VISCONTI, Ferdinando
– Nacque a Palermo nel 1772 da Domenico, ufficiale borbonico, e da Francesca Palumbo.
A tre anni divenne cadetto nel reggimento Real Napoli; nel novembre del 1786 entrò nell’Accademia militare, istituita appena un mese prima. Uscito dall’Accademia, il 27 febbraio 1791, con il grado di sottotenente nel corpo di artiglieria e genio, vi fu chiamato per l’insegnamento della matematica. I suoi interessi scientifici si allargarono in quegli anni alla geografia, all’astronomia e alla nautica e fu autore di un trattato sul pilotaggio e sulle manovre dei vascelli.
Visconti faceva parte di un gruppo di giovani giacobini napoletani e, accusato di cospirazione, venne processato e condannato il 3 ottobre 1794 a dieci anni di reclusione nell’isola di Pantelleria. Durante la prigionia «si dié a studiare i nuovi metodi matematici, di che faceano allora ricca la scienza gl’immortali Lagrangia, Monge, Laplace, Legendre ed altri» (Firrao, 1868, p. 31). Negli anni della prigionia ebbe modo di conoscere e frequentare l’economista napoletano Francesco Fuoco con cui ebbe un duraturo sodalizio. Tornato in libertà nel 1801, Visconti rientrò a Napoli, ma, a causa del suo passato rivoluzionario, dovette ben presto trasferirsi a Milano dove già risiedevano parecchi esuli napoletani.
Il 7 settembre 1802 venne nominato tenente in seconda nel corpo degli ingegneri geografi della Repubblica Cisalpina, comandato dallo svedese Gustavo Tibell. Nel 1808 gli fu affidata la realizzazione di una carta del mare Adriatico, cui si dedicò per il resto della sua permanenza nel deposito della guerra di Milano. L’ultima nomina ricevuta in quella sede fu quella di capo squadrone e direttore in seconda del deposito (8 luglio 1813).
A più riprese il governo napoletano gli aveva chiesto di rientrare a Napoli per dirigere il deposito topografico, allora guidato dall’ormai vecchio Rizzi Zannoni; ma solo nella primavera del 1814, con la fine del Regno d’Italia, egli accettò di trasferirsi a Napoli, ove ancora resisteva l’ultimo regno napoleonico in Italia. Lì ebbe il compito di organizzare il servizio topografico attraverso l’istituzione di un deposito generale della guerra, del quale divenne direttore il 29 settembre 1814. Visconti progettò una carta del Regno di Napoli in proiezione di Bonne, da rilevarsi in scala 1:20.000 e da incidersi a 1:80.000, ma non vi fu il tempo di dare inizio ai lavori per la fine del regno di Gioacchino Murat, sancita con il trattato di Casalanza del 20 maggio 1815.
Al rientro di Ferdinando IV di Borbone sul trono di Napoli egli venne confermato nella direzione del deposito della guerra con il decreto del 21 dicembre 1815. Nel gennaio del 1817 fu nominato direttore dell’Officio topografico, staccato dal deposito e appositamente istituito come ente cartografico di Stato. Tra il 1817 e il 1820 Visconti riuscì a realizzare una serie di operazioni geodetiche e topografiche fondamentali per la cartografia del Regno, sulle quali si basò tutta la successiva produzione dell’Officio topografico: tra il 1817 e il 1819 fece rilevare in scala 1:25.000 i dintorni di Napoli, per i quali aveva progettato una grande carta in nove fogli, uno dei suoi lavori più famosi e stimati a livello internazionale (si veda la scheda relativa di Valerio, in Cartografia napoletana..., 1983, p. 149).
Tra il 1818 e il 1819 inviò una squadra di ingegneri topografi a rilevare le coste adriatiche del Regno, in scala 1:20.000, in cooperazione con gli idrografi inglesi e austriaci (Smyth, 1854, pp. 363-365, 371; Valerio, 1983, e 2006).
Notizie sui lavori sull’Adriatico si trovano in due interessanti pubblicazioni di Visconti, Sulla posizione geografica e sulla larghezza della bocca del mare Adriatico (in Atti della Reale Accademia delle scienze, II (1825), pp. 51-122) e Lettera del Sig. Generale Ferdinando Visconti al conte Jacopo Gråberg da Hemsö (in Annuario geografico, I (1844), pp. 218-234). L’importante lavoro svolto dagli ingegneri geografi napoletani non venne in alcun modo riconosciuto nella pubblicazione da parte degli austriaci di una carta del mare Adriatico in sedici fogli, nel 1824, circostanza che provocò la reazione risentita di Visconti e venne denunziata anche all’ufficiale britannico William Henry Smith; si veda Note sur les traveaux hydrographique executés dans le Royaume de Naples, extraite de la communication faite à M. de la Roquette par M. le Colonel Visconti, directeur du Bureau Topographique de ce Royaume (in Bulletin de la Société de géographie, XVII (1842), pp. 297-307; Smyth, 1854, pp. 368 s.).
