giovanissimo acquistò una profonda conoscenza della letteratura classica antica, nonché di quella tedesca e francese ed entrò in relazione con Fr. Kazinczy, capo del movimento letterario ungherese, appoggiandone gli sforzi diretti alla riforma della lingua ungherese. Quale rappresentante delle idee nazionali e liberali, apparteneva ai più distinti deputati e oratori della dieta del 1832-36.
K. e Kazinczy inaugurano la moderna critica letteraria nell'Ungheria. Nei suoi fini saggi estetici K. risente l'influsso di Schiller, Jean Paul e principalmente di Herder. Egli occupa un posto distinto anche quale oratore. Piena di profondo senso morale è la sua Parainesis (1837), mentre le sue poesie liriche rivelano un'anima melanconica e pessimista; il suo Inno è divenuto la preghiera nazionale dei Magiari. Le ballate e le romanze di K., fra cui se ne noverano alcune felicissime, risentono dell'influsso del romanticismo tedesco. Nella novella spettrale seguì le tracce di E. T. A. Hoffmann.
Ediz.: Opere raccolte a cura di Francesco Toldy, Pest 1871.
Bibl.: V. Vajda, K. F., Budapest 1875; J. Vértesy, K. F., Budapest 1906; J. Farkas, A magyar romantika (Il romant. ungh.), Budapest 1930.