Scrittore ungherese (Érsemjén 1759 - Széphalom 1831); nel 1794 fu condannato a morte per complicità nella congiura di Martinovics; graziato, rimase imprigionato fino al 1801 a Bruna, Kufstein e Munkács. K. fu l'organizzatore e il critico della vita letteraria della sua epoca e diede il primo impulso al movimento di rinnovamento della lingua. Tradusse molto dal tedesco, dal francese e dall'italiano. Opere: Tövisek és virágok ("Spine e fiori", 1811), Pályám emlékezete ("Ricordi della mia carriera", 1828), Fogságom naplója ("Diario delle mie prigioni", post., 1931), e l'ampio carteggio (23 voll.).