Al suo interessamento si deve l’inizio degli esperimenti di stampa litografica, avviati nei primi mesi del 1818, che stanno all’origine dell’istituzione della Litografia militare nel 1823 (Valerio, 1998, e 1999).
Durante i moti insurrezionali del 1820, Visconti fu nominato membro del Parlamento nazionale prendendo parte attiva nelle proposte del nuovo governo, specie per quanto era relativo all’esercito e alla formazione degli ingegneri topografi; per questo motivo, al rientro di Ferdinando I nel 1821, fu allontanato dall’esercito e dalle funzioni di direttore dell’Officio. Tra il 1822 e il 1830 continuò a progettare ed eseguire lavori geodetici come socio dell’Accademia delle scienze di Napoli. Nel luglio del 1828 presentò una memoria Del sistema metrico uniforme che meglio si conviene a dominj al di qua del faro del regno delle Due Sicilie letta il dì 8 luglio 1828 (in Atti della Reale Accademia delle scienze, III (1832), pp. 77-142), dando inizio a un ampio dibattito sul tipo di riforma da avviare nel Regno per uniformare le unità di misura.
La sua posizione contraria all’introduzione del sistema metrico francese si fondava sui rischi che si sarebbero corsi per l’eccessiva differenza con il sistema in uso, proponendo di lasciare le vecchie misure ma assoggettandole al sistema decimale per la evidente semplificazione nei calcoli (sulla questione della riforma dei pesi e delle misure e del rapporto di Visconti con Carlo Afan de Rivera, direttore generale del corpo di ponti e strade, acque, foreste e caccia del Regno delle Due Sicilie si veda Amodeo, 1924, II, pp. 159-162).
L’11 gennaio 1831 venne reintegrato nei ranghi militari, riacquistando il grado di colonnello del genio e, nel 1835, fu nuovamente posto a dirigere l’Officio topografico. Sotto la sua guida lo stabilimento tornò a lavorare a pieno regime; vennero riprese le triangolazioni di primo ordine, secondo un preciso progetto mirante anche alla misurazione di due grandi archi di parallelo e di meridiano, cui partecipavano altre istituzioni europee, quale contributo allo studio della forma della Terra; la Sicilia fu collegata al continente attraverso una triangolazione che passava per la Calabria e le Isole Eolie e si iniziò a pensare alla necessità di misurare altre basi di raffronto in Sicilia, in Calabria e in Puglia. Nel 1839 venne pubblicato il primo foglio della Gran carta del Regno di Napoli, da lui ideata nel 1814, relativo al golfo di Napoli e progettò una carta amministrativa del Regno da rilevarsi in scala 1:40.000 e da incidersi a 1:360.000. Malgrado alcuni promettenti saggi, effettuati durante la campagna topografica del 1839, la carta venne in seguito abbandonata.
Il 16 aprile 1843 venne nominato brigadiere e ispettore del Reale Officio topografico e degli Istituti di educazione militare. Da ispettore continuò a dirigere lo stabilimento, essendo l’unico che potesse maneggiare con competenza ogni questione scientifica connessa alla topografia e alla geodesia. Negli ultimi anni di vita continuò a mantenere una ricca corrispondenza con le principali società geografiche e astronomiche europee, che a lui si rivolgevano quale referente scientifico.
Fu membro corrispondente della Societé de géographie, della Royal Geographical Society, della Astronomical Society, della Società geografica di Atene. L’Hydrographic Office britannico gli inviava le bozze manoscritte delle carte nautiche relative alle coste del Regno, affinché egli apportasse le dovute correzioni. Ricca è la corrispondenza con l’ammiraglio inglese sir Francis Beaufort, che lo teneva in alta considerazione (F. Visconti, Carteggio (1818-1847), a cura di V. Valerio, 1995, pp. 22-24).
Colpito da una forma infettiva alle gambe (erisipela) morì a Napoli, in servizio, il 26 settembre 1847.
Nella seduta del 17 dicembre 1847 il presidente della Societé de géographie, il conte Mathieu Louis Molé, ne annunciò la «perte douloureuse»; la Royal Geographical Society gli dedicò un breve ma esatto ritratto biografico nel 1848.
Opere. Tra le altre pubblicazioni vanno ricordate Rapporto su i lavori astronomici da eseguirsi nel corso del 1827 dalla classe matematica della Reale Accademia delle scienze (in Atti della Reale Accademia delle scienze, III (1832), pp. 13 ss.); Ragguaglio dello stato, nel quale si trovava in giugno 1832 il lanificio del signor Lorenzo Zino (Napoli 1832); Del sistema metrico della città di Napoli e della uniformità de’ pesi e delle misure che meglio si conviene a’ reali dominj di qua del faro (Napoli 1838).
