DEÁK, Ferenc
Uomo politico ungherese, nato a Kehida presso Söjtör nel comitato di Zala, il 17 ottobre 1803, morto a Pest il 29 gennaio 1876. Fece gli studî di diritto a Raab, ed esercitò l'avvocatura sino a quando, entrato nella vita politica come deputato (1832) alla dieta di Presburgo, vi si dedicò quasi esclusivamente, schierandosi nel partito liberale, del quale fu uno degli oratori più eloquenti. Quando la dieta fu disciolta (1836) e il Kossuth fu arrestato, il D. continuò a lottare per una più larga costituzione per l'Ungheria, usando le vie legali. Dopo la rivoluzione del marzo 1848 fu nominato ministro di Giustizia nel gabinetto Batthyányi, e non solo concepì il disegno d'una riforma generale nell'amministrazione della giustizia in Ungheria, ma coadiuvò il Batthyányi a tentare una transazione con l'Austria. Ma gli avvenimenti precipitarono; e salito al potere il Kossuth (17 settembre 1848), il D. si dimise, continuando però a intervenire alle sedute della dieta, in cui svolse azione moderatrice. Inviato con una missione a Vienna presso il principe di Windischgrätz, fallì nel suo scopo, e anzi fu fatto prigioniero. Sedata la rivoluzione ungherese, il D. si ritirò a vita privata. Nel 1860 rientrò nella vita politica e nominato deputato alla dieta ungherese fu designato a stendere l'indirizzo all'imperatore d'Austria, chiedente riforme, amnistia per gli esuli e unione puramente nominale con l'Austria. Francesco Giuseppe rispose sopprimendo la dieta (23 aprile 1861), la quale, prima di separarsi, emise un voto di protesta, proposto dal D. Nei cinque anni che precedettero il disastro di Sadowa, il D. reclamò sempre per le vie legali l'autonomia legislativa del suo paese e nel marzo del 1866 promosse alla Camera ungherese un voto in questo senso, che tuttavia non fu accettato dal governo imperiale. Ma dopo la guerra austro-prussiana l'imperatore finì per accedere alle richieste dell'Ungheria, come le aveva formulate il D., e quindi la monarchia asburghese fu organizzata su base dualistica. Il D. non partecipò al governo, preferendo tenersi appartato; ma il popolo ungherese lo circondò sempre del più grande rispetto quale principale artefice delle riforme ottenute. Dopo la sua morte furono pubblicati i suoi Discorsi (in 6 volumi, 2ª ed., 1903), le sue Lettere (1889), i suoi Pensieri (1890).
Bibl.: Csengery, F. D., trad. tedesca, Lipsia 1877-78; Forster, F. D. Hungarian Statesman, Londra 1890; Wlassics, F. D., Budapest 1923.