FERE (Φεραί, Pherae)
Antica e rinomata città della Tessaglia, e precisamente della Pelasgiotide, situata poco a NO. del golfo di Pagase, sulle pendici orientali del monte Chalkodonion e davanti a quella vasta pianura stepposa che si estende verso il lago Boibe. Nominata già nel catalogo omerico delle navi (Iliade, II, 711) e non ignota alla tradizione delle antichissime imprese eroiche della Grecia, F. cominciò realmente la sua vita nel sec. VI a. C., dopo avere acquistato Pagase, sull'omonimo golfo. Quest'ottimo sbocco sul mare aiutò notevolmente la città dentro terra a crescere e a raggiungere in breve un notevole stato di floridezza. Il governo era tenuto allora dalla classe aristocratica, alla quale si sostituì verso la fine del sec. V, cioè con lungo ritardo rispetto ad altre città della Grecia, il regime tirannico. Il primo signore di Fere fu Licofrone, che aggiunse alla propria città la vicina Larissa; mentre il suo successore, Giasone, meditò un vasto programma di conquiste e alleanze. Questi grandi progetti furono interrotti dalla morte di Giasone (370 a. C.) caduto vittima di una congiura. Il nipote Alessandro, venuto poco dopo (369) al potere, ben presto si trovò alle prese coi Macedoni, chiamati in aiuto dall'aristocrazia tessalica. Dopo varie vicende Fere cadde nel 352 sotto Filippo II, il quale, dividendola da Pagase, le inflisse un colpo da cui essa non si riebbe mai più. Liberatasi una prima volta dal giogo macedone nel 302 con l'aiuto di Demetrio Poliorcete, Fere non si staccò definitivamente dalla Macedonia che nel 197 abbandonando Filippo V. Nel 196 diede alla Lega tessalica il primo stratego, nel 192-i cadde sotto Antioco, e poi passò dalla parte dei Romani; e sotto il loro predominio menò una vita quanto mai oscura. Dell'antica Fere, sul luogo della quale sorge ora il paese di Velestino, rimangono cospicui avanzi di mura appartenenti a varie epoche dal sec. VI in poi, vasti sepolcreti, e quella celebre fonte Iperea che gli antichi poeti greci esaltarono e circonfusero di leggende. Del tempio principale di Fere dedicato ad Artemide Enodia e di quello dei Dioscuri, dei quali abbiamo notizia dalle fonti classiche, nessuna traccia sembra finora esserci pervenuta. Rimangono invece i ruderi di un santuario di Eracle e di un altro risalente al sec. VII e sacro a Zeus Thaulios. L'acropoli ci ha restituito importante materiale preistorico, del più antico periodo della vita di Fere.
Bibl.: Oltre i manuali di storia e di antichità greche, F. Stählin, Das hellenische Thessalien, Stoccarda 1924, p. 104 segg. Per i rinvenimenti archeologici: A. Arvanitopullos, in Πρακτικά, 1907, p. 158 seg.; 1909, p. 169; A. J. B. Wace, in Journ. Hell. Stud., XLI (1921), p. 273. Per le iscrizioni: Inscriptiones Graecae, IX, ii, n. 412-456 (O. Kern).