Fonti e Bibl.: La corrispondenza e la documentazione istituzionale di Visconti sono conservate nell’Archivio di Stato di Milano (fasci del ministero della Guerra), per gli anni che vanno dal 1803 al 1814, e nell’Archivio di Stato di Napoli a partire dal 1814 e fino alla morte. Tali carte sono presentate e descritte in V. Valerio, Società, uomini e istituzioni cartografiche nel Mezzogiorno d’Italia, Firenze 1993, pp. 221-293. Per la ricostruzione di tale periodo sono fondamentali i fasci superstiti dell’Officio topografico, in parte distrutti dai bombardamenti a Napoli del 1943. La corrispondenza privata di Visconti, pubblicata in F. Visconti, Carteggio (1818-1847), a cura di V. Valerio, Firenze 1995, è conservata presso l’Hydrographic Office a Taunton e presso la Royal Geographical Society a Londra; alcune altre lettere sono nella Biblioteca nazionale di Napoli, nella Biblioteca Estense di Modena (corrispondenza con Giovanni Battista Amici) e in collezione privata (inedite).
Notizie biografiche coeve si trovano in G.M. Arrighi, Saggio storico per servire di studio alle rivoluzioni politiche e civili del Regno di Napoli, III, Napoli 1813, pp. 82-86, e in J.-B. De la Roquette, Notice historique sur le Bureau topographique du Royaume des Deux-Siciles, in Bulletin de la Societé de géographie, XX (1843), pp. 22-29, mentre di maggior rilievo sono i necrologi, con ampie notizie biografiche, pubblicate all’indomani della morte: la prima fu pubblicata in calce a un ritratto in litografia di Visconti realizzato nel 1847 da Settimio Severo Lopresti, impiegato dell’Officio topografico di Napoli, cui fecero seguito una sul Bulletin de la Société de géographie, VIII (1847), p. 427, e l’altra su The journal of the Royal Geographical Society, I (1848), pp. XXXII s. A Napoli apparve solo nel 1856 un tardivo necrologio di Visconti in Annali civili del Regno delle Due Sicilie, LVII (1856), pp. 154-156. Solo dopo l’Unità d’Italia comparvero sue biografie talvolta inserite in lavori sull’attività geodetica e cartografica napoletana: F. De Luca, F. V., in Atti del Reale Istituto di incoraggiamento di Napoli, II (1865), pp. 327-342; C. Firrao, Sull’Officio topografico di Napoli. Origine, e vicende, Napoli 1868, pp. 31 s.; G. Ferrarelli, L’Ufficio topografico di Napoli e il generale del genio F. V., Napoli nobilissima, IV (1896), pp. 125-127; A. Mori, Cenni storici sui lavori geodetici e topografici e sulle principali produzioni cartografiche eseguite in Italia dalla seconda metà del XVIII secolo ai nostri giorni, Firenze 1903, pp. 50-56; O. Mastrojanni, Il Reale Istituto di incoraggiamento di Napoli, 1806-1906. Ricerche storiche, Napoli 1907, pp. 222-224; G. Ferrarelli, Memorie militari nel Mezzogiorno d’Italia, Bari 1911, pp. 91-94; A. Mori, La cartografia ufficiale in Italia e l’Istituto geografico militare, Roma 1922, pp. 96-105; F. Amodeo, Vita matematica napoletana. Studio storico, biografico, bibliografico, I-II, Napoli 1924, I, pp. 185-187. Una voce a lui dedicata fu pubblicata in G. Boccardo, Nuova Enciclopedia italiana ovvero Dizionario generale di scienze, lettere, industrie, XXIII, Torino 1888, p. 205.
Si vedano inoltre: W.H. Smyth, The Mediterranean. A memoir physical, historical and nautical, London 1854; Cartografia napoletana dal 1781 al 1889, a cura di G. Alisio - V. Valerio, Napoli 1983 (in partic. V. Valerio, La carta dei contorni di Napoli degli anni 1817-1819 ed il Reale Officio topografico di Napoli, pp. 29-40); V. Valerio, Patrelli, Müller and the Officio topografico: the beginnings of lithography in Naples, in Journal of the Printing Historical Society, XXVII (1998), pp. 9-32; Id., L’introduzione della litografia a Napoli, in Vedute, ritratti, scene popolari. Gli esordi della litografia a Napoli, Napoli 1999, pp. 13-23; Id., Landscapes and charting in the Nineteenth Century: Neapolitan-Austrian and English cooperation in the Adriatic Sea, in Mappae Antiquae. Liber amicorum Günter Schilder, a cura di P. van Gestel-van het Schip - P. van der Krogt, ‘t Goy-Houten 2006, pp. 465-